Le pietre possono parlarci? Molto più di quanto pensiamo.
Camminando lungo la spiaggia di Finale Ligure (Savona) potreste imbattervi in Tonino Scafuro, insegnante, artista eclettico e stone balancer. Da una breve chiacchierata con lui emergeranno dal fondo di voi stessi una miriade di pensieri filosofici, insegnamenti di vita, sentimenti ed emozioni mai provate. Tonino non lascia tempo per riflettere, fare calcoli, studiare la conformazione della spiaggia o la direzione delle onde; ci mette, al contrario, in contatto con l’energia che abbiamo dentro. Quest’arte non stimola tanto il nostro lato razionale quanto la fantasia, incanalando forza ed equilibrio nelle nostre mani.

La stone balancing (o “Arte del Rock Balancing”) è una disciplina finalizzata a porre in equilibrio pietre e massi di varie forme, senza alcun supporto o collante, combattendo e sfruttando la gravità. Ha legami con la meditazione, la pratica Zen, le arti orientali e l’arte del bonsai; stimola l’ascolto di se stessi, della natura e degli altri. Viene, così, esaltata la forma di alcune pietre, si ricerca il bilanciamento di differenti energie e si propongono sfide apparentemente al limite della fisica e della geometria. Praticando la stone balancing si allenano la perseveranza, il controllo dell’impulsività e la precisione. Come molte discipline orientali, migliora l’auto-consapevolezza, l’autostima e la creatività.
Esistono differenti tipi di pietre in equilibrio. Equilibrio:
- puro: ogni roccia è in equilibrio su un’altra grazie ad un solo punto di appoggio;
- a contrasto: rocce più piccole che dipendono dal peso di quelle sovrastanti per mantenersi in equilibrio;
- pietre accatastate: rocce posate su altre per formare strutture di altezza elevata;
- free style: tra cui archi e ponti di rocce.
La selezione del luogo in cui praticare stone balancing è sicuramente importante, ma la nostra guida ci spiega che la bellezza di quest’arte risiede proprio nel suo carattere eclettico, versatile e imprevedibile. La vostra fantasia potrà sbizzarrirsi tra i boschi, lungo i fiumi o sulla spiaggia: insomma, ovunque si possano trovare delle pietre.

Anche la selezione della pietra da porre su un’altra o da usare come sostegno di quella successiva non sempre è dettata da accurati calcoli. La sfida di questa disciplina risiede proprio nel porre davanti a sé oggetti sconosciuti, che non si ha avuto tempo di analizzare a fondo, che non si sa come reagiranno a un determinato posizionamento, e spingere i propri orizzonti, fisici e mentali, oltre ciò che sembra materialmente possibile. Gli stone balancer non sempre pretendono di realizzare un’opera d’arte in senso tradizionale. L’obiettivo è l’arricchimento interiore, personale e spirituale, attraverso la composizione di forme stravaganti, talvolta bizzarre, ma soprattutto ardite. Tonino spiega che per lui l’obiettivo finale del raggruppare pietre non è tanto raggiungere altezze infinite o dimensioni esorbitanti, quanto stimolare la sua immaginazione e fare una bellissima foto mentre le onde bagnano una pietra che non riusciranno a buttare giù.
Tonino, con pochi minuti passati a raccogliere e “giocare” con pietre che altrimenti avremmo visto come intralci lungo nostra passeggiata, ci dimostra che tutti possiamo, in fondo, essere artisti, sia nell’arte della stone balancing che nella nostra vita!
Guido Casavecchia
Per saperne di più: https://mailchi.mp/f57324d748cb/costruiamo-bilanciamo?fbclid=IwAR0iThMcJ-bB9X-pH7tsWdvEgVA9M1xesKSzObQLR56HajzeZU3w2dMXh7A
Ho visto un esempio simile al Lago di Braies, in alto-adige!
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Che meraviglia!
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🙂
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