Halloween è alle porte e, nel periodo più spaventoso dell’anno, siamo spesso alla ricerca di prodotti di intrattenimento in grado di lasciarci con il fiato sospeso. Se anche voi non volete rinunciare a un brivido di incertezza e di inquietudine durante questa spooky season, Wayward – Ribelli, miniserie in otto episodi uscita lo scorso 25 settembre su Netflix, fa proprio al caso vostro.
Tra rane psichedeliche, personaggi imprevedibili e una storia ispirata a orribili realtà in cui si intrecciano traumi, abusi e relazioni basate sulla manipolazione psicologica, questa serie creata dallə attorə e sceneggiatorə canadese Mae Martin, mischia l’elemento thriller con sfumature vicine all’horror. Al contempo, la narrazione si trasforma in uno strumento di denuncia sociale, ponendo l’accento sui lati oscuri di una società adulta incapace di aiutare e prendersi cura degli adolescenti, “colpevoli” di dover attraversare una fase delicata della vita.

Crediti foto: https://www.netflix.com/tudum/articles/wayward-ending-explained
Ma di cosa parla Wayward? Ambientata nei primi anni Duemila, la miniserie segue inizialmente due storie parallele, che, episodio dopo episodio, andranno a fondersi in una trama ricca di colpi di scena.
Da un lato conosciamo Abbie e Leila, due adolescenti canadesi legate da una profonda amicizia. Abbie proviene da una famiglia agiata ma anaffettiva e giudicante, mentre Leila ha perso la sorella ed è costretta a convivere con una madre che fa di tutto per respingerla. Queste difficoltà le conducono verso un desiderio di ribellione e di fuga dalla realtà, anche a costo di intraprendere strade pericolose. Il preside della loro scuola e i genitori di Abbie, tuttavia, sembrano aver individuato la soluzione perfetta per riportare le ragazze sulla retta via: la Tall Pines Academy, un istituto scolastico nel Vermont fondato da Evelyn Wade – una figura tanto carismatica quanto inquietante – e specializzato nel trattamento terapeutico di giovani con problemi di dipendenza, disturbi mentali e altri comportamenti “indesiderati”.
Tall Pines è anche il nome dell’isolata e apparentemente idilliaca cittadina dove sorge la scuola e nella quale si trasferiscono Alex, un poliziotto transgender interpretato dallə stessə Martin, e la moglie incinta Laura. Entrambi hanno un passato difficile alle spalle, ma sono riusciti a formare una famiglia e sono determinati a iniziare un nuovo capitolo della loro vita insieme, in una piccola comunità che fin da subito sembra donare loro calore e accoglienza. Ma spesso le apparenze ingannano e Alex, insospettito dalla scuola che si propone di “curare l’adolescenza” con metodi dall’efficacia indiscutibile, ben presto se ne renderà conto.
La Troubled Teen Industry: la realtà che ha ispirato la serie
Wayward, purtroppo, non è soltanto un’angosciante storia di finzione. La scuola al centro della serie, con le sue regole assurde e umilianti e gli abusi fisici e psicologici inflitti ai giovani studenti, si ispira infatti alla cosiddetta Troubled Teen Industry, un’industria miliardaria composta da decine di istituti di correzione per adolescenti problematici disseminati negli Stati Uniti. Con il consenso dei genitori, gli adolescenti possono essere rinchiusi in questi istituti per svariate ragioni: da disturbi dell’apprendimento a difficoltà nella regolazione emotiva, passando per abuso di sostanze e depressione. Le pratiche “terapeutiche” vengono pubblicizzate come infallibili e, per questo motivo, sono molto costose, ma non si basano su alcuna prova scientifica. Consistono, ad esempio, in continue punizioni, lavori forzati, controllo coercitivo, isolamento, digiuno e privazione del sonno. Insomma, delle vere e proprie torture, come denunciato anche dalla docuserie Netflix The Program – Rompere il silenzio.
“All’inizio degli anni Duemila, ero unə adolescente ribelle e la mia migliore amica è stata mandata in uno di questi istituti per adolescenti problematici quando aveva sedici anni” ha rivelato Mae Martin, lə creatorə della serie, durante un’intervista. “Quando è tornata mi ha raccontato delle storie assurde al riguardo.”
Parole che dimostrano come, partendo dalla sua esperienza personale, Martin sia riuscitə a dare vita a una narrazione potente e in grado di riaprire il dibattito su un problema troppo spesso sconosciuto o ignorato.

Crediti foto: https://www.netflix.com/tudum/articles/wayward-cast-guide
La comunità che diventa setta
Il personaggio più complesso e crudele di Wayward è senza dubbio Evelyn Wade, interpretata da Toni Collette, la direttrice della Tall Pines Academy. Caratterizzata da un fascino magnetico e da un’innata capacità manipolatoria, Wade incarna il perfetto esempio di leader di un’organizzazione settaria: carismatica e spietata al tempo stesso. È una donna che spaccia le sue convinzioni per verità assolute, controlla e conosce tutto prima di chiunque altro, si serve dei suoi sorrisi forzati per conquistare anche il più scettico degli interlocutori e si nutre del dolore e delle vulnerabilità dei ragazzi per piegarli contro il loro volere.
La struttura gerarchica della scuola riflette la sua sete di controllo e oppressione: come avviene in molte sette reali, gli studenti subiscono una totale deumanizzazione e vengono divisi in rigide categorie in base al livello di obbedienza dimostrato e ai progressi compiuti in direzione di un presunto miglioramento.
Come se non bastasse, si scoprirà che il potere di Evelyn Wade si estende ben oltre le mura dell’istituto di correzione, avvelenando un’intera cittadina e insinuandosi nelle fragili menti di coloro che un tempo sono stati costretti ad affidare la loro intera esistenza nelle sue mani.
Ancora una volta, insomma, Wayward maschera un’oscura realtà trasformandola in avvincente finzione e suscita un concreto senso di terrore nello spettatore. Quest’ultimo tuttavia non potrà far altro che rimanere incollato allo schermo per assistere al crollo totale delle sue certezze, un episodio alla volta.

Crediti foto: https://www.netflix.com/tudum/articles/wayward-ending-explained
Un’unica certezza, però, rimarrà in piedi fino alla scena finale: anche nelle situazioni più disperate, un atto di ribellione può fare la differenza.
Ilaria Vicentini
Fonti:
https://www.esquire.com/uk/culture/tv/a68113871/wayward-based-on-a-true-story/
https://people.com/wayward-true-story-what-to-know-11820618
https://www.netflix.com/tudum/articles/mae-martin-wayward-plot-release-date-news
https://www.stateofmind.it/2024/11/campi-rieducazione/
