2024: un anno di elezioni

Quest’anno la politica mondiale conoscerà sicuramente grandi cambiamenti: più di due miliardi di persone andranno al voto, determinando il futuro di 4 miliardi di cittadini (metà della popolazione mondiale) in 76 paesi, tenendo conto delle elezioni nazionali, locali e comunitarie. Lo stato della democrazia nella maggior parte dei paesi coinvolti è però arretrato, secondo i dati riportati dal Democracy Index stilato dall’Economist. Qui di seguito uno sguardo ad alcuni tra questi paesi e alcune considerazioni sulla loro rilevanza.

Unione Europea

Partiamo dalle elezioni a noi più vicine: tra il 6 e il 9 giugno quattrocento milioni di elettori nei ventisette Paesi dell’Unione saranno chiamati a eleggere settecentoventi eurodeputati del Parlamento europeo, quindici in più rispetto alla tornata precedente. In Italia si voterà domenica 9 giugno, per eleggere settantasei deputati, ricorrendo a un sistema proporzionale – potranno votare tutti i maggiorenni. Si prevede un aumento di consenso per i partiti di estrema destra e euroscettici: particolare rilevanza potrebbe avere il gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (a cui appartengono Lega, Rassemblement National di Marine Le Pen e Alternative für Deutschland). I temi della campagna elettorale saranno la recessione economica in alcuni paesi dell’Unione, la transizione energetica, la migrazione. In autunno si deciderà anche il nuovo presidente della Commissione, e per ora la favorita è l’attuale presidente Ursula von der Leyen. Portogallo, Belgio e Austria voteranno inoltre per il parlamento nazionale.

Stati Uniti

L’elezione del sessantesimo presidente degli Stati Uniti sarà la più importante dell’anno: il 5 novembre cento milioni di elettori saranno chiamati alle urne. La sfida sarà probabilmente tra l’attuale presidente in carica Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump, il primo con indice di gradimento molto basso e un’età ormai avanzata (il prossimo anno compirà ottantadue anni), il secondo con novantuno capi d’accusa in quattro procedimenti penali. La Corte Suprema del Colorado e quella del Maine hanno infatti stabilito che Trump non potrà candidarsi in questi Stati per via del suo coinvolgimento nell’attacco al Campidoglio del gennaio 2021 – ma potrebbe comunque ottenere la vittoria senza questi voti, se altri stati non seguiranno la scia. In ballo ci sono questioni cruciali, come il sostegno alla guerra in Ucraina, i rapporti con l’Unione Europea, il conflitto Israele-Palestina, il cambiamento climatico. Anche dal punto di vista economico la situazione potrebbe conoscere una svolta: Trump ha dichiarato di voler introdurre una tariffa del 10% su tutte le importazioni straniere, se sarà eletto. Il 15 gennaio si terranno le primarie per i repubblicani in Iowa – le consultazioni in cui gli elettori scelgono i candidati presidenziali che rappresenteranno il loro partito, e le altre seguiranno nei prossimi mesi.

Messico

Il 2 giugno per la prima volta nella storia del Paese saranno due donne a contendersi la presidenza, Claudia Sheinbaum Pardo, progressista, ex sindaca di Città del Messico, e l’ex senatrice Xochiti Galvez, di origine indigena. Si voterà anche per cambiare il parlamento. I problemi che dovrà affrontare il nuovo presidente non sono pochi: i flussi migratori verso gli Stati Uniti, la violenza dei cartelli del narcotraffico e la corruzione.

Russia

Dal 15 al 17 marzo si terranno le elezioni presidenziali, che si svolgeranno senza troppe sorprese. Secondo alcuni si parla ancora di sfidanti, una trentina, per dare una parvenza di sfida democratica: tra questi Yekaterina Duntsova, presentatasi come candidata per la pace e per la democrazia. Il sospetto è che sia un burattino del Cremlino, per via della sua esposizione senza conseguenze ai giornali esteri. Putin è al potere dal 2000 e secondo molti ci resterà a lungo, avendo tolto ogni libertà alla stampa indipendente e all’opposizione. Secondo quanto previsto dall’ultima riforma costituzionale potrà infatti portare avanti due mandati da sei anni l’uno, potenzialmente fino al 2036. Le elezioni si terranno anche nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, annesse alla Russia con il referendum del 2022. Il 25 febbraio anche in Bielorussia si terranno le elezioni presidenziali, ma allo stesso modo la conferma di Lukashenko è scontata. In Ucraina le consultazioni non si terranno per via della guerra, e sono rinviate a data da destinarsi.

India

La più grande democrazia del mondo andrà al voto tra aprile e maggio. E prevista una rielezione dell’attuale presidente Narendra Modi, che arriverebbe al terzo mandato consecutivo col suo partito nazionalista hindu Bjp, che vorrebbe trasformare il paese a favore degli hindu. Il presidente vorrebbe anche cambiare il nome dell’india in Bharat, il nome in sanscrito (qui un articolo di The Password a riguardo). Anche Pakistan e Bangladesh andranno alle urne (per un approfondimento su quest’ultimo si rimanda a questo articolo).

Taiwan

Il 13 gennaio si terranno le elezioni presidenziali e legislative in questa piccola isola, considerata dalla Cina ancora come una provincia ribelle. A scontrarsi saranno il partito nazionalista cinese, il Kuomintang (KMT) e il partito progressista democratico (DPP), che rappresenta l’attuale maggioranza al governo. Secondo quest’ultimo una vittoria del KMT porterebbe a un’unificazione con la Repubblica Popolare Cinese, mentre secondo il KMT la riconferma del DPP significherebbe uno scontro militare con Pechino. Esagerazioni a parte, entrambi i partiti sono favorevoli a mantenere lo status quo, non un’indipendenza formale ma de facto. Il risultato delle elezioni sarà cruciale anche nella definizione della relazione Cina-Stati Uniti.

Africa

Come riporta questo articolo di Lifegate, si tratta del continente più bollente, con dodici paesi al voto. Tra questi Ruanda, Namibia, Mozambico, Mauritius, Mauritania, Ghana, Ciad, Algeria, Sud Sudan, Sudafrica, Egitto e Tunisia, per un totale di trecentoventi milioni di persone. La situazione politica è piuttosto instabile, con otto colpi di stato nel giro di tre anni, e altri problemi rilevanti sono rappresentati dai flussi migratori interni ed esterni, dall’alto tasso di povertà e dalla crisi del grano provocata dalla guerra in Ucraina.

Anna Gribaudo

Fonti

https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/2024-elenco-elezioni-prossimo-anno-bgox606e

https://tg24.sky.it/mondo/2023/12/27/elezioni-mondo-2024-dove-si-vota

https://www.wired.it/gallery/elezioni-2024-voto-europa-stati-uniti-russia-india-taiwan/

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/il-2024-anno-di-elezioni-decisive

https://www.lifegate.it/elezioni-2024

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