Propaganda e radicalizzazione in rete: il progetto COMMIT

Con l’avvento dei social media l’Europa ha dovuto affrontare la crescita di propaganda estremista e radicale, che trova facilmente albergo e margine di sviluppo proprio nei mezzi di comunicazione del ventunesimo secolo. La tendenza — spesso coronata dalla ricerca di seguaci, dalla preparazione di attacchi e quindi l’incoraggiamento alla violenza — si è amplificata con l’inizio della pandemia nel 2019 e con la diffusione di un’informazione sempre più spesso parziale e approssimativa, che ha alimentato così un clima di intolleranza e un atteggiamento estremista.

Il progetto COMMIT

Il COMMIT, per intero Communication campaign against extremism and radicalisation, è un progetto finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci, in cooperazione con l’Università di Palermo e altre 4 organizzazioni in Europa. Svolto dal 2020 al 2022, il suo obiettivo è stato mappare il fenomeno della radicalizzazione online nei suoi Paesi partner (Italia, Grecia, Australia e Paesi Bassi), cercando di dissuadere i giovani dall’estremismo e la violenza e offrendo loro strumenti e competenze che promuovano i valori di democrazia, tolleranza e cooperazione.

Sono stati così analizzati i contenuti di alcuni profili grazie a piattaforme di data mining e AI, successivamente sono state svolte 24 interviste con giovani più o meno apertamente militanti nel campo dell’estremismo politico di destra e sinistra. Il passo successivo è stato la raccolta di informazioni sull’orientamento politico dei ragazzi — dai 13 ai 25 anni — e sui luoghi, temi e modalità che alimentano i discorsi d’odio.

Counter e alternative narratives

Sicuramente la comunicazione online non è sufficiente per de-radicalizzare, ma può essere usata come strumento preventivo. Importante è il tentativo di offrire spunti alternativi su alcuni fenomeni sociali o di screditare la propaganda estremista. Fondamentali per il processo sono le counter e alternative narratives: le prime cercano di screditare la propaganda estremiste e le seconde mirano ad evidenziare l’importanza del dialogo interculturale e dell’inclusione.

In Italia sono stati coinvolti un gruppo di studenti di una scuola palermitana, il Centro Creativo Danilo Dolci e 17 studenti tirocinanti del corso di laurea magistrale Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità dell’Università di Palermo nella frequenza di un training, progettato da UNIPA, composto da 30 ore divise in 6 moduli e lezioni frontali, discussioni e lavori — di gruppo e individuali — su temi quali la radicalizzazione religiosa, le fake news, le strategie di debunking (confutazione di notizie o affermazioni false) e l’estremismo politico. I giovani si sono inoltre cimentati nella creazione dei contenuti che sono stati poi utilizzati per la campagna di comunicazione social.

La strategia comunicativa

La COMMIT Communication Strategy si è basata sul modello GAMMA+ (Goal, Audience, Messenger, Media, Action), strumento guida per campagne alternative e contro-narrative e che, come ne denota il nome, presenta tutti gli elementi di cui tenere presente quando si vuole creare una campagna di comunicazione efficace.

Ciò che si è preso in considerazione

Sono stati considerati fattori che riguardassero giovani in ambienti fragili, conflittuali o oppressivi: l’appartenenza a famiglie con basso reddito, trascorsi di migrazioni, disoccupazione o lavori sottopagati… Di rilevanza anche la sfera psicologica: senso di disorientamento, comportamenti impulsivi o alienazione socio-politica.

Per raggiungere l’obiettivo del progetto era necessario promuovere empatia e tolleranza, includendo la diversità e lavorando su ansia e paure.

Si è cercato di proporre narrazioni alternative, orientando così all’inclusione e attribuendo il potere decisionale a ciascun individuo, e contro-narrazioni, volte a sfidare l’estremismo e l’incitamento all’odio online attraverso il coinvolgimento di esperti, con l’illustrazione di possibili informazioni false o distorte.

Hate: a course in three lessons

La campagna, intitolata Hate: a course in three lessons, si è conclusa nel giugno 2022 e si fonda sulla teoria del continuum of violence: non esiste distinzione tra violenza pubblica e privata, legittima e illegittima, visibile e invisibile. Secondo i due antropologi statunitensi Nancy Scheper-Hughes e Philippe Bourgois la violenza si dovrebbe concepire come se operasse lungo un continuum, dall’aggressione fisica alla violenza strutturale.

Perché la rete?

Il progetto ha scelto di focalizzarsi sulla violenza che si perpetra nella rete proprio per la rapidità di diffusione dei suoi contenuti e l’anonimia della platea virtuale, che spesso favorisce la deresponsabilizzazione rispetto alle proprie azioni.

La campagna si è svolta in 3 lezioni:

  • “Paura e odio” si focalizza sull’hate speech, le fake news e la propaganda populista, che prosperano sulla paura, predisponendo le persone all’odio.
  • “Noi contro loro” è la dinamica che si alimenta quando si prova paura. La sicurezza si costruisce appartenendo a un gruppo e condividendo quindi un’identità collettiva, da qui il passo è breve per individuare anche ciò che è ‘estraneo’, proprio quel ‘loro’, spesso percepito come nemico.
  • Active bystandership è la fase del coinvolgimento attivo, in quanto la passività, infatti, rafforza gli hater e alimenta l’odio. Con la cittadinanza attiva e la partecipazione giovanile, la violenza di gruppo si inibisce.

L’eliminazione assoluta di determinati contenuti — o peggio ancora ideali — può essere percepita come impossibile, ma la collaborazione attiva tra giovani, Università e Associazioni crea solide basi per un interesse collettivo e un mutuo scambio di idee, volte a trovare soluzioni sempre più valide ed efficaci per combattere la degenerazione in rete.

Giulia Frontino

Fonti:

https://danilodolci.org/notizie/commit-campagna-social-per-combattere-odio-in-rete/
Cappello G., Rizzuto F., Macaluso M., Siino M., Il contrasto all’odio e alla disinformazione in rete – prime evidenze delle campagne del progetto COMMIT, in Rizzuto F., Vaccaro S. (a cura di), Il giornalismo nell’era della disinformazione, Mimesis, 2023, pp. 83-96.

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