Lo scorso 26 luglio si è spenta all’età di 56 anni la cantautrice irlandese Sinéad O’Connor, una delle icone più controverse nel mondo della musica alternativa anni Novanta. La cantautrice, nell’ultimo periodo quasi dimenticata, forse proprio a causa delle sue posizioni radicali, ha contribuito a cambiare l’immagine delle donne nel rock, allontanandosi dai colorati look anni Ottanta e da ogni forma di sessualizzazione per mostrare se stessa in tutta la sua purezza. Testa rasata, abiti dai colori scuri, giacche di pelle e pantaloni. Questa è stata Sinéad O’Connor.
Sinéad nasce nel 1966 a Dublino e vive un’infanzia piuttosto difficile a causa della separazione dei suoi genitori e degli abusi della madre, la quale muore nel 1985 in un incidente stradale. Una vita piena di violenze e di traumi, che l’artista non ha mai nascosto, trasportandola nelle sue canzoni, passionali e rudi. Il suo primo album, The Lion and The Cobra, esce nel 1987 e le permette di raggiungere un immediato successo globale. L’album successivo, I Do Not Want What I Haven’t Got, rende ufficialmente O’ Connor una superstar internazionale, grazie anche alla canzone Nothing Compares 2 U, scritta da Prince e divenuta una delle più famose degli anni Novanta.
A renderla nota e apprezzata non sono solo le sue doti canore, ma anche le sue posizioni ideologiche apertamente radicali. Nel 1992, infatti, dichiara di non volersi esibire nel New Jersey, qualora venga cantato l’inno nazionale, scatenando l’indignazione di Frank Sinatra.
Nello stesso anno, dopo aver eseguito War di Bob Marley, Sinéad strappa in diretta una foto di Papa Giovanni Paolo II, come gesto di denuncia degli abusi sessuali sui bambini perpetrati nella Chiesa cattolica. “Fight the real enemy!” (“combattete il vero nemico!”): queste le parole feroci della cantautrice durante quel gesto, considerato il più punk degli ultimi decenni, ma che le costerà la carriera.
Negli anni successivi, infatti, la sua fama scende notevolmente, complice anche le esibizioni live sempre più rade, mentre si fanno strada i disagi e le sofferenze causate dal disturbo bipolare, di cui ha sempre sofferto. A inasprire il tutto, nel 2022 il figlio diciassettenne Shane muore suicida, segnando profondamente Sinéad.
Un’esistenza condotta tra drammi, sofferenze e tanta voglia di urlare la verità, strappata improvvisamente il 26 luglio 2023, quando Sinéad viene trovata priva di vita nella sua abitazione, in circostanze ancora non chiare.
Il mondo ha perso un’altra icona della musica e dello stile, un’altra persona che grazie al proprio anticonformismo ha ispirato artisti di tutto il mondo.
Monica Poletti
Foto di copertina: Pinterest
