La generazione Z, composta da persone nate tra il 1997 e il 2012, viene definita “nativa digitale”. Questa generazione ha da (quasi) sempre vissuto in un’era di connettività ubiqua. Ciò ha inevitabilmente portato, insieme a molteplici opportunità, svariati rischi. Il comportamento dei giovani, ad esempio il loro modo di interagire, viene fortemente influenzato dall’uso che fanno di Internet, dei dispositivi e dei social media. Tra i vari rischi è presente un’effettiva dipendenza dai dispositivi elettronici. Alcune delle conseguenze più gravi riguardano problemi di salute mentale, di attenzione e apprendimento, e FOMO (Fear of Missing Out).

Nel 2023, dall’osservatorio scientifico dell’associazione no-profit Social Warning-Movimento Etico Digitale è stata condotta una ricerca che ha coinvolto 20mila studenti fra gli 11 e i 18 anni e 10mila genitori. Uno dei dati emersi riguarda le ore giornaliere passate online. L’82% del campione utilizza un dispositivo elettronico per più di 5 ore al giorno. Nonostante questo dato allarmante, più del 30% dei giovani si è dimostrato consapevole dell’importanza di ridurre notevolmente, e in tempi rapidi, il proprio uso dei social media e di Internet.
Social detox tra flip phones e sfide
Tra la generazione Z sono tornati di moda i flip phones, anche chiamati dumb phones: dispositivi mobili semplici, in uso più di un decennio fa, in grado di mandare soltanto sms e di chiamare. Questi rappresentano un mondo disconnesso che i giovani non hanno mai avuto la possibilità di vivere.
In un editoriale pubblicato nel gennaio 2024 sul New York Times, intitolato “I Was Addicted to My Smartphone, So I Switched to a Flip Phone for a Month”, Kashmir Hill (reporter esperta di tecnologia) racconta la sua esperienza e come il passaggio da un Iphone a un dumb phone abbia cambiato la sua vita. L’impatto di questa scelta “semplice” è stato rilevante: in tempi rapidi ha notato di essere visibilmente meno stressata e più presente. Soprattutto, le interazioni che ha avuto in quel periodo le sono sembrate più autentiche e genuine.

Il trend dei flip phones è arrivato di pari passo con quello del social detox: un periodo di disintossicazione digitale durante il quale viene presa la decisione di staccare la mente dai dispositivi elettronici disinstallando i vari social media. L’obiettivo tornare a vivere in modo più equilibrato il rapporto con il mondo digitale e riconnettersi con la vita reale. Su Internet è possibile leggere e ascoltare come sia cambiata la vita quotidiana di chi ha compiuto questa scelta.
Una storia significativa è quella della giovane Olivia e della sua sfida: eliminare totalmente, per 100 giorni, l’uso di Instagram, TikTok, Facebook e Netflix. L’unica eccezione era la possibilità di postare un video al giorno per documentare la sua challenge e interagire nei commenti per dieci minuti. Olivia sperava così di riuscire a costruire una community attorno alla sua esperienza e a ispirare tante altre persone. Si era posta questo obiettivo dopo essersi resa conto della difficoltà che stava riscontrando nel restare lontano dagli schermi.
Dopo 100 giorni, Olivia ha aggiornato chi l’aveva seguita per tutta la sfida spiegando cosa avesse appreso e come la sua vita fosse cambiata. La lezione più importante che oggi vuole trasmettere è questa: la noia è la risposta (boredom is the answer). Non appena attorno a noi c’è un po’ di silenzio, immediatamente cerchiamo un modo per riempirlo, per esempio con la musica, un film o dei titok, qualsiasi cosa per scappare dalla nostra mente e dal silenzio. La noia è la risposta: rimanere per un po’ a disagio con essa, prenderne confidenza. può aiutare a esternare creatività e passioni.
“ Mamma aveva ragione, è colpa del telefono”
Forse le nostre madri avevano ragione quando davano la colpa al telefono: nel tentativo di essere sempre più connessi siamo finiti col disconnetterci (quasi) completamente dalla realtà. L’obiettivo di questo articolo non è demonizzare i social media, bensì invitare a un uso più consapevole: è quello che sta già succedendo a una larga parte della genZ.
E tu? Riesci a staccarti completamente dagli schermi? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!
Agnese De Gaetano
Fonti
