I Wanted to name our cats
Our Gang – Charles Bukowski
Erza, Celine, Turgenev,
Ernie, Fydor and
Gertrude
but
being a good guy
I let my wife
name them
and it came out:
Ting, Ding, Beeker,
Bhau, feather and
Beauty.
nary a Tolstoy
in the whole bloody
batch.
Compagni di vita, di sbronze e di scorribande. I gatti, per Bukowski, hanno da sempre rappresentato un tassello fondamentale nella sua vita, tanto da diventare spesso protagonisti e personaggi delle sue poesie. Citando le parole di presentazione presenti nella raccolta “Sui Gatti” curato da Simona Viciani per Ugo Guanda Editore: “Con i gatti ha scelto di condividere l’esistenza, lasciando che camminassero sui tasti della macchina da scrivere”. Questa raccolta, attingendo dai manoscritti originali, presenta al lettore un lato spesso dimenticato, molto particolare di questo autore, attraverso le innumerevoli avventure dei gatti di Bukowski. Troveremo questi felini in diverse situazioni e con diverse funzioni: a volte saranno i protagonisti, altre volte delle semplici comparse; ancora degli amici, o dei distruttivi nemici. Si arriverà anche a un inversione dei ruoli, il poeta si farà gatto e viceversa. I gatti, insomma, diventano il tramite con cui analizzare l’esistenza e le situazioni; diventano, in questa raccolta, l’oggetto e lo strumento della ricerca poetica di Bukowski.
A cat walks by and shakes Shakespeare
off his back.
I don’t want to draw
like Mondrian,
I want to draw like a sparrow eaten by a cat.
Ecco che il gatto che si fa portatore di poesia e si scrolla di dosso non di meno che Shakespeare, dal suo pelo cadono i versi. Il gatto viene qui elevato come figura fondamentale nella poetica di Bukowski, come figura quasi ispiratrice, ma poi il Poeta dichiara come voglia disegnare e comporre le sue poesie. Il gatto, figura ricolma di poesia, uccide, stritolando e mangiando come un passero l’Io che proprio a quella condizione aspira, poiché rifugge il disegno schematico e, oserei dire, rigidamente perfetto, di Mondrian, verso qualcosa di più caotico e sgangherato. Immaginate: come potrebbe disegnare un passero in procinto di morire?
Le Fabbriche, le prigioni, le notti e i giorni
ubriachi, gli ospedali mi hanno rammollito
e sbatacchiato come un topo in bocca a un gatto
frenetico: la vita.
Da una dichiarazione poetica, tale condizione di sbatacchiamento, si riflette indelebilmente sull’esistenza del poeta, noto per il suo “leggendariamente sgangherato” tenore di vita, un Hemingway per le persone comuni, con tutti quei risvolti così controversi e caotici che, a loro volta, ritornano a influenzare la poetica. Un mutuo scambio tra vita e poesia.
non sempre odio il gatto che uccide l’uccello
odio solo il gatto
che uccide me…
amica luna, amico gatto, non chiedere pietà
o punizioni o doni,
solo quiete e lavanda. e case. pennelli.
movimento
come in una ciotola.
oh giovane uomo di Princeton che tiri boccate in una pipa.
oh giovane uomo di Harvard che tiri boccate
e scarabocchi libri in cerca di sicurezza,
per l’amica luna, l’amico gatto
non avete giustificazione
non siete altro che sbuffi rosa e nuvole
pastello
inutili come le mutande della mia ragazzasul pavimento
o come la mia ragazza sul pavimento
che ansima pronta per l’esplorazionecome i Pini di Roma di Ottorino Respighi.
I do not always hate the cat that kills the bird, only the cat that kills me… – Charles Bukowski – traduzione di Simona Viciani
… albero pieno d’uccelli rende giustizia.
o terra pieno di vermi.
o gente pien di terra.
giustificazione.
camminiamo sopra al tappeto di mezzanotte
né ubriachi né sognanti né drogati.
e quando la finestra sbatterà violentemente
con l’arroganza e la scoreggia del cannone
o quando il clacson gonfia la tromba come un fallo
o il rinoceronte ruggisce nel suo sogno di gelato,
ruggisce come i peli sul tuo braccio
posando la puntina su The Comedians di Kabalevskij
mentre i dici centesimi cominciano a respirare
e la Povera vecchia Dolores Costello
è arrotolata su un vecchio mulinello nello sgabuzzino
come una lenza.
sono con voi… amica luna e gatto:
giriamo un orecchio, un occhio,
quieti nella loro storia, poi
si volta pagina, luna e gatto.
ci si lascia alle spalle
le cose bruciate della vecchia domestica
oltre i Van Gogh e i Rembrandt
appesi come foglie…
alla cime del tetto, stasera:
ai continenti di esattezza
al suono che fa girare il mondo.
Il gatto ancora uccide l’Io e, in una strana contraddizione, questo suscita odio nei confronti di quella creatura a cui prima si chiedeva esplicitamente di uccidere quello stesso Io. Un continuo mutamento delle parti e dei voleri che sfociano in una finale immedesimazione sotto forma di alleanza tra l’Io, il gatto e la luna che criticano i giovani di Princeton e Harvard, che si interrogano sulla relazione amorosa, che ricadono nella passione per la musica. Un viaggio, insomma, nelle diverse tematiche della vita; un viaggio che lascia alle spalle quei continenti di esattezza e quel suono che fa girare il mondo.
Matteo Bonino
Crediti immagine di copertina: https://www.facebook.com/uma.museum/photos/a.818504678310050/1043079072519275/?type=3
