Tra storia e finzione
Allacciate i corsetti, sistemate i gemelli nei polsini e sedetevi comodi, perché l’universo di Bridgerton è pronto a stupirci con una nuova storia! Dopo l’enorme successo delle prime due stagioni della serie, e attendendo con impazienza la terza, Netflix ci ha stupito con una miniserie dedicata alla regina Carlotta, moglie di re Giorgio III. Il primo episodio inizia con un messaggio di Lady Whistledown nel quale dichiara che “Questa è la storia della regina Carlotta di Bridgerton. Non è una lezione di storia – è finzione ispirata dai fatti. Tutte le libertà prese dall’autore sono intenzionali”.
Quindi la domanda è: ma cosa c’è di vero? Già nella prima e nella seconda stagione di Bridgerton il personaggio della regina era stato interpretato dalla bravissima Golda Rosheuvel; non ha dunque stupito che la scelta dell’attrice per questo prequel, dedicato appunto alla storia della regina Carlotta e del suo matrimonio con re Giorgio, sia caduta su un’altra giovanissima attrice afrodiscendente.
Chi era Carlotta prima di diventare regina? Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, nacque nel 1744 in Germania dall’unione tra il duca Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz e la principessa Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen. Cresciuta nel castello di Mirow, circondata dalle campagne, Carlotta sviluppo sin da bambina un interesse per le arti, soprattutto per quella della scrittura e della musica. Nonostante il suo lignaggio non fosse reale e in Europa vi fossero pretendenti ben più qualificate (in termini di posizione sociale) la scelta di re Giorgio ricadde su Carlotta poiché essa risplendeva tra le altre nobildonne per il temperamento vivace e curioso, oltre che per la forte espressività.
Aveva davvero origini Africane come è stato fatto intendere nella serie? Purtroppo non è possibile dare una risposta chiara e certa a questa domanda; ancora oggi gli storici discutono sull’ipotesi che la regina potesse avere o meno la carnagione scura e lineamenti africani. Alcuni storici sostengono che la regina, benché nata e cresciuta in Germania, avesse tra i suoi discendenti un ramo africano della famiglia reale portoghese, ed una connessione con la nobile portoghese Margarita de Castro e Souza, figlia di Alfonso II e della sua amante di origine africana. Questa parentela risulterebbe però troppo distante per influenzare l’incarnato della regnante. Il dibattito è poi stato ulteriormente alimentato dalla presenza di alcuni ritratti della sovrana nei quali i suoi lineamenti ne rifletterebbero le origini africane.
Quanto c’è di vero della sua storia d’amore con re Giorgio? Convolati a nozze quando Carlotta aveva solo diciassette anni, dopo mesi di fidanzamento a distanza, rimasero poi sposati per ben cinquantasette anni. Nessuno può dire con certezza se fossero veramente innamorati, ma riuscirono certamente a costruire una relazione solida e di sostegno, rispondendo alle sfide sia personali che politiche. Giorgio, devoto alle scienze e alla cultura, soffrì per anni di problemi di salute mentale, e la regina Carlotta rimase comunque al suo fianco, almeno finché le sue condizioni non peggiorarono rendendolo sempre più instabile e violento.
Cosa ci ha lasciato questa serie? Beh, sicuramente non è un documentario e nessuno mettendosi davanti allo schermo penserebbe seriamente di essere di fronte ad una lezione di storia, dunque il fatto che vi siano stati tagli e invenzioni originali non stupisce il pubblico; d’altro canto però è importante sottolineare come la storia di Carlotta apra un’opportunità per esaminare la questione della “razza”, dentro e fuori la serie. Queen Charlotte mette al centro del dibattito le questioni razziali che hanno coinvolto la famiglia reale inglese anche di recente, ma non solo; gli autori della serie hanno scelto un’attrice di colore per interpretare la regina (sia in Bridgerton che in Queen Charlotte) e questa loro scelta ha certamente influenzato e fatto riflette gli spettatori.
Questa serie ci dimostra ancora una volta come anche prodotto creato con l’obiettivo di intrattenere possa poi diventare uno strumento per affrontare questioni importanti, educare e lasciare vivi spunti di riflessione hai suoi fan.
Jessica Pons
