Il nuovo film di Miyazaki arriva anche in Europa

How do you live?, in italiano Il ragazzo e l’airone. È questo il titolo del nuovo lungometraggio di Hayao Miyazaki.
È una storia un po’ particolare, quella del film: non c’è stata alcuna campagna pubblicitaria se non qualche still e un trailer passato piuttosto in sordina. E sebbene l’ultimo prodotto del regista giapponese fosse datato dieci anni fa – parliamo di Si alza il vento nel 2013 -, in patria il nuovo titolo ha incassato più di 11 milioni di dollari nel weekend della sua prima, il 14 Luglio.
In Italia il film sarà proiettato nelle sale a partire dal primo gennaio 2024, ma sarà possibile vedere il film in anteprima ad alcuni festival europei: in Spagna il San Sebastián International Film Festival si è aperto infatti il 22 settembre con la nuova pellicola. How do you live verrà ancora proiettato ad ottobre allo Stiges, festival catalano, e poco dopo a Lione, in occasione del Lumière Film Festival, per poi sbarcare a Roma tra il 18 e il 29, alla XX edizione del festival Alice in Città.

La trama

Ma di che cosa parla il film?
Questa volta il regista ha tratto ispirazione dal romanzo del 1937 E voi come vivrete? di Genzaburō Yoshino, ma attenzione: le similitudini tra libro e film si fermano più o meno qua. Nonostante il titolo sia il medesimo, e nonostante entrambe le opere vogliano essere racconti di formazione che attingono all’introspezione dei rispettivi protagonisti, il soggetto di Miyazaki non può che divergere totalmente da quello di Yoshino.
Il ragazzo e l’airone – senza spoiler – narra la storia del giovanissimo Mahito, obbligato a trasferirsi in campagna dal padre, un produttore di aerei da guerra durante la Seconda Guerra Mondiale, da poco risposatosi dopo aver perso la prima moglie. La casa in campagna, che inizialmente rappresenta un obbligo verso cui Mahito non può far altro che piegarsi, diventa però il perno dell’azione: è all’interno di quelle mura che il protagonista incontra un airone parlante pronto a mostrargli la via per un mondo diverso, incantato, che prima ha inghiottito la mamma di Mahito e dove ora si è anche persa la sua matrigna.
I tratti dell’opera, tipici di quelli del Maestro – è semplice azzardare un paragone con titoli come La città incantata e Si alza il vento – rimandano dunque a quell’escapismo magico tanto caro al regista, che nella forza dell’immaginazione e del bizzarro delinea uno strumento per esorcizzare il lutto, il dolore, l’incapacità di sentirsi parte del proprio presente.

Sarà questa l’uscita di scena del Maestro?

Miyazaki stesso ha definito il film come un’opera «testamentaria», dedicando l’opera alle generazioni più giovani e in particolare al nipote: «il nonno se ne andrà presto nell’aldilà, ma si lascia alle spalle questo film».
In realtà il regista non ha dichiarato ufficialmente che questa sia la sua ultima produzione, anzi, dopo il 2013 – quando con l’uscita di Si alza il vento – Miyazaki aveva proclamato di prendersi una pausa di durata indeterminata, in molti si erano arresi all’idea di non vedere più una nuova opera del Maestro, mentre oggi le cose sono a ben vedere cambiate. Quello che è evidente, però, è che la produzione di un film della portata di How do you live? richiede un dispendio di tempi e energie così impegnativo che il regista giapponese, oggi ottantaduenne, preferirebbe impegnare in un altro modo. Del resto, il motivo del preannunciato hiatus nel 2013 era stata proprio l’incapacità di sostenere i ritmi lavorativi richiesti dagli studi.

Il lungometraggio, che potrebbe essere presentato agli Oscar, rimane ad ogni modo l’ennesimo capolavoro del Maestro che ancora oggi incita i suoi spettatori a sognare e a ritrovare quell’innocenza bambina, quella spinta a vivere, che il mondo molto spesso plumbeo da cui siamo circondati vorrebbe invece strapparci. Perché, per ammissione di Miyazaki stesso: «Quando si cerca il paradiso è necessario tornare con la memoria alla propria infanzia».


Rebecca Isabel Siri

Crediti immagine di copertina: @ghibli.dose on Instagram

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