“Ananas! L’ananas mi ricorda un altro argomento molto spinoso: l’AIDS pediatrica.”
Questa è una delle battute più surreali dell’ultima stagione di Hacks, serie tv comedy del 2021 targata HBO Max (ora solo Max). In Italia Netflix si è aggiudicata la distribuzione delle prime due stagioni, mentre la terza, che si è fatta attendere anche oltremare per via dello sciopero degli attori, debutterà in primavera.
La serie, ideata a tre mani da Lucia Aniello, Paul Downs, e Jen Statsky, segue le avventure dell’eccentrica Deborah Vance, interpretata da Jean Smart, una comica americana ormai a fine carriera. Di fronte a una riduzione significativa della sua residency nel decadente Hotel Palmetto di Las Vegas, si vede costretta ad assumere Ava, interpretata da Hannah Einbinder, una giovane autrice comica anche lei al capolinea, dopo essere stata cancellata dal web per un infelice tweet su un senatore gay. L’inattesa collaborazione tra le due donne, a volte dai risultati tragicomici, le porterà a conoscere l’una il mondo dell’altra, creando un rapporto inaspettatamente profondo.
Hacks è un dramedy brillante e leggero, che riesce ad affrontare temi seri senza peccare di superficialità: morte, discriminazione, sessismo, dipendenze, gli effetti della gogna mediatica, le differenze sociali. Queste sono solo alcune delle tematiche sfiorate dalla serie, che in 27 episodi riesce a dipingere con efficacia un ambiente “divertente” ma sempre segnato da pennellate melanconiche. I tempi comici, specie quando davanti alla macchina da presa troviamo Smart e Einbinder, sono strettissimi, creando un ritmo serrato che fa avanzare la storia molto velocemente. Nonostante quelle che potrebbero essere le perplessità immaginando due attrici così lontane anagraficamente, il duo funziona: la chimica di Smart e Einbinder buca lo schermo, tanto da trasformare in maniera del tutto naturale il loro rapporto, da antagoniste a riluttanti colleghe, da mentore e apprendista ad un rapporto di affetto sincero fra pari, fino a culminare in un finale inaspettato. Ed è proprio questo il cuore dello show: il rapporto tra due donne, qualsiasi forma esso abbia.
Oltre alla scrittura e alla regia, già premiate dagli Emmy, la vera punta di diamante è Jean Smart: classe 1951, e con più di trent’anni di carriera alle spalle, regge senza fatica alcuna ogni episodio. Da testimone lo fanno gli Emmy e il Golden Globe 2021-2022 per la miglior attrice protagonista in una serie tv. La sua interpretazione, che nasce da una profonda consapevolezza del personaggio, è viscerale, e perfettamente credibile nel ruolo di una donna che, come uno squalo, si è fatta strada nel mondo azzannando e riducendo a brandelli chi si frapponeva fra lei e i suoi obiettivi. E nonostante in alcuni momenti non si possa non odiarla, non possiamo fare a meno di dispiacerci per lei quando mette in atto comportamenti autodistruttivi, allontanando da sé le poche persone che le vogliono bene: solo per la lacrima solitaria che riga il volto cinico e stoico di Deborah Vance Jean Smart meriterebbe di vincere l’Emmy di categoria, per cui è stata nuovamente nominata.
Co-protagonista è Hannah Einbinder, 29, alla sua primissima esperienza televisiva, anche se non si direbbe dall’interpretazione che l’attrice porta sul piccolo schermo: Ava è una giovane donna brillante e talentuosa, alle volte un po’ arrogante, incapace di andare contro i suoi principi e con una vena vendicativa da cui guardarsi. L’intensità con cui Einbinder dà vita ai momenti più vulnerabili di Ava rende il lavoro dell’attrice ancora più impressionante, tanto da valerle la candidatura all’Emmy come miglior attrice non protagonista in una serie tv comica.
Oltre Smart e Einbinder, vedremo in lizza per un Emmy anche Paul Downs, creatore della serie che sul set interpreta Jimmy, l’agente di Deborah e Ava.
Non ci resta quindi che sintonizzarci la sera della premiazione per vedere quanti premi Hacks si porterà a casa. E ovviamente fare un rewatch su Netflix mentre aspettiamo, con ansia, la terza stagione.
Erica Bonanno
