Dalla musica alla moda: il grunge chic

Uno stile apparentemente povero e trasandato che deriva da un genere musicale risalente all’inizio degli anni ‘90 è stato in poco tempo romanticizzato e trasformato in una moda. Oggi parleremo del grunge chic.

Le origini: Seattle

Il termine deriva da “grungy”, uno slang con il quale si indicava, intorno agli anni Sessanta, la mescolanza tra dirty, sporco, e filthy, sudicio. Questo termine, tuttavia, non nasce in riferimento alla moda, quanto invece alla musica. A partire dagli anni ‘80-‘90, infatti, inizia a prendere piede un nuovo genere alternativo che va a sovvertire completamente la musica rock: stiamo parlando del genere grunge, i cui capostipiti principali sono band provenienti dalle periferie della città di Seattle, in particolare Alice in Chains, Soundgarden, Nirvana e Pearl Jam. Si trattava di band indipendenti formate da giovani ribelli e angosciati, i quali esprimevano attraverso un alternative rock dal suono grezzo la loro infelicità a causa della crisi economica, della politica e della droga. Insomma, il grunge nasce per ragazzi delusi dalla vita.

Questo nuovo panorama musicale si oppone fortemente al cosiddetto glam rock degli anni precedenti e in generale contro ogni forma di musica commerciale, rifiutando qualunque stravaganza e ostentazione.

Marc Jacob e lo scandalo del grunge chic

Nonostante l’ideologia di queste band, ostili verso ogni tipo di commercializzazione, la crescente popolarità del genere musicale e, in particolare, della band Nirvana, ha portato le case discografiche a diffondere il grunge come una vera e propria moda musicale, presto divenuta anche estetica. Il leader dei Nirvana, Kurt Cobain, era diventato senza volerlo un’icona di stile grazie al suo vestiario trasandato, accostando capi senza alcun criterio estetico e senza preoccuparsi di seguire alcuna convenzione.

È il 1993 quando lo stilista Marc Jacobs presenta a New York la collezione “grunge chic”, del marchio Perry Ellis, accostando capi di alta moda con capi sportivi senza alcuna armonia nello stile e nei colori, uno stile apparentemente trasandato che scandalizza il pubblico.

Nonostante le critiche – James Truman lo definì “la negazione della moda” – gli anni ‘90 vedono un successo esorbitante di quel vestiario così semplice e sbarazzino, lontano dalle mode stravaganti e colorate degli anni ‘80, che sanno di ribellione.

I capi essenziali dello stile grunge

La tendenza grunge subisce un salto di qualità dopo la metà degli anni ‘90, diventando a tutti gli effetti uno stile “chic” e ben studiato, risultando trasandato solo in apparenza. Considerando il messaggio iniziale che i promotori del genere volevano trasmettere, l’esaltazione di esso a moda internazionale è stata un vero e proprio paradosso.

Tra i vip che hanno saputo valorizzare il grunge chic troviamo Winona Ryder, Angelina Jolie, Drew Barrymore, Johnny Depp e le sorelle Olsen. Tra i capi più trendy possiamo trovare giacche di pelle accostate a canottiere, stivali logorati oppure semplici sneakers, pantaloni cargo oppure skinny jeans strappati, cardigan oversize e le immancabili camicie di flanella a quadri o a righe. Il tutto è, ovviamente, in colorazioni poco sgargianti e senza fantasie particolarmente vistose.

Nonostante siano passati 30 anni, questa moda non è ancora stata del tutto messa da parte: basti solo pensare alle Dr. Martens e alla sempre più crescente tendenza degli abiti di seconda mano. Il grunge è ancora tra noi e, anche se ha perso un po’ del suo messaggio originario, sarà difficilmente dimenticato.

Monica Poletti

Immagine di copertina: Pinterest

Crediti immagine di copertina di Instagram: https://www.pinterest.it/pin/50102614594184193/

Lascia un commento