Gli scacchi sono un gioco da tavolo antichissimo e hanno una Storia molto lunga e complessa. Particolarmente lunghe e complesse sono anche le vicende legate alla designazione del miglior scacchista, del Campione del mondo.
Un po’ di storia scacchistica: dai Campioni autoproclamatisi a quelli della FIDE
Nell’Ottocento in Europa gli scacchi erano considerati un passatempo da aristocratici. Tutte le questioni scacchistiche (regolamentazione uniforme, organizzazione dei tornei, gestione del titolo di campione del mondo) non erano ancora gestite da un ente appositamente incaricato, ma di volta in volta, anche attraverso accordi informali, dai giocatori e dai singoli organizzatori. Dalla seconda metà dell’Ottocento fino al 1946, lo scacchista riconosciuto come Campione sceglieva se e quando mettere in palio il titolo e contro chi e a quali condizioni competere. Infatti, vi furono, accanto a sfide di alto livello con degni sfidanti (Lasker–Capablanca nel 1921; Capablanca-Alekhine1 nel 1927; Euwe-Alekhine nel 1937), ve ne furono altre in cui il Campione in carica aveva scelto un rivale inferiore e scartato avversari più probanti, per mantenere il titolo (i 5 matches di Lasker prima della sconfitta contro Capablanca; Alekhine-Bogoljubov nel 1929 e nel 1934).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale si costituì la FIDE (Federazione Scacchistica Internazionale, dall’acronimo francese Fédération Internationale des Échecs) come autorità formale e posta dall’alto per le questioni scacchistiche, sostituendosi così ai giocatori e ai contingenti organizzatori. Al posto di un match in cui il Campione in carica dettava le condizioni e sceglieva lo sfidante, venne istituzionalizzato un format in cui lo sfidante viene selezionato al termine di una serie di tornei qualificatori. Dalla proclamazione di Botvinnik Campione nel 1948 alla vittoria dello statunitense Fischer su Spasskij nel 1972, la federazione sovietica fece da padrona: tutti i Campioni (oltre ai già citati Botvinnik e Spasskij, anche Smyslov, Tal e Petrosjan) e gli sfidanti e molti altri valenti giocatori ne facevano parte.
Gli anni ‘70, la secessione di Kasparov e la ricomposizione
Fischer fu un astro splendente ma effimero perché rifiutò di disputare l’edizione del 1975 per disaccordo con la FIDE sulle regole del match; si riaprì dunque un’ulteriore epoca di dominatori sovietici. Karpov vinse nel 1978 e nel 1981, prevalse in due matches con l’ex connazionale Korchnoi, poi, tra il 1984 e il 1990, visse l’acutissima rivalità con Kasparov, uno dei più grandi e longevi scacchisti di tutti i tempi. Contro questi disputò ben 4 incontri per il titolo mondiale (di cui 1 interrotto).
Nel 1993 accadde un evento inaudito: non solo Kasparov rifiutò di giocare il match organizzato dalla FIDE, ma fondò un’associazione scacchistica parallela, la PCA (Professional Chess Association), sotto la cui egida proporre un campionato mondiale alternativo e parallelo a quello della federazione internazionale. La PCA e il World Chess Council, che ne fu l’ente successore, guidati da Kasparov (il quale ne rimase Campione fino alla sconfitta contro Kramnik nel 2000), non ebbero mai selezioni capillari quanto la FIDE; quest’ultima, invece, abbandonò temporaneamente il formato del match mondiale a favore di quello del torneo KO (a eliminazione diretta) e incoronò campioni poco autorevoli e rappresentativi, relativamente deboli, come Khalifman2 nel 1999, Ponomariov3 nel 2002 e Kasimdzhanov4 nel 2004. Insomma, la secessione danneggiò, a livello di immagine e non solo, sia Kasparov sia la FIDE.
Solo nel 2006 vi fu la riunificazione del titolo con un match tra Topalov (vincitore sotto la FIDE l’anno precedente) e Kramnik (Campione “classico”, ovvero erede di Kasparov), vinto da quest’ultimo, non senza polemiche e reciproche accuse di cheating (la spiacevole vicenda del toiletgate). Eccettuando l’edizione del 2008 (doppio girone all’italiana), il campionato del mondo, ormai unico riconosciuto, si compone di qualificazioni variamente organizzate che selezionano uno sfidante per il match con il Campione uscente.
E adesso?
Dal 2008 al 2013 è stato Campione del mondo l’indiano Anand, mentre dal 2013 al 2023 il norvegese Carlsen ha detenuto la metaforica corona. Proprio Carlsen si è reso protagonista nel 2023 della 3a rinuncia da parte del Campione in carica, a partire dalla fondazione della FIDE, a giocare il match mondiale. Nel 2023, infatti, si sono sfidati il cinese Ding Liren e il russo Nepomniatchi5, primi due classificati del Torneo dei Candidati: il match è stato vinto da Ding Liren, che è così diventato il primo rappresentante del proprio Paese a ottenere il titolo.
Una tendenza già evidenziata dai campionati FIDE durante la secessione e adesso sempre più evidente è la progressiva perdita di centralità delle federazioni ex sovietiche: tutte continuano ad essere molto importanti (soprattutto quella russa e quella ucraina), ma nessuna davvero dominante. Alcune federazioni (India, USA, Uzbekistan, Iran, Cina) sono in ascesa; ma soprattutto, anche grazie alla globalizzazione e alla pervasività della tecnologia informatica (in particolare Internet), la competizione scacchistica è sempre più internazionale.
Thanh Huy Boggio
Fonti Immagini: https://shorturl.at/klyPU
Fonti: https://www.treccani.it/enciclopedia/; https://www.scacchi64.com/storia.html
