Letters Live: come rendere omaggio alla parola

COM’È CAMBIATO IL NOSTRO RAPPORTO CON LA PAROLA

Pensiamo a quante lettere abbiamo mandato nell’ultimo anno. Ora pensiamo a quanti messaggi abbiamo inviato durante la giornata. La differenza di numero sarà di sicuro elevatissima, ma vista l’era storica in cui ci troviamo, questo è totalmente normale. Quello che invece è diventato più “anormale” è il nostro rapporto con la parola.

Non si può negare che il livello di comodità ed efficienza garantito dai messaggi  via Internet sia indiscutibilmente migliore rispetto a quello delle lettere, ma la comodità richiede il suo prezzo:  l’avvento dell’Instant Messaging ha causato un forte abbassamento del livello di lingua dei suoi utilizzatori, tant’è che il linguista Gaetano Berruto, nel 2010, ha dovuto modificare la suddivisione da lui ideata per rappresentare l’italiano contemporaneo.  Per la prima volta, l’italiano scritto (digitato) viene collocato nella sfera più bassa, più informale dello schema,  non richiedendo particolare sforzo da chi lo utilizza. La velocità ci chiede di sacrificare alcune accortezze tipiche dell’italiano scritto: appaiono con frequenza errori di battitura e di ortografia, si inseriscono espressioni tipiche del parlato, che ci portano a trascurare la lingua, a metterla in secondo piano.

Ma la cura delle parole è anche cura di sé perché ci permette di rappresentare ed elaborare meglio quello che vogliamo comunicare. Questo è un concetto che chi scriveva (o scrive) lettere aveva ben in mente, ma che oggi sembra venire meno.

LETTERS LIVE: RIDARE POTERE ALLA PAROLA  

L’importanza della cura della parola viene messa in luce dal progetto inglese “Letters Live”. Ideato nel 2013 a Londra, esso consiste in una serie di eventi dove attori, scrittori e grandi esponenti della cultura inglese mettono in scena lettere di ogni tempo e spazio.

Tra le penne più note si trovano: David Bowie, Mohandas Gandhi, Elvis Presley, Charlotte Brontë e Che Guevara a cui danno voce grandi interpreti quali Benedict Cumberbatch, Olivia Colman, Ian McKellen e Chimamanda Ngozi Adichie.

Nonostante si possa assistere alla lettura di lettere di personaggi storici ed emblematici, altre lettere hanno la firma di persone più “comuni” che, con la loro ironia e saggezza, riescono a rendere degni di nota anche fatti che all’apparenza sembrerebbero ordinari. I contenuti delle lettere spaziano da sentimenti e pensieri riconducibili a eventi storici (lettere di soldati dal fronte, una lettera scritta da una suffragetta al Daily Telegraph) a eventi più quotidiani e mondani (lettere di fan ad attori e cantanti, lettere a un figlio appena nato o al proprio cane), senza escludere temi di attualità e di forte rilevanza sociale (lettere di rifugiati, sul femminismo, sull’ecologia).

Promozione evento “Letters Live” (@YouTube)

Grazie alla lettura delle diverse lettere e alla cura data alle parole, gli spettatori (o gli ascoltatori se si usufruisce dei video resi pubblici su YouTube),  saranno proiettati in realtà lontane da loro nel tempo e nello spazio, o spinti ad osservare meglio quella in cui si trovano. Il potere evocativo delle varie performance crea immediatamente uno stretto legame tra  gli autori delle lettere ed il pubblico, permettendogli di vedere per un attimo il mondo attraverso le proprie lenti ed arricchendo enormemente il loro sguardo sulla realtà.

Se oggi sentiamo un po’ la mancanza di ricevere messaggi per posta (oltre che bollette o multe), “Letters Live” ci permette per qualche minuto di essere i destinatari di quelle lettere, facendoci diventare cantanti, presidenti o famigliari di sconosciuti.

Tutto questo è possibile grazie alla magia e alla cura delle parole.

Maël Bertotto

(Copertina immagine: https://artslife.com/2021/08/26/restauro-dipinto-vermeer-cupido-nascosto-significato/)

|Per approfondire:

– Sito Internet dell’evento: https://letterslive.com/

– Canale YouTube Letters Live: https://www.youtube.com/@LettersLive/videos

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