La rivoluzione di Astrid Linder per la sicurezza stradale delle donne

La disparità di genere è la “mancanza di parità, differenza nel trattamento o nella percezione di appartenenza a un genere sessuale”(Treccani). Si parla spesso di disparità sociale, economica e politica. Ma la disuguaglianza può caratterizzare anche aree più celate della nostra società e a cui mai ci verrebbe di pensare, come la sicurezza stradale. Sì, perché anche in un piccolo ambito come quello della sicurezza stradale, in qualche modo, possiamo parlare di “mancanza di parità” o meglio di mancanza di interesse e di consapevolezza verso i numerosi dati scientifici che mostrano come le donne abbiano una probabilità di rischio più alta di rimanere ferite o di perdere la vita in un incidente stradale.

Astrid Linder, ingegnere e ricercatrice svedese per la sicurezza stradale allo Swedish National Road and Transport Research Institute e vincitrice per il 2023 del Woman of Worth Award (premio per le donne di valore, attribuito dalle giornaliste che fanno parte della giuria del Women’s World Car of the Year) è stata una delle prime ricercatrici ad analizzare questo fenomeno, concentrando la sua ricerca sulla sicurezza del traffico stradale ed analizzando in particolare i modelli umani usati nei crash test. Nel 2020 è stata nominata “Equality star of the year” dallo Swedish Network for Equality nel settore dei trasporti e nel corso degli anni ha ricevuto inoltre diversi premi, tra cui il premio EU Champions of Transport Research Road e EU Champions of Transport Research Overall Winner Transport nel 2014 (premio europeo per i ricercatori nel settore dei trasporti stradali, ferroviari e fluviali) e il premio US Government Safety Engineering Excellence nel 2015.

Gli studi che Linder ha effettuato fin dagli anni ’90 hanno portato alla nascita del progetto europeo ADSEAT, che ha avuto un ampio impatto scientifico a livello internazionale e che ha introdotto conoscenze rivoluzionarie nel campo dei modelli di manichino utilizzati per valutare e sviluppare sistemi di protezione nei veicoli, portando allo sviluppo del primo manichino al mondo che riproduce un modello di corpo femminile per l’impatto posteriore nei crash- test, il modello EvaRID (Rear Impact Dummy e cioè appunto manichino per urto posteriore). Il modello EvaRID ha reso possibile, per la prima volta, valutare e migliorare il reale rischio femminile negli incidenti stradali, mostrando come anche nella valutazione della sicurezza dei veicoli e nella loro progettazione ci siano ancora pregiudizi e discriminazione.

I manichini usati fino ad oggi, infatti, sono basati “sull’uomo medio” e ignorano le caratteristiche anatomiche delle donne. Se nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi manichini per rappresentare i bambini nei crash test, la protezione delle donne non è mai stata approfondita e non è mai stato creato un modello di “donna media”, nonostante le donne abbiamo quasi il doppio delle probabilità degli uomini di rimanere intrappolate in un veicolo dopo un incidente e di subire lesioni più gravi. Il primo grande studio condotto dall’università di Plymouth nel Regno Unito per confrontare come le lesioni e la probabilità di rimanere intrappolati dopo una collisione cambino tra i due sessi ha mostrato come, se gli uomini hanno una probabilità più alta di essere coinvolti in gravi incidenti e di essere ricoverati in ospedale, la probabilità di essere intrappolati tra le lamiere è superiore nelle donne con un 16% contro il 9% degli uomini. Abbiamo dati diversi anche sul tipo di lesioni: le donne hanno una probabilità fino a tre volte maggiore di subire lesioni da colpo di frusta negli impatti posteriori rispetto a un uomo, così come lesioni alle anche e alla colonna vertebrale, mentre gli uomini lesioni alla testa, al viso, al petto e agli arti.

Il problema, sottolineato anche da Linder, è che i manichini “femminili” non sono previsti nei regolamenti europei per le prove di sicurezza dei veicoli e quindi la loro produzione e sperimentazione è praticamente ancora inesistente. Nonostante ciò, non possiamo non considerare questo progetto un primo vero passo verso una maggiore consapevolezza sulle misure da adottare riguardo la sicurezza stradale di entrambi i sessi. E un piccolo passo in avanti verso la parità di genere.

Lorenza Re

Crediti immagini di copertina: http://www.adseat.eu/page/wp3-computational-modelling/, https://www.globalfemaleleaders.com/speaker/astrid-linder/, https://projectvirtual.eu/2022/12/17/cnn-female-crash-test-dummy/

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