Anche chi non segue assiduamente le notizie avrà sicuramente visto più volte in foto, nel corso dell’ultimo mese, file di trattori sfilare sotto la porta di Brandeburgo o la Tour Eiffel, ma anche per le strade di Belgio, Italia, Spagna, Polonia, Romania. Le proteste degli agricoltori europei nascono da esigenze diverse in ogni stato, ma hanno dei tratti comuni: i bersagli sono, essenzialmente, il Green Deal europeo e la nuova Politica agricola comune. Il Green Deal europeo è un insieme di iniziative politiche proposte dall’Unione europea per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, e prevede, tra l’altro, che gli agricoltori destinino ad agricoltura biologica un quarto dei terreni coltivati. La Politica agricola comune (Pac) è, invece, un insieme di leggi adottate dall’UE per offrire una politica unificata in ambito agricolo nei paesi europei. La nuova versione impone di mantenere il 4% dei terreni a riposo per stimolarne la biodiversità e avere accesso ai fondi. Molti prevedono, inoltre, che queste proteste e i modi in cui verranno gestite avranno un notevole impatto sulle elezioni europee di giugno. Ricostruiamo insieme i momenti più importanti, le richieste degli agricoltori e la risposta dell’Unione Europea.
In Germania
La miccia delle proteste è partita dalla Germania, dove dall’8 gennaio gli agricoltori hanno iniziato a bloccare con i loro trattori strade e autostrade, in una mobilitazione durata fino al 15 gennaio, con una protesta finale a Berlino. Motivo del dissenso è stata la decisione del governo di ridurre i sussidi per l’acquisto di gasolio agricolo. Questa decisione si accompagna ad altri tagli alla spesa pubblica introdotti con la legge di bilancio per il 2024, che metterebbe in difficoltà aziende piccole e medie. Le proteste erano già avvenute a metà dicembre quando la misura era stata annunciata: il governo aveva risposto assicurando che il taglio dei sussidi sarebbe stato graduale, ma questo non aveva soddisfatto le richieste della categoria. Si è parlato anche di come gruppi di estrema destra, come Alternative für Deutschland, si siano infiltrati nelle proteste per ottenere il consenso tra i manifestanti – che però, come riporta Il Post in questo articolo, se ne sono distaccati. Il sussidio per il gasolio agricolo è in vigore in Germania da oltre settant’anni e sarà eliminato gradualmente nell’arco di tre anni, ma la coalizione al governo ha annunciato di star pianificando delle misure per dare più sicurezza al settore. Il provvedimento è stato considerato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in quanto la categoria lamenta da anni vari problemi, come la burocrazia eccessiva, l’aumento dei costi dell’energia e dei fertilizzanti, e i costi di produzione che non si riflettono nel prodotto finale sullo scaffale.
In Francia
Poco dopo l’inizio delle proteste in Germania, sono scesi in strada anche gli agricoltori francesi, anche qui bloccando strade e autostrade, in particolare quelle attorno a Parigi, ostruendo le principali vie di accesso alla città. All’origine del malcontento sono i molti problemi amministrativi e burocratici uniti ai redditi bassi e, come in Germania, all’aumento delle tasse sul gasolio agricolo, che si va ad aggiungere alla concorrenza sleale dei cereali dall’Ucraina e all’inflazione. Si protesta in particolare contro lo slittamento di un progetto di legge che avrebbe favorito il ricambio generazionale nel settore, in veloce invecchiamento, e avrebbe portato a indennizzi più veloci in caso di calamità naturali. Anche in Francia, l’estrema destra si è infiltrata nelle proteste in cerca di consensi per le elezioni di giugno. Il governo ha annunciato che non taglierà i sussidi e sta cercando di indirizzare il malcontento verso Bruxelles: il nuovo capo del governo francese Gabriel Attal in un discorso del 30 gennaio ha annunciato misure protezioniste e più aiuti economici.

https://www.ilpost.it/2024/01/29/francia-proteste-agricoltori-parigi-foto/francia-proteste-agricoltori-8/
In Belgio
Martedì 30 gennaio alcuni agricoltori hanno bloccato l’accesso ai camion al porto di Bruges mentre, in occasione del Consiglio europeo straordinario di giovedì 1° febbraio, si è svolta una manifestazione piuttosto violenta davanti all’edificio dove si tenevano le riunioni, in Place de Luxembourg, durante la quale è stata abbattuta una statua e sono stati incendiati copertoni e rifiuti: erano presenti anche alcuni agricoltori italiani con la bandiera di Coldiretti. Il primo ministro Alexander de Croo si è dichiarato favorevole all’ascolto dei manifestanti, che sostengono di essere ostili non tanto nei confronti del governo nazionale ma delle istituzioni europee.
In Italia
Da Nord a Sud anche gli agricoltori italiani hanno iniziato a bloccare strade e autostrade, in dimensione più ridotta rispetto agli altri paesi europei, perché organizzati in piccole associazioni e in modo sparso. Chiedono in particolare maggiore tutela del Made in Italy (manifestando contro la “carne coltivata” e la farina d’insetti), una revisione della Pac e lo stop all’importazione di prodotti agricoli provenienti da paesi extra-Ue con standard produttivi meno rigidi rispetto a quelli europei. In Italia le proteste non riguardano il gasolio, in quanto l’agevolazione è stata confermata anche per il 2024. Molti giornali e siti di informazione hanno riportato in questi giorni la notizia della morte di un uomo sulla statale 106 in provincia di Catanzaro, colto da un malore mentre la strada era bloccata dai trattori. Alcuni hanno riflettuto sull’effetto che la notizia avrebbe suscitato se fosse avvenuta durante una protesta di Ultima Generazione e, quindi, notando come il disturbo dell’ordine pubblico venga spesso percepito in modo ideologico e non oggettivo dalla classe politica e da una buona parte dell’opinione pubblica.
La risposta dell’Unione Europea
La Pac, rinnovata ogni cinque anni, è in vigore dal 2023 al 2027, e prevede alcune misure tese a rendere più sostenibile l’agricoltura europea, la maggior parte delle quali, però, non è entrata in vigore per via della crisi energetica e della guerra in Ucraina. In particolare, in questi giorni è stata derogata la norma che prevede di lasciare incolto il 4% dei campi. L’Unione, inoltre, ha proposto di dare accesso ai fondi a chi avvierà colture come lenticchie e piselli (che fissano l’azoto) o quelle intercalari (tra una semina e l’altra), purché portate avanti senza l’uso di pesticidi. Gli Stati membri dovranno approvare la misura, che potrà essere applicata in modo retroattivo da gennaio 2024.
Molti fanno notare che l’agricoltura è comunque uno dei settori che riceve più sussidi (la Pac impegna il 39% de bilancio europeo), mentre altri giustificano le proteste in ragione della difficoltà degli agricoltori nel fare programmi a lungo termine, per via delle normative in continuo cambiamento – tra le quali quelle su come ottenere sostegni pubblici – e delle condizioni climatiche difficili.
Anna Gribaudo
Fonti:
https://it.euronews.com/2024/01/31/europa-dilaga-la-protesta-degli-agricoltori
https://www.ilpost.it/2024/01/23/proteste-agricoltori-francesi
https://www.ilpost.it/2024/02/02/proteste-agricoltori-italia-richieste
credit immagini di copertina:
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/02/02/la-protesta-dei-trattori-arriva-a-roma-attesi-in-migliaia_371aaad9-95f0-490b-9b5e-51d7b559afed.html

Mi Auguro soltanto che tutti sti agricoltori nn si tirino indietro proprio ora
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