Suggestioni di Massimo Fusillo: l’amore e la follia autodistruttiva

È meglio amare o essere amati? Nel dialogo di Platone Fedro, l’omonimo personaggio del libro pone questa domanda a Socrate. Non vi è una risposta certa. Certo è che soffrire per un amore non corrisposto può portare alla pazzia. È questa l’ultima sfumatura dell’amore eroico che Massimo Fusillo approfondisce nel suo saggio Eroi dell’amore. Storie di coppie, seduzioni e follie.

L’eros non corrisposto diventa una malattia fisica e mentale che può sfociare nell’autodistruzione e nel suicidio” (Fusillo). L’Orlando di Ariosto diventa pazzo per amore verso Angelica, sebbene la sua deviazione sia temporanea. Ancora prima Euripide aveva sviscerato il concetto di follia in diverse tragedie: Alcesti si sacrifica per l’amore coniugale; Medea è vittima di un amore frustrato che la porta a uccidere i suoi bambini per vendicarsi di Giasone; Ippolito è un giovane amato da Fedra che, respinta, si vendica calunniandolo e attribuendo a lui l’iniziativa sessuale. In quest’ultima tragedia l’amore è incestuoso, dal momento che Ippolito è figlio del marito di Fedra, Teseo. C’è chi ha letto nell’amore di Fedra l’opposto della natura dialettica di questo sentimento, che al contrario sarebbe una passione restia al controllo della coscienza (Fusillo). Fedra è un’eroina dell’amore perché deve combattere con un conflitto interiore straziante, che all’inizio non le permette neppure di pronunciare la parola “amore” da quanto la spaventa. Nel mito, Fedra è colpita da un artificio della dea Afrodite, che vuole punire Ippolito per averla trascurata con la sua assoluta dedizione alla dea della caccia Artemide. L’amore è concepito come una malattia contro cui lei ha lottato e che ha come unico esito possibile, dopo un freddo monologo che la preannuncia, la morte. La Fedra di Seneca esibisce un furore ancora più radicale, mentre quella di Racine riduce l’esuberanza retorica (Fusillo). Infine la Fedra di Gabriele D’Annunzio si spinge oltre, arrivando a uccidere a tradimento il giovane Ippolito.

Il melodramma è altrettanto efficace per la messa in scena dei turbamenti amorosi: ne Il Trovatore Leonora si avvelena per non concedersi al conte; nei Masnadieri il protagonista uccide l’amata prima di morire sul patibolo; in Luisa Miller la coppia muore avvelenata dopo che la loro unione era stata ostacolata dal padre di lui. Tutte opere di Verdi, ma si potrebbe citare anche Lucia di Lammermoor di Donizetti e Norma di Bellini. Esempio di amore che conduce alla follia e non tanto alla morte, che invece ne è una conseguenza, può essere Madama Butterfly di Puccini (1904). Qui si cela un significato profondo: l’Estremo Oriente (la soprano Cio Cio-san, quindicenne giapponese) pronto ad essere conquistato da un Occidente intraprendente (il tenore Benjamin Franklin Pinkerton, ufficiale della marina degli USA). “La ragazza è follemente innamorata e crede nel matrimonio, che invece per il protagonista americano è una burla” (Fusillo). Il secondo atto è completamente dedicato alla follia di Madama Butterfly, che la porterà al suicidio. Ella è “l’eroina dell’amore assoluto e monomaniaco in un dramma che tratta di sottomissione, sfruttamento sessuale e inganno” (Fusillo). Cronenberg trae un film nel 1993 sulla base del dramma di Hwang, ispirato alla storia vera di un diplomatico francese, mentre Saegusa nel 2004 propone un sequel dell’opera di Puccini, Junior Butterfly, incentrata sul figlio di Madama Butterfly, modello diametralmente opposto a quello paterno e che vede morire fra le sue braccia la giovane amata colpita dalla bomba atomica di Nagasaki.

Storie di amori eroici contrastati dalla società, dal destino incomprensibile, da malattie mortali sullo sfondo di guerre spietate sono opere cinematografiche quali: Magnifica ossessione (1954) di Douglas Sirk; Lettera da una sconosciuta (1948) di Max Ophüls, dove l’amore è presente in una stazione ferrovia testimone di corteggiamenti e addii; Le onde del destino (1996) del danese Lars Von Trier, esempio di una follia che non è altro che una sapienza più profonda che arriva al sacrificio.

Forse analizzando meglio questi tipi di amore, che l’arte idealizza e analizza nel profondo, potremmo comprendere meglio cosa si cela dietro ai numerosi fatti di cronaca che ovunque, ma purtroppo con poco riverbero, gridano che “se c’è violenza non c’è amore”.

Nicole Zunino

Fonte: M. Fusillo, Eroi dell’amore. Storie di coppie, seduzioni e follie, il Mulino, 2021, Bologna.

Fonte immagine in evidenza: https://birdmenmagazine.com/

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