Intrattenersi con il gossip: dal teatro ai tabloid inglesi

Abbiamo bisogno di storie

Il nutrimento è uno dei nostri bisogni primari più importanti. Ma come il corpo ha bisogno di sostentamento, così ne ha la nostra anima. Già gli uomini primitivi infatti, dopo essersi procurati il cibo, sentivano la necessità di creare delle storie, come dimostrano bene, ad esempio, i dipinti delle grotte di Lascaux. Nel corso dei secoli siamo stati capaci di dare forma ai nostri sentimenti, di imprimere nel tempo le nostre esperienze, proprio attraverso le varie forme di narrazione. Un altra funzione attribuibile alle storie, meno profonda ma ugualmente fondamentale, è l’intrattenimento. Ognuno di noi, anche per un breve momento nella giornata, sente il bisogno di svagarsi proprio attraverso delle storie (che siano quelle di Instagram, o serie tv, o  racconti). Una forma di intrattenimento narrativo che sembra essere sempreverde e nella quale, volenti o nolenti, spesso ci si imbatte è il gossip.

Gossip a teatro

Nell’era dei social, si ha la percezione che il gossip sia un fenomeno proprio del nostro tempo. Esistono pagine dedicate a diffondere dettagli più o meno personali delle celebrità, o a volte sono le stesse star a condividere parti della loro vita privata. Questa è però un’impressione sbagliata: il “gossip” è stato, sin dagli albori del teatro, la fonte privilegiata delle commedie, permettendo agli autori di mettere in mostra e prendersi gioco delle debolezze e delle ipocrisie delle società a cui appartenevano.

L’età d’oro di questo tipo di commedie fu sicuramente nell’Inghilterra del teatro giacomiano del XVI secolo con le sue “City Comedies”, e la Commedia della Restaurazione del secolo successivo.  

Di sicuro all’epoca non lo si definiva “gossip” ma si trattava proprio di questo: le commedie del teatro giacomiano, i cui esponenti principali furono Ben Jonson (1572-1637) e Thomas Middleton (1580-1627),  mettevano in scena le vicende amorose dell’emergente classe media. Attraverso una feroce ironia, venivano smascherati i difetti di questa nuova classe sociale: avidità, cupidigia, immoralità e dedizione ai piaceri carnali. È però con la Commedia della Restaurazione e con la Comedy of Manners che il “gossip” diventa il nucleo principale della vicenda: le trame ruotano tutte attorno alle relazioni amorose dell’aristocrazia. Da una parte intrattengono e divertono il pubblico grazie a dialoghi brillanti e vivaci, dall’altra ne criticano la superficialità e la lontananza dalla realtà.

Vivere di i gossip, vivere tra i gossip

Facendo una grande generalizzazione, si può dire che parte del pubblico britannico, nonostante il passare del tempo, non sia cambiato molto. Nell’intrattenimento inglese, un ruolo dominante è svolto dai tabloid, giornali che hanno come scopo non tanto quello di informare i lettori, ma più quello di impressionarli con notizie scandalistiche, spesso non fedeli alla realtà.

Recentemente, il principe Harry e la moglie Meghan Markle hanno raccontato quello che è il “contratto invisibile” tra i tabloid e la famiglia reale inglese, nella docu-serie “Harry e Meghan” prodotta da Netflix e in un’intervista di Oprah Winfrey dell’anno scorso. La “royal rota” è il sistema di testate giornalistiche che includono The Daily Express, The Daily Mail, The Daily Mirror, The Evening Standard, The Telegraph, The Times, and The Sun, che, in accordo con la famiglia reale, ormai da 40 anni prende parte ad eventi pubblici e privati dei reali, per poterne poi diffondere fotografie esclusive. All’interno della citata docu-serie, si evidenzia il rapporto morboso tra tabloid e Windsor e soprattutto il triangolo tabloid-lettori-famiglia reale. È lo stesso Principe Harry a raccontare come sia proprio il popolo britannico, pagando la Corona con le proprie tasse, a chiedere come ricompensa (anche) l’intrattenimento dalla royal family. Questo in qualche modo rende legittimi gli assalti di un certo tipo di stampa nei confronti dei membri della famiglia reale. La quale. da istituzione, diventa una mera forma di intrattenimento a cui è richiesto con una certa regolarità di fornire vere e proprie performances.

Il gossip può piacere o non piacere, può più o meno interessare, ma è bene tener presente che soddisfare il nostro bisogno di storie, non dovrebbe in alcun modo ledere la vita altrui.

Maël Bertotto

Fonti:

  • Capitolo IV e V di English Literature. A Short History. (P. Bertinetti, Piccola Biblioteca Einaudi, 2010)
  • Docu-serie Netflix “Harry e Meghan” (2022)

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