“L Università sarebbe più meritocratica se al posto di fare cose strane si mettesse un limite ai fuoricorso, facciamo 2 anni”
Questo il tweet che ha scatenato la recente ed ennesima polemica su X (ex Twitter) scritto da una ragazza che propone, per l’appunto, di porre un limite massimo per i fuori corso.
L’università italiana é da sempre oggetto di critiche: lezioni lunghe e talvolta datate, orari mal organizzati, esami sibillini e segreterie studenti che vengono descritte come creature mistiche e leggendarie.
Sono diversi i punti sui quali si potrebbe lavorare per migliorare la qualità delle università italiane: dall’organizzazione interna a partire dalle strutture, non é inusuale leggere sui giornale di studenti che seguono lezioni seduti per terra per mancanza di posti, o addirittura all’interno di cinema o simili quando a mancare sono direttamente le aule.
Soltanto nel settembre scorso, Repubblica riportava la notizia di studenti dei primi anni di diversi corsi di studio, tra cui medicina, fisica e farmacia, che si sono ritrovati a fare lezione nell’UCI Cinema di Lingotto.
Per questi e molti altri motivi cercare di trovare una ‘soluzione’ tagliando fuori quegli studenti che impiegano più tempo di altri nel completare il proprio percorso di studi, risulta quantomeno arrogante e, francamente, anche un po’ ingenuo.
Il peso psicologico
In generale gli studenti italiani, e in particolare quelli universitari, vivono in situazioni di forte stress. Una piuttosto recente ricerca dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca dalla University of Surrey (UK) ha ottenuto risultati preoccupanti: circa il 67% degli studenti universitari mostra atteggiamenti o sintomi di ansia sociale. Il 20% di questi ha confermato di soffrire di ansia sociale generalizzata o depressione.
Per questo motivo trasformare un ambiente di per se già stressante e competitivo, in una gara a “chi vince per primo” sarebbe altamente controproducente.
Inoltre, é doveroso ricordarsi che non tutti gli studenti universitari hanno a disposizione le stesse risorse: non tutti possono permettersi di dedicarsi completamente allo studio. Dare per scontato che ogni studente viva in una situazione socio economica agiata tale da permettergli di dedicarsi esclusivamente all’università, è un discorso tanto irrealistico e classista. Soprattutto in un contesto storico e socio-economico in cui i costi legati allo studio sono in continuo aumento, in particolare nel privato, ma anche nel pubblico considerando anche trasporti e alloggi.
Si stima che le spese mensili di uno studente in Italia vadano dai 700 ai 1200 euro.
Non solo studenti, ma anche lavoratori
Il quadro è chiaro: secondo una ricerca portata avanti dall’Unione degli Universitari e Cigl, il 17% degli studenti iscritti in un’università italiana lavora.
Nella maggior parte dei casi si tratta di lavori part-time, come commessi o nella ristorazione, le motivazioni vanno dal potersi permettere i libri o lo spostamento per andare in università, all’indipendenza economica per non gravare sui genitori, a situazioni di difficoltà all’interno del nucleo familiare. Lavorare e frequentare contemporaneamente un percorso universitario non è, quindi, quasi mai una ‘scelta’: si tratta, nella maggior parte dei casi, di necessità.
Arrivare alla laurea dopo qualche anno di fuoricorso non è nè una situazione così insolita nè motivo di vergogna, può succedere per i motivi più disparati e nessuno di questi è più o meno valido dell’altro.
Nonostante ciò troppo spesso sentiamo ancora di giovani studenti che, schiacciati da un grande senso di inadeguatezza e delusione, finiscono con lo sviluppare forti depressioni o, nei casi più estremi, anche al tentare il suicidio.
Servizi per gli studenti
Per questo motivo e bene ricordare che in tutte le università sono presenti risorse di sostegno psicologico a disposizione di tutti gli studenti. In particolare UniTo offre, con il suo Spazio di Ascolto di Ateneo: “un’attività di supporto e accompagnamento all’analisi, alla gestione delle criticità e allo sviluppo di risorse utili per una buona qualità di vita universitaria”, come possiamo leggere sulla pagina ufficiale. Attraverso questo servizio gli studenti hanno a disposizione fino a un massimo di cinque sedute gratuite specialisti e specializzandi della Scuola di Psicologia della Salute del dipartimento di Psicologia.
Potete trovare maggiori informazioni a esito link: https://www.unito.it/servizi/lo-studio/supporto-psicologico
Vi ricordiamo anche il Numero Verde di assistenza psicologica attivo tutti giorni dalle 8.00 alle 24.00: 800.833.833
I volontari di Telefono Amico Italia sono disponibili tutti i giorni i dalle 10.00 alle 24.00 al 02.2327.2327
Prendetevi sempre cura di voi.
Alice Musto
Fonti:
