Festival delle Migrazioni 2025

Il Festival delle Migrazioni è tornato a Torino dal 10 al 14 settembre 2025. Questo evento esplora il tema delle migrazioni attraverso l’arte e la cultura e si distingue per approcci innovativi che coinvolgono il pubblico nell’analisi del fenomeno migratorio, permettendo di affrontare stereotipi e pregiudizi attraverso dibattiti e condivisione di esperienze.

Momenti importanti del festival sono stati la cena delle cittadinanze, in cui i partecipanti hanno condiviso cibo originario di diverse culture, e lo spettacolo della compagnia The Palestinian Circus, che racconta la vita dei rifugiati.

@_giuliia_costa_

«Green Border»

Il nuovo film di Agnieszka Holland, una delle registe più importanti del cinema polacco, è un pugno nello stomaco. Intrecciando le vite di una famiglia siriana, un gruppo di attivisti e un soldato, ci mostra la violenta realtà del confine tra Polonia e Bielorussia. La regista sferra un duro attacco alle autorità del suo Paese, che le ha risposto tentando di boicottare il film all’uscita al cinema. Il nostro redattore Fabrizio Mogni (@fabriziomogni_ph) analizza la pellicola, di estrema necessità e attualità, in sala dall’8 febbraio.

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Si salvi chi può! Il naufragio di Pylos e la ricerca del Titan: l’apoteosi della disuguaglianza

Per giorni, i principali canali d’informazione europei hanno puntato i riflettori sulla vicenda del Titan, il sommergibile della OceanGate Expedition imploso nelle profondità dell’Oceano Atlantico. Un epigono degno del più macabro dei thriller, che ha tenuto il pubblico incollato agli schermi. Intanto, pochi giorni prima del decesso dei cinque miliardari, un peschereccio partito dalla Libia è naufragato in Grecia, al largo dell’isola di Pylos, portando con sé più di 600 persone, oggi disperse. Com’è possibile che la notizia sia passata in sordina in Italia e all’estero? Ce ne parla la nostra redattrice, Micol Cottino (@_micol.03), nel nuovo articolo.

Perdere lo sguardo del “fanciullino”: i bambini in guerra

Cosa succede quando i bambini si trovano a crescere in un contesto di guerra, dove la realtà che conoscevano muta completamente? Per Giovanni Pascoli, il “fanciullino” è in grado di conservare sempre dentro di sé, anche quando cresce, innocenza e meraviglia nei riguardi del mondo. Ma è davvero così? Italino Calvino e Taika Waititi, presentano nelle loro opere due esempi di bambini che vivono la guerra e devono affrontare quindi sfide da adulti, allo stesso modo dei bambini nel campo profughi al confine tra Siria e Turchia raccontati dal reportage de “Il cavallo e la torre” di Marco Damilano.
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Il tacito rinnovo degli accordi Italia-Libia

2 novembre 2022: Palazzo Chigi tace e il Memorandum Gentiloni-Al-Sarraj si rinnova automaticamente. L’Italia continua ad adottare una politica di “protezione” verso una realtà discrepante rispetto ai dati empirici inerenti la realtà migratoria.

Ancora una volta, credenze fondate su stereotipi e convinzioni tradizionali prevalgono sulla solidità di fatti riportati da innumerevoli ricerche. La nostra redattrice Alessia Congiu (@origin-ale) descrive nel suo nuovo articolo il dipinto surrealista che il Governo italiano ha realizzato validando tacitamente un accordo disumano.

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Patria perduta e patria ritrovata: gli ebrei marocchini di Israele

La storia del conflitto israelo-palestinese è ben conosciuta e diffusamente dibattuta. Meno noti invece sono i movimenti migratori degli ebrei appartenenti alle comunità millenarie del Medio Oriente e del Nord Africa all’indomani della creazione dello Stato di Israele. Nel nuovo articolo di Eleonora Bolzan approfondiamo le circostanze e le ragioni che hanno spinto decine di migliaia di ebrei a lasciare il Marocco tra il 1948 e gli anni ’70.

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“Letale Disprezzo” negli accordi sull’immigrazione tra UE e Libia

L’agenzia delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (UNHCHR) nel mese di maggio ha rilasciato un rapporto nel quale vengono accusate le politiche di gestione dell’immigrazione lungo la rotta del Mar Mediterraneo centrale. In accordo anche con le parole dell’Alto Commissario Bachelet in occasione della presentazione, l’UE, gli Stati membri e le autorità libiche dovrebbero cambiare le pratiche in atto, perché con gli accordi attuali si verificano diverse violazioni dei diritti umani, dalla Libia all’arrivo in Europa. Ce ne parla @anna_franzu .

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La storia è sempre storia contemporanea

Era l’8 agosto del 1956 quando nella miniera del Bois du Cazier si consumò la tragedia nella quale persero la vita 262 minatori, di cui più della metà erano emigrati italiani. Il fenomeno delle migrazioni è antico e complesso, caratterizzato da violenze, difficoltà, lotte e pregiudizi. La paura del diverso, della novità è un’emozione intrinsecamente umana e partendo da questa consapevolezza bisogna agire. L’integrazione degli italiani in Belgio è un esito felice di questo incontro, difficile e sofferto. Oggi più che mai, in un mondo sempre più globalizzato e connesso, costruire una società all’insegna della multiculturalità e del rispetto dei diritti umani è un dovere e una responsabilità. Perché in fondo quello che ci rende tutti uguali è il nostro essere umani; Marcinelle non è poi tanto diversa dalla tragedia avvenuta a Lampedusa nel 2013. Nel suo nuovo articolo, Arianna Guidotto delinea il tema delle migrazioni in Italia dall’Ottocento ai giorni nostri.

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Rotta balcanica: non chiamatela emergenza!

In occasione dell’inizio del secondo semestre di lezioni per l’Università di Torino, si è tenuta una conferenza che aveva l’obiettivo di fare luce sulla rotta balcanica. Il processo migratorio è un fenomeno che fa parte della realtà sociale europea, è inutile cercare soluzioni che spostino il problema altrove, bisogna attuare delle politiche che possano migliorare le condizioni di vita di coloro che migrano, in maniera strutturale. È possibile, ce lo dicono diversi professionisti intervenuti durante l’evento organizzato dal Dipartimento di Culture, Politica e Società: giornalisti, docenti universitari e un eurodeputato hanno affrontato il tema da vari punti di vista. Anna Franzutti ce ne parla nel suo nuovo articolo.

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Politica o apolitica estera?

Ashraf Rami, nel suo nuovo articolo, ci accompagna in una riflessione su come l’Italia gestisce i propri affari esteri. Infausti esempi come il caso di Giulio Regeni, di Patrick Zaki e dei diciotto pescatori, sicuramente dimostrano la difficoltà del nostro Paese nel farsi valere nelle dinamiche internazionali. A prescindere dal colore politico, i governi che si sono succeduti nell’ultimo ventennio hanno dato la precedenza alle relazioni con l’Unione Europea, sfavorendo quelli con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Come mai? Forse per la crescente aggressività da parte di Turchia e altri, forse per la sempre più radicata paura dell’altro che i flussi migratori portano con sé, l’Italia tende a vedere il Mediterraneo unicamente come fonte di stress.