Quando una crepa appare sul fondo della piscina sotterranea, la tranquilla ruotine di tutti i suoi abituali frequentatori viene distrutta e nel giro di pochi mesi il loro posto sicuro viene chiuso definitivamente.

Tra i nuotatori abituali c’è Alice, malata di Alzheimer: le incrinature della piscina diventano così metafora delle crepe nella sua memoria; ma ecco che di fronte alla malattia di Alice c’è sua figlia, che non la abbandonerà e che si legherà ancora di più a sua madre, recuperando un passato che sembrava perduto.

Julie Otsuka in “Nuoto libero” ci racconta con uno stile delicato e penetrante il rapporto tra madre e figlia, un legame complesso ma indissolubile, che la malattia farà riemergere.

Ce ne parla la nostra redattrice Irene Rolando ( @irenerolando_ ).

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