Dream Scenario, la viralità onirica

Il regista norvegese Kristoffer Borgli continua a indagare la popolarità e le sue conseguenze (positive e negative) sulla vita delle persone dopo il suo film Sick of myself. Mentre in quest’ultimo metteva in scena la storia di una ragazza che aveva un disperato bisogno di attenzioni e che desiderava ossessivamente essere vista dagli altri, al punto da farsi venire una malattia della pelle pur di ottenere il riconoscimento degli amici e del fidanzato, in Dream Scenario la visibilità è assolutamente improvvisa e non è ricercata in nessun modo dal protagonista.

Paul Matthews (interpretato da Nicolas Cage), un professore di biologia che conduce una vita semplice e monotona, senza grandi emozioni o successi lavorativi, non ha nessuna idea di quello che gli accadrà. In breve tempo infatti apparirà nei sogni di decine, centinaia e poi migliaia di persone, facendolo diventare l’uomo più interessante del momento. Si ritrova (lui e la sua famiglia) quindi catapultato dentro a una popolarità non voluta, ma che inizia a piacergli. Essere riconosciuto dagli altri è appagante, lo rende fiero anche se non ha nessun merito speciale per la sua visibilità. Cerca allora di sfruttare a proprio vantaggio la situazione per pubblicare un libro sulle formiche che aveva in programma da molto tempo, sebbene in realtà non lo avesse neanche iniziato, ma l’azienda che lo accoglie vorrebbe averlo solo come testimonial pubblicitario di marche che vogliono apparire nei sogni della gente.

Crediti: The Guardian https://www.theguardian.com/film/2023/nov/11/dream-scenario-review-nicolas-cage-is-at-his-very-best-in-savagely-funny-comedy-kristoffer-borgli

La sua notorietà gli si ritorce contro quando all’improvviso il suo alter ego nei sogni diventa violento e spaventoso. La gente inizia a evitarlo e a disprezzarlo, perché è la causa dei traumi onirici di migliaia di persone. Fondamentalmente perde tutto ciò a cui teneva nella vita, dalla famiglia all’amore di sua moglie, perché ormai era diventato un peso insostenibile. La sua fama è ora dovuta agli incubi che causa alle persone, ma viene riciclata e utilizzata per pubblicare il suo libro, sfruttando comunque il momento di popolarità. Infine, come all’improvviso era entrato nei sogni della gente, scompare, ritornando ad essere quasi uno sconosciuto come prima.

Borgli vuole mettere a nudo il sistema della viralità dei nostri tempi, in particolare la popolarità dei social media. La scelta di Nicolas Cage come protagonista è funzionale soprattutto perché, come tanti altri attori e non solo, deve la sua fama anche ai template dei meme creati su di lui. Proprio perché lui stesso può rispecchiarsi nel personaggio di Paul, dato che ha acquisito la sua fama in parte dai social senza volerlo (anche perché non esistevano nemmeno nella prima parte della sua carriera), è l’attore perfetto per questo ruolo.

Prendendo spunto dalla mente collettiva junghiana, che ipotizzava personaggi ricorrenti nei sogni di più persone, il film crea un paradosso per cui tutto ciò che accade a Paul avviene al di là della sua volontà, perché non è responsabile delle azioni del suo alter ego onirico, ma tutti lo elogiano o lo incolpano lo stesso. Ed è proprio qui che ancora una volta si pensa a come un video o una foto sui social possa far diventare virale una persona, senza necessariamente che l’abbia veramente voluto. Forse il vero inconscio collettivo dei nostri tempi è rappresentato dai social, o perlomeno dalle bolle in cui ognuno di noi si trova rinchiuso. Un altro ottimo film targato A24 che conferma la validità della casa produttrice più originale degli ultimi anni.

Fabrizio Mogni

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