Semplicità e riflettori puntati: la Milano fashion week Fall Winter 2023/24

Quella di febbraio è stata una settimana della moda milanese che, probabilmente, ha fatto meno rumore di altre. In primis perché sono mancati grandi nomi quale Versace, poi per l’assenza di un direttore creativo alla guida di Gucci nella sua sfilata di transizione, ma soprattutto perché non ci sono stati (o quasi) avvenimenti così spettacolari da far parlare dell’evento. Collezioni esteticamente piacevoli (poi i gusti son gusti) in cui i grandi nomi si sono comunque fatti sentire: niente stravaganze esagerate per Fendi, che ha creato una collezione “pura, semplice, ma complessa”, secondo le parole di Silvia Venturini Fendi, e che rappresenta lo stile reale delle donne italiane nella loro eleganza quotidiana, secondo il direttore creativo Kim Jones. Come già citato, Gucci sta attraversando un periodo di transizione (in cui mancano però gli eccessi a cui Alessandro Michele ci aveva abituati), in attesa della prima collezione del nuovo direttore creativo Sabato De Sarno. Il fulcro del lavoro di Prada per la sfilata di quest’anno è stata la modestia: gonne midi bianche con scuri maglioni, impreziositi però da quella che potrebbe diventare una chicca del momento, la ballerina origami. Abiti lingerie per Dolce & Gabbana, che si è rifatta ai suoi anni ’90, abbandonando i colori e le decorazioni di ispirazione siciliana. Riassumendo, il gusto per il semplice (nel significato del termine spagnolo “sencillo”, e non un banale “simple”) ha trionfato di nuovo; fenomeno più che comprensibile se consideriamo che la moda, come la vita, è un ciclo continuo in cui le tendenze ritornano, però sempre con qualche innovazione in più. Quello delle recenti sfilate è appunto un semplice che banale non è, esagerato agli occhi dei più minimalisti fan di jeans con t-shirt, ma molto più lineare rispetto alle stravaganze passate. Questo febbraio inoltre i riflettori erano tutti puntati sulle seconde prove dei giovani stilisti alla guida dei grandi marchi, sui brand recenti che sono ormai diventati “grandi” e sulle case di moda che, grazie alle loro peculiari caratteristiche, ai nuovi direttori creativi e all’insorgere di nuovi trend -core, negli ultimi anni si sono fatte notare sempre di più. Tra questi, non mancano all’appello Diesel e Tod’s.

Fonte: Vogue Runway

Prima dell’arrivo di Glenn Martens, il Diesel a noi noto era fatto principalmente di jeans e t-shirt con logo in bella vista e poco aveva a che fare con i grandi brand del pret-à-porter. Oggi invece la sfilata di Diesel è imperdibile, ed è irrinunciabile per gli addetti al settore informarsi sulle sue nuove collezioni, casual ma innovative. Cos’è cambiato? Il nuovo direttore creativo, già nella sua prima sfilata dell’autunno-inverno 2022/23, è partito dal denim, caposaldo dell’identità del brand, per lavorarlo in mille modi diversi creando spettacolari look da passerella, ma indossabili anche al di fuori. Inoltre, grande hype all’interno del brand si è riscontrato nelle sue cinture e borse, ormai iconiche, come per ogni grande marchio che si rispetti. Nella collezione presentata alla Milano fashion week di questo febbraio, il denim è stato sempre protagonista e si è declinato in una chiave sexy, forte della collaborazione con Durex, annunciata in occasione della sfilata, nella quale sono apparse anche t-shirt con il logo dell’azienda. Le modelle e i modelli hanno sfilato intorno ad una montagna di preservativi Durex che, si spera, non vadano sprecati, ma smaltiti correttamente. Inoltre, in tutti gli store Diesel saranno distribuiti preservativi gratuitamente, per abbattere i tabù e favorire il sesso sicuro.

Fonte: Vogue Runway

Tod’s è invece uno di quei brand che, grazie al suo stile classico e ai materiali di elevata qualità, si è fatto notare ancora di più soprattutto negli ultimi anni come marchio che rappresenta appieno il concetto di “old money style” (una delle tendenze -core del momento), insieme anche ad altre case di moda quali Ralph Lauren, Brunello Cucinelli, Loro Piana, Ermenegildo Zegna e via dicendo. Conosciuto negli anni passati più all’estero che in Italia come uno dei marchi più prestigiosi che rappresentano il savoir faire italiano (perdonate il francesismo), ora è molto noto anche nel nostro Paese sia per l’arrivo e lo sviluppo della tendenza old money, sia per l’inizio della partnership con Chiara Ferragni nel 2021, la quale, oltre a pubblicizzare i loro prodotti, è entrata a far parte del loro Consiglio d’Amministrazione. Alla Milano fashion week, il direttore creativo Walter Chiapponi ha portato sulla passerella classici capi sartoriali con un tocco di innovazione nelle proporzioni: cappotti lunghi fino al pavimento sopra a lunghezze mini e tagli over che imperano su giacche, abiti e bluse, oltre che capispalla.

Fonte: Vogue Runway

Un paradosso quello di semplicità e riflettori puntati, in cui il primo termine fa riferimento ad una tendenza generale dei brand in passerella e il secondo all’hype attuale su nuovi marchi ed altri già affermati che sono stati riscoperti.

Alessandra Picciariello

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