Storico Carnevale di Ivrea: arance che sanno di libertà

Ogni anno nel mese di febbraio si svolge il famoso Carnevale Storico di Ivrea, nell’omonima cittadina. Per almeno due settimane la bella Eporedia profuma di arance e tradizione. Tra carri, musica e festeggiamenti ogni singolo abitante di Ivrea in quei giorni vive e respira per il suo carnevale; sono giorni di unione e allegria che hanno origini molto più antiche di quanto non si pensi.

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Le origini

La storia di questo carnevale risale fino al Medio Evo: riti quali la Zappata e l’abbruciamento degli Scarli, condotti dagli Abbà sin dalla fine del 700, sono stati tramandati oralmente e successivamente documentati fino al 1808. I festeggiamenti sono particolarmente conosciuti per la Battaglia delle Arance, che si svolge nel corso di tre giorni. L’intero carnevale è però composto di diverse fasi, esibizioni, sfilate, musica, cortei e carri.

La vezzosa mugnaia

Sono diversi i personaggi, tra storia e fantasia, che fanno parte del carnevale di Ivrea, il Generale, i Piffieri e i Tamburi, I Goliardi e gli Alfieri e tanti altri.
La vera protagonista è però indubbiamente la Mugnaia Violetta: eroina e simbolo di libertà, la Mugnaia fu la giovane popolana che al tempo del Marchese Ranieri si oppose coraggiosamente alle insistenti attenzioni del tiranno. Quest’ultimo non solo imponeva durissime tasse ai propri sudditi, riducendoli alla fame, ma aveva imposto a tutte le giovani future spose lo ius primae noctis. Tale imposizione avrebbe permesso al signore feudale di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze. Per quanto ne sappiamo, a oggi, questa pratica non sarebbe di fatto esistita storicamente (non abbiamo infatti fonti a riguardo); non è difficile però immaginare che ci siano stati casi di uomini potenti che abbiano abusato del proprio status per approfittarsi meschinamente dei più deboli.

Per sfuggire a questa imposizione, Violetta escogita un piano e presentandosi al castello del signore, indossando tra l’altro il famoso copricapo rosso che la contraddistingue ancora oggi, fa bere fino allo stordimento il marchese per poi tagliargli la testa con una spada.

Ogni anno La Mugnaia viene scelta tra le donne di Ivrea, il nome viene tenuto estremamente segreto fino alla presentazione che avviene dalla loggia esterna del Municipio, alla quale segue la marcia del corteo storico con la fiaccolata goliardica e la sfilata delle squadre degli aranceri.

Le squadre

Sempre secondo la leggenda infatti la Mugnaia scende in piazza mostrando la testa del tiranno, incitando le masse a insorgere e dando così origine alla rivolta che permise al popolo di scacciare gli uomini a servizio di Ranieri e riprendere così possesso della loro Ivrea.

Le squadre del carnevale rappresentano proprio questa rivolta: gli aranceri a piedi simboleggiano il popolo, mentre quelli sui carri le armate del tiranno. I primi combattono senza protezione, a simboleggiare la spontaneità e il carattere popolare della rivolta, mentre gli aranceri sui carri sono protetti da elmi di cuoio.

Le squadre occupano ciascuna zone ben precise della città e sono tutte divise nelle due fazioni di aranceri a piedi e aranceri sui carri. Questi ultimi passano di piazza in piazza dando inizio alla battaglia.
A oggi abbiamo nove squadre:

  • Asso di Picche: Piazza di città — rosso e blu con foulard nero
  • Aranceri della Morte: Piazza di città — colori: neri e rossi
  • Scacchi: colori: Piazza Ottinetti — bianchi e neri a quadri con foulard arancione
  • Tuchini del Borghetto: Il Borghetto — verde e rossi con foulard rosso
  • Scorpioni d’Arduino: Piazza Ottinetti — verde e giallo foulard che cambia ogni anno
  • Pantera Nera: Piazza del Rondolino — colori: nero e giallo
  • I Diavoli: Piazza del Rondolino —colori: rosso e giallo e foulard giallo
  • I Mercenari. Piazza del Rondolino — colori: vinaccia e giallo
  • I Credendari: Piazza Freguglia — colori: giallo e blu con foulard blu

La tradizione

Tutt’oggi lo Storico Carnevale di Ivrea è il terzo carnevale più importante d’Italia e uno di quelli che più esprimono la propria caratteristica storico-rievocativa.
La battaglia delle arance è simbolo di libertà, coraggio e sentimento di comunità. I figli e le figlie ereditano la divisa della stessa squadra della quale, nella maggior parte dei casi, facevano parte i loro trisavoli. La stragrande maggioranza degli eporediesi indossa per la prima volta i colori della sua squadra ancora prima che abbia imparato le tabelline.

Il Carnevale è orgoglio, goliardia, festa, famiglia e unione. L’appartenenza ai Tuchini, come alle Pantere o agli Scacchi è fortemente sentita dagli adulti tanto quanto dai giovani. E ogni anno milioni di persone arrivano da ogni angolo del mondo per queste settimane piene di festa, musica e cortei. La città per almeno due settimane si trasforma, si riempie di bandiere festoni e coriandoli, le scuole chiudono più del solito e tutti scendono nelle piazze.
Il profumo d’arancia entra fin nei muri delle case e sull’asfalto delle strade. Anche quando tutto è ormai finito e le vie sono ormai state pulite, se si lascia una finestra aperta l’aria porta con sé ancora quel profumo agrumato.

Alice Musto

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