Il caso Doechii : perché tutti ballano una canzone sull’ansia?

Nelle ultime settimane, il brano Anxiety della rapper americana Doechii è diventato virale su TikTok e molte altre piattaforme social come base musicale per centinaia di migliaia di contenuti (tra cui quelli in cui gli utenti si riprendono a ballare in coppia ricreando la scena celebre della sitcom Willy, il principe di Bel-Air). Come spiegato dalla stessa autrice, il brano è stato campionato dal rapper americano Sleepy Hallow, che nel 2023 ha pubblicato una versione insieme alla stessa Doechii, ma il primo release su Youtube della canzone risale al 2020. Il brano ha utilizzato la melodia della celebre hit Somebody that I used to know di Gotye e Kimbra, accostandola però a un testo molto diverso da quello originale, e, grazie ai suoi successi, testimoniati dalla vittoria della rapper ai Grammy Awards e dalle decine di milioni di ascolti su Spotify, ha ottenuto la pubblicazione ufficiale in streaming.

Doechii, pseudonimo di Jaylah Ji’mya Hickmon, classe 1998, è originaria di Tampa in Florida ed è la prima donna in questo decennio a vincere il Grammy Award per il miglior album rap, grazie al progetto Alligator Bites Never Heal. Anxiety potrebbe essere considerato un sequel coerente del suo album di debutto, che tramite diversi brani racconta lo stato d’ansia e di depressione vissuto dall’artista nel corso della sua vita: infatti, lo stesso titolo del progetto (la cui traduzione è “I morsi di alligatore non guariscono mai”) fa riferimento alla lotta della rapper contro i suoi demoni interiori.

Il testo di questa hit risulta veritiero e incredibilmente diretto: Doechii sembra voler cercare di descrivere  all’ ascoltatore lo stato di ansia nell’esatto momento in cui la sta vivendo. Ad esempio, la ripetizione stessa della parola “anxiety” nel corso del brano rende l’idea di cosa significhi convivere con pensieri intrusivi che si ripetono ossessivamente, intrapppolando la mente in un labirinto senza via d’uscita. Per la rapper, l’ansia è una presenza costante che “continua a metterla alla prova”, mantenendo la sua mente in una condizione di allerta perenne, senza potersi mai rilassare. Da essere inanimato, l’ansia arriva a personificare il ruolo di un osservatore silenzioso del quale è impossibile liberarsi. Inoltre, questo stato d’animo viene somatizzato dall’artista una sensazione fisica di “stretta al petto”, come se un “elefante che mi stesse in piedi”.

È interessante notare come un brano così profondo e ricco di significato sia diventato virale nel giro di poche settimane su piattaforme social in cui la maggior parte dei contenuti creati dagli utenti hanno lo scopo di offrire pochi secondi di svago e leggerezza. Al tempo stesso, però, questo fenomeno non deve sorprendere, considerando che, secondo un documento scientifico pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS),  depressione e ansia sono cresciute a livello globale rispettivamente del 28% e del 26% rispetto al periodo pre-Covid.

Inoltre, negli ultimi anni è stato osservato un aumento dei casi di ansia nei giovani, in merito al quale anche Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association, si è espressa in un’intervista pubblicata per La Voce del Lazio: Già da alcuni anni gli specialisti, psicoanalisti e psichiatri dell’età evolutiva, avevano evidenziato in più occasioni un’emergenza rispetto ai disturbi emotivi e al disagio psicologico nei giovani, causati da vari fattori: il cambiamento della struttura familiare, l’utilizzo sempre più precoce dei dispositivi elettronici, l’accesso ad internet e al web troppo presto”.

L’ansia può essere descritta come uno stato di tensione fisica e psicologica. Solitamente è associata alla paura e nasce come risposta fisiologica dell’organismo alla presenza di una minaccia esterna. Per quanto detestata, l’ansia è dunque fondamentale, in quanto permette l’attivazione della risposta di attacco-fuga di fronte alle minacce presenti e future. Tutto ciò è finalizzato, ovviamente, alla sopravvivenza dell’individuo in situazioni di pericolo. Tuttavia, quando l’intensità, la durata e la frequenza degli episodi ansiosi ostacolano il normale svolgimento della vita quotidiana, l’ansia diventa patologica. In questo caso, le persone che ne soffrono diventano ipersensibili agli stimoli e ipervigilanti, nonché incapaci di riconoscere una minaccia reale (ovvero una che richieda effettivamente l’attivazione del sistema di attacco-fuga) da una che non lo è.

La viralità raggiunta dal brano di Doechii, quindi, non deve affatto sorprendere: è il perfetto esempio di come una canzone (accompagnata da una melodia orecchiabile) possa diventare lo specchio di uno stato emotivo condiviso da milioni di persone che hanno fatto proprie le parole della rapper, esorcizzando così il tema della salute mentale.

Maria Pia Bisceglia

Lascia un commento