Il 25 giugno 2023, in Grecia, si sono tenute le seconde elezioni in poco più di un mese: con circa il 90% delle schede scrutinate, il partito di centrodestra dell’ex primo ministro Kyriakos Mitsotakis, Nuova Democrazia, ha vinto alle urne, ottenendo il 40,5% di voti, che tradotti in seggi equivarrebbero a 158 su 300. ND ottiene così la maggioranza assoluta in Parlamento, a discapito della sinistra che vede tra i suoi principali esponenti nello scenario politico Syriza, partito guidato da Alexis Tsipras (premier per quattro anni ai tempi della peggior crisi greca, dal 2015 al 2019), che ottiene un numero di seggi pari a 47.
Già alle elezioni di maggio, Mitsotakis non era convinto del risultato raggiunto e con il cambiamento del sistema elettorale era sicuro di poter migliorare l’esito finale. Egli si rifiuta dunque di creare un governo di coalizione e dinanzi alla mancata da parte di altri partiti, la Grecia – in quanto repubblica parlamentare unitaria – ha indetto nuove elezioni. Come già accennato precedentemente, a differenza delle passate votazioni eseguite con un sistema proporzionale puro, la nuova legge approvata stabilisce un premio di maggioranza, assegnando dai 25 ai 50 seggi in più in base alla percentuale di voti raccolti per ogni partito.
La sua vittoria, però, non è stata una gran sorpresa per il Paese, proprio per la sua popolarità relativa ai successi economici conseguiti durante lo scorso mandato: il periodo di tracollo che aveva portato la Grecia ad essere considerata una “sorvegliata economica” nell’eurozona, grazie a queste manovre – e con la restituzione in anticipo dell’ultima tranche del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale – si è concluso. Nuova Democrazia attua una politica economica di stampo conservatore, pensata per favorire le imprese (a cui ha abbassato notevolmente il carico fiscale) e per incentivare gli investimenti. Stimolare la crescita economica interna ha avuto un riscontro positivo anche sul tasso di disoccupazione, che si è dimezzato rispetto al suo picco del 2015. Per la prima volta assistiamo, inoltre, a un incrementale aumento delle pensioni e del salario minimo.
La vittoria di un premier tra critiche e polemiche
Numerosi sono però coloro contrari a questa figura governativa: quanto la stabilità economica di un Paese può fare premio alle urne? Evidentemente molta, sostengono i principali politologi, tenendo conto di quanto la popolazione greca sia andata oltre i numerosi scandali che vedono Mitsotakis coinvolto. Tra questi ricordiamo le intercettazioni di avversari politici e, soprattutto, il trattamento dei migranti. È stata molto criticata nello scenario europeo più progressista la decisione di rieleggere un primo ministro accusato di numerosi oltraggi, documentati anche da un video promulgato dal New York Times, che mostra il trasferimento dei profughi in un centro detentivo a Smirne da parte delle autorità greche. L’ONU ha avviato un’indagine indipendente: il girato costituisce infatti una prova che la Grecia abbia violato le leggi internazionali e le norme dell’Unione Europa sui migranti.
Inoltre, nelle ultime settimane la campagna elettorale si era concentrata soprattutto intorno al caso del naufragio del barcone di migranti al largo delle coste di Pilo, in cui si stima che siano morte 700 persone e che rappresenta uno dei più gravi disastri degli ultimi anni nel Mediterraneo. La sinistra di Tsipras sostiene che la tragedia dimostri come l’Europa abbia “fallito”, come le politiche di Meloni e Mitsotakis impediscano di considerare i salvataggi in mare “una priorità assoluta”. Ma, nonostante l’indignazione davanti a questa immane disgrazia e alle operazioni di soccorso, che stanno andando avanti da giorni sui media greci e internazionali, Mitsotakis ha mantenuto invariato il suo consenso.
Alessia Dotta
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