Vita su altri pianeti? Il caso di Wolf 1069 b

Nel gennaio 2023 è stata annunciata la scoperta di un pianeta orbitante la nana rossa Wolf 1069, a 31,2 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cigno. Alcune delle caratteristiche che presenta sono valse a quest’ultimo, battezzato Wolf 1069 b, la classificazione di potenzialmente abitabile. È davvero possibile che questo sia il caso?

L’ipotesi che il pianeta sia in grado di ospitare forme di vita si basa sull’assegnazione di valori ragionevoli ai parametri che non è stato possibile determinare osservandolo direttamente con il metodo della velocità radiale: se densità, raggio e albedo (radiazione solare incidente che è riflessa in tutte le direzioni) si trovassero entro un certo range di tolleranza, sarebbero compatibili con quelli terrestri. Ci si aspetta, infatti, che un pianeta roccioso con caratteristiche simili a quelle della Terra, come la presenza di acqua liquida sulla superficie e una temperatura media intorno ai 290K (circa 17°C), sia particolarmente adatto alla sopravvivenza della vita. Come l’esperienza suggerisce, la supposizione è sensata, ma non bisogna dimenticarsi che la Terra è anche l’unico termine di paragone conosciuto. In linea teorica, anche corpi celesti che si discostano in maniera rilevante da questo modello potrebbero essere adatti alla vita.

Quali sono, dunque, i parametri che determinano l’abitabilità di un pianeta?
Uno dei più comunemente menzionati, utile nello stimare la temperatura media e la possibilità di avere acqua liquida sulla superficie, è la distanza media dalla stella. Ogni stella presenta, a una certa distanza che varia in base alla sua luminosità, una regione detta “zona abitabile”.
Gli oggetti che orbitano al suo interno riceverebbero la quantità di calore ottimale per avere acqua liquida in superficie, senza che l’atmosfera venga spazzata via dall’attività dell’astro, come invece potrebbe succedere a distanze minori. Proprio l’atmosfera è un altro fattore fondamentale sia nella sua composizione chimica, sia nel suo spessore, che è fortemente influenzato dalla massa del pianeta. Sia la Terra che Wolf 1069 si trovano nelle zone abitabili delle loro stelle, ma bisogna tenere conto che, secondo uno studio di Lenardic et al. (2017), l’importanza del trovarsi zona abitabile attuale potrebbe essere sopravvalutata.
Non si può escludere a priori l’esistenza di pianeti in grado di ospitare la vita fuori da questa regione perché fattori quali la quantità di radiazione schermata dall’atmosfera e l’effetto serra possono contribuire in maniera molto significativa al clima sulla superficie. Anche l’albedo, o frazione di luce riflessa da una superficie, fornisce un contributo climatico, abbassando la temperatura media. Questo parametro è influenzato dal tipo di materiali che costituiscono la crosta del pianeta. Sulla terra, per esempio, un importante frazione della luce riflessa è data dalle calotte polari, e si può supporre che un pianeta come Wolf 1069 b abbia una simile distribuzione di ghiaccio sulla sua superficie. L’abitabilità di un pianeta roccioso è quindi un problema complesso a molte variabili, solo una frazione delle quali si può osservare dalla Terra. Wolf 1069 b, come molti altri corpi celesti simili, potrebbe davvero presentare condizioni favorevoli alla vita, ma osservazioni più approfondite sono necessarie per una risposta sicura.

Mario Colabello

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