Gli antenati degli italiani

Dai primi reperti alla rivoluzione agricola

L’Italia è una penisola prevalentemente montuosa, circondata dal Mar Mediterraneo che si estende di circa 10° in latitudine. Del suo territorio geografico fanno parte anche diverse isole. Le maggiori sono, in ordine, Sicilia, Sardegna, Corsica e Malta. La sua conformazione particolare l’ha portata, nell’ultimo milione di anni, ad ospitare varie popolazioni umane. Alcune di queste hanno dato un contribuito significativo al corredo genetico dell’abitante medio dell’Italia attuale.

I primi reperti correlati alla presenza del genere Homo in Italia risalgono a circa un milione di anni fa.
Questi ritrovamenti sono riconducibili alla specie Homo Neanderthalensis. Resti associati alla presenza di Homo Heidelbergensis sono invece datati all’incirca 550000 a.C., ma entrambe le specie sono attualmente estinte.
Le prime tracce di Homo Sapiens su suolo italiano risalgono a circa 44000 anni fa, e sono state trovate in Puglia. Questa antica popolazione era costituita da cacciatori-raccoglitori (conosciuti come WHG, Western Hunter-Gatherers) e probabilmente è giunta nella penisola valicando o aggirando le Alpi Giulie e discendendola via terra.
Nonostante la vicinanza tra Puglia e Albania, è difficile che questi primi abitanti sapiens siano arrivati via mare.
La Sicilia rimarrà inabitata per almeno altri 10000 anni e la Sardegna, basandosi sulle attuali conoscenze scientifiche, per più tempo ancora. Questo fatto risulta improbabile se si prendono in considerazione persone in grado di attraversare grandi specchi d’acqua.

Durante questo periodo ci fu una forte continuità genetica tra le popolazioni dell’Italia e quelle dell’Europa Continentale perché i WHG erano diffusi dalle isole britanniche ai Carpazi.

Circa 20000 anni fa arrivò al suo culmine un lento processo iniziato già 90000 anni prima, vale a dire l’ultimo massimo glaciale.
A causa delle basse temperature, la calotta glaciale artica si estense sull’Europa Continentale, e le Alpi diventarono invalicabili a causa della grandissima quantità di neve.
La grande quantità di acqua solida sulla terraferma causò un abbassamento del livello del mare, portando allo scoperto parti della piattaforma continentale solitamente sommerse.
Inoltre, l’Adriatico del nord divenne una grande pianura che permise di collegare l’Italia ai Balcani, permettendo spostamenti più agevoli da est a ovest.

In questo periodo arrivarono, proprio da est, popolazioni appartenenti alla cultura epigravettiana.
Grazie al nuovo ponte di terra, furono libere di raggiungere un’estensione che va dall’attuale Ucraina all’Italia, costeggiando il Mar Nero e il Mar Mediterraneo.
In Italia, questi individui presero il nome di “uomini di Villabruna“, dal loro scopritore, che ne ritrovò i resti nella valle del Cismon.
Nel periodo successivo alla glaciazione, la cultura epigravettiana acquistò importanza poiché furono i suoi portatori – compresi gli uomini di Villabruna – a colonizzare nuovamente le parti dell’Europa centrale rese inabitabili dal ghiaccio.
Gli stessi Villabruna, inoltre furono i primi Homo sapiens a stabilirsi in Sicilia in concomitanza con il disgelo di 14000 anni fa.

Durante le vicende della glaciazione, in medio oriente, e in particolare nella valle del Tigri e dell’Eufrate, cominciò a svilupparsi l’agricoltura, che potrebbe risalire addirittura a 23000 anni fa.
Tuttavia, la vera rivoluzione agricola cominciò 12000 anni fa e si diffuse verso aree non limitrofe, accompagnata da una migrazione dal medio oriente.
In circa 1000 anni questi pastori e agricoltori riuscirono a colonizzare tutta l’Europa via mare, soppiantando in gran parte le popolazioni locali di cacciatori e raccoglitori, talvolta in modo violento.
L’avanzata si divideva in due rami principali: uno attraversava il sud dell’Europa; l’altro, invece, passava per il Balcani.
Mentre nell’Italia peninsulare –  nonostante l’Adriatico fosse tornato alla sua estensione abituale –  prevalse quello balcanico, spazzando via i precedenti abitanti, in Sardegna a dominare fu quello sud-europeo.
La colonizzazione della Sardegna fu, forse, la prima in assoluto effettuata da parte di esseri umani, e la stragrande maggioranza del corredo genetico dei sardi odierni sembra derivare proprio da questi agricoltori sud-anatolici.

Mario Colabello

sitografia:

“La Storia genetica dell’Italia”, Entropy for Life – Giacomo Moro Mauretto: https://www.youtube.com/watch?v=qqcfMUDfl94&t=1047s

https://it.wikipedia.org/wiki/Cacciatori-raccoglitori_occidentali

David W. AnthonyAncient DNA, Mating Networks, and the Anatolian Split

https://it.wikipedia.org/wiki/Primi_agricoltori_europei

 The spread of steppe and Iranian-related ancestry in the islands of the western Mediterranean

https://it.wikipedia.org/wiki/Epigravettiano

https://it.wikipedia.org/wiki/Cacciatore_della_Val_Rosna

I Ripari Villabruna e la Cultura Epigravettiana, su archeoagordo.it.

A. Broglio, A. Villabruna, Vita e morte di un cacciatore di 12.000 anni fa. Risultati preliminari degli scavi nei ripari Villabruna (Valle del Cismon, Val Rosna, Sovramonte, Belluno), in Odeo Olimpico, 1991

Crediti immagine di copertina: https://www.lealidiermes.net/2022/11/18/da-pantalica-alle-grotte-delladdaura/

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