Le primarie dei partiti USA sono iniziate e i candidati si sfideranno fino a giugno, quando avremo i nomi dei due candidati che si sfideranno alle presidenziali 2024.
Il 15 gennaio sono iniziate le primarie del Partito Repubblicano in Iowa e la vittoria di Trump è stata schiacciante sui suoi avversari Ron DeSantis (governatore della Florida), Nikki Haley (ex governatrice del South Carolina) e l’imprenditore Vivek Ramaswamy. Il 23 gennaio si sono spostate nel New Hampshire e anche lì gli elettori hanno preferito nuovamente l’ex presidente.
Il primo stato in cui di rito iniziano queste elezioni è l’Iowa, uno stato del Mid-West (se avete familiarità con la geografia statunitense o avete visto Stranger Things sapete di che cosa sto parlando), dove quest’anno le temperature sono scese fino a -20°, ma senza scoraggiare gli elettori. Qui si vota diversamente rispetto all’Italia: le elezioni avvengono nei cosiddetti caucuses, una sorta di assemblea — diversa nelle modalità a seconda dei partiti — in cui gli elettori assistono ai comizi dei candidati e poi esprimono la loro preferenza su un foglietto (che possono portarsi anche da casa), che poi viene conteggiato. Trump e i suoi avversari si sono sfidati a colpi di microfono, ma a poco è servito perché alla fine ha vinto superandoli di più del 50%. DeSantis è arrivato secondo, Haley terza e Ramaswamy…si è ritirato. Stessa sorte è toccata a DeSantis, che dopo la disastrosa campagna in Iowa ha preferito ritirarsi e appoggiare nuovamente Trump.
Il 23 gennaio si è votato in New Hampshire e anche qui ha vinto Donald, lasciando a Haley un boccone amaro da digerire, dato che aveva investito gran parte della sua campagna elettorale in questo stato del New England, molto più benestante e moderato dell’Iowa. Diciamo che, se non ha vinto qui, difficilmente vincerà negli altri stati, ma per ora non si arrende; nemmeno all’idea che probabilmente perderà nel suo stato: il South Carolina, di cui è stata governatrice dal 2011 al 2017, dove Trump ha già parecchi punti di vantaggio.
Perché Trump rimane ancora oggi così popolare?
Nonostante i vari processi a suo carico, che non dovrebbero comprometterne in alcun modo la campagna elettorale, gli elettori repubblicani cercano un modello, un politico che incarni tutto ciò che vorrebbero vedere attuarsi sul territorio americano. I repubblicani sono tendenzialmente conservatori e difficilmente propendono per un candidato che dimostri più progressismo e inclusione. C’è da dire, come spiega il vicedirettore del Post Francesco Costa, che diversi trumpiani credono che con Trump alla Casa Bianca si starà di nuovo “bene”, un po’ perché si sono dimenticati di come si stesse realmente all’epoca, un po’ perché la guerra in Ucraina e quella a Gaza hanno cambiato le carte in tavola e tanti non credono che i Democratici siano o siano stati in grado di gestire la situazione. Di conseguenza, più che un politico, cercano quasi un personaggio, che ricalchi con la solita retorica senza né capo né coda, i soliti “problemi”: migrazioni, crisi climatica e inflazione. E Trump è il personaggio perfetto per farlo.
E le primarie del Partito Democratico?
Non si può parlare realmente di “primarie”, perché Biden si è ricandidato alle presidenziali, e di conseguenza alle primarie del suo partito, quindi, difficilmente qualcuno “oserebbe” sfidare il presidente uscente, perché è una battaglia persa, un po’ come se si volesse scalare una montagna in costume da bagno: non è impossibile, ma alquanto inutile. In New Hampshire ci sono stati dei movimenti per convincere gli elettori a scrivere il suo nome sulla scheda, ma la prima consultazione ufficiale riconosciuta dal partito si terrà il 24 febbraio in South Carolina.
E Michelle Obama?
Su qualche giornale italiano è spuntata la notizia che l’ex first lady Michelle Obama si candiderà per le primarie del Partito Democratico. Questa è una notizia falsa, perché, in primo luogo, le primarie sono già iniziate e vanno organizzate con largo anticipo, non ci si può inserire in corsa; in secondo luogo, Michelle Obama ha più volte espresso quanto odi l’ambiente politico.
Sarà una sfida a due come nel 2020
Probabilmente i due candidati che si sfideranno alle presidenziali del prossimo 5 novembre saranno nuovamente Trump e Biden, a meno che uno dei due non si ritiri per problemi di salute, considerata l’età di entrambi.
Alessandra Tiesi
Fonti e riferimenti
- https://projects.fivethirtyeight.com/polls/president-primary-r/2024/south-carolina/
- https://projects.fivethirtyeight.com/polls/president-primary-r/2024/national/
- https://www.ilpost.it/2024/01/16/risultati-primarie-iowa-trump/
- https://www.ilpost.it/2024/01/15/cosa-sono-caucus-usa-2024/?dmc_cid=3683&cv_id=168327&dmc_gid=353839211&dmc_ch=email&dmc_mid=355562150&dmc_uid=4063799830&uc701=4063799830&utm_source=Da+Costa+a+Costa&utm_medium=email&utm_campaign=DaCostaACosta&utm_content=DCAC-3&id=4063799830
- https://www.ilpost.it/2024/01/24/trump-primarie-new-hampshire/?dmc_cid=3683&cv_id=168327&dmc_gid=353839211&dmc_ch=email&dmc_mid=355574681&dmc_uid=4063799830&uc701=4063799830&utm_source=Da+Costa+a+Costa&utm_medium=email&utm_campaign=DaCostaACosta&utm_content=DCAC-4&id=4063799830
