Il nuovo podcast di Chora Media sugli attentati palestinesi degli anni Ottanta in Italia
Quando sono cominciate le tensioni israelo-palestinesi? L’Italia è mai stata teatro di questo scontro? Il nuovo podcast Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere di Pablo Trincia e Luca Lancise – disponibile gratuitamente su Chora Media, Spotify e Sky TG24 – risponde a queste e altre domande, esplorando fatti poco noti della storia recente e soprattutto interrogandone i testimoni.
Ripercorriamo brevemente gli sviluppi della storia del “sangue amaro” tra israeliani e palestinesi. Le prime tensioni si riscontrarono negli anni Trenta del secolo scorso, quando decine di migliaia di ebrei europei decisero di migrare verso la Palestina a seguito dell’avanzare dell’antisemitismo in Europa. L’ostilità nacque perché gli ebrei migranti arrivarono in Palestina già con l’idea di formare un proprio Stato. I più ricchi cominciarono dunque a comprare dei poderi dai grandi proprietari arabi, per poi rimpiazzare i braccianti palestinesi autoctoni con i nuovi migranti ebraici. Le tensioni incrementarono ancora con la creazione, nel 1948, dello Stato di Israele, a cui l’ONU attribuì i due terzi del territorio precedentemente occupato dai palestinesi, nonostante la proporzione tra popolazione israeliana e popolazione palestinese fosse di 40 : 60. Nello stesso anno quest’ultima, con il supporto di altri stati arabi, mosse guerra contro lo Stato di Israele che – essendo largamente armato – pose fine al conflitto in breve tempo, riducendo i territori degli sconfitti alla nota Striscia di Gaza. I palestinesi che abitavano le zone ora conquistate da Israele – circa settecentomila persone – furono costretti a lasciare le proprie abitazioni e ad ammassarsi negli improvvisati campi profughi dei vicini paesi arabi. Nacquero così diversi gruppi armati allo scopo di liberare la Palestina, il più importante dei quali è l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). L’OLP, oltre a esercitare pressione sui confini israeliani e a condurre delle guerriglie, ebbe un’ala estremista che in breve tempo si separò dall’organizzazione per fondarne una propria. La nuova organizzazione sorta, chiamata al-Fatah e capeggiata da Abu Nidal, ebbe lo scopo di organizzare ed effettuare attacchi terroristici contro l’Occidente, percepito come alleato dei nemici israeliani. Proprio qui, dunque, entra in gioco l’Italia, che rientrò per l’appunto tra i Paesi scelti per gli attentati. Uno dei più tristemente noti fu quello avvenuto all’aeroporto di Roma Fiumicino il 27 dicembre 1985, in cui tre terroristi spararono e lanciarono granate sui passeggeri in attesa di fare il check-in. La strage contò 13 morti e 120 feriti.
Lungo le diverse puntate, Pablo Trincia e Luca Lancise intervistano tanto i sopravvissuti quanto i fautori di tali stragi, da poco usciti dal carcere dopo aver scontato una pena trentennale. La coralità messa in piedi dal podcast permette dunque di comprendere – ma mai giustificare o condividere – quali pensieri corrano nella mente di un attentatore in arrivo da un Paese dilaniato dalla guerra. In questo senso, risulta di primaria importanza la testimonianza di un ex-attentatore palestinese che all’epoca della strage aveva a malapena quindici anni. Un ragazzino, con alle spalle una vita passata prima nelle baracche di un campo profughi, poi nelle trincee di una guerra di confine, infine nelle fila di un’organizzazione terroristica.
Pur narrando fatti degli anni Ottanta, dunque, il podcast risulta essere un prezioso mezzo per poter comprendere non solo la decennale e sfaccettata storia del conflitto israeliano-palestinese, ma anche le gravi conseguenze di questi attriti sui singoli individui.
Marta Costa
