No alle aggravanti di stalking e crudeltà per Filippo Turetta: l’invisibilità della violenza di genere

Nonostante l’efferatezza dell’uccisione di Giulia Cecchettin, la sentenza della Corte d’Assise di Venezia ha escluso l’aggravante di crudeltà per Filippo Turetta. Le settantacinque coltellate inferte non sarebbero dunque sufficienti per riconoscere la crudeltà del brutale delitto commesso. Non gli è stata riconosciuta nemmeno l’aggravante di stalking, sebbene vi siano molteplici testimonianze relative al suo comportamento ossessivo e talvolta coercitivo. Questi elementi, ampiamente documentati, avrebbero dovuto fornire una visione più completa del femminicidio, che si inserisce in un contesto di violenza di genere strutturale.

Spesso coloro che subiscono violenza di genere diventano vittime due volte: non soltanto per colpa del carnefice, ma pure a causa di un sistema giuridico affetto da una grave miopia, tendente alla cecità. L’esclusione delle aggravanti di stalking e crudeltà è indice delle profonde lacune del sistema giudiziario, che si mostra incapace di cogliere pienamente la portata di certi crimini. Questo caso mette in luce un rilevante problema sistemico, ovvero l’incapacità del diritto di rispondere in maniera adeguata alla complessità dei crimini legati alla violenza di genere. Il mancato riconoscimento di tali aggravanti, infatti, costituisce un atto che ridimensiona simbolicamente la gravità degli atti commessi da Turetta.

Negare lo stalking cancella il contesto, quella rete di controllo e prevaricazione culminata infine nel delitto. Benché Turetta sia stato condannato all’ergastolo, sono stati minimizzati i fattori che avrebbero permesso di contestualizzare meglio e comprendere a fondo la dinamica del delitto. Non si tratta solo dell’atto finale, della brutale violenza fisica, ma anche della violenza psicologica, di un’intera catena di comportamenti, quali il controllo, la persecuzione, l’ossessione. La cecità di fronte a tutto ciò rappresenta una seconda forma di violenza, una violenza simbolica, che omette, ignora, riduce e distorce.
Ci troviamo di fronte a un paradosso: la violenza di genere è sotto gli occhi di tutti, ma evidentemente è sottovalutata nella misura in cui la protezione offerta dalle leggi si rivela inadeguata.

Marina Palumbieri

Fonte immagine in evidenza: https://www.tempi.it/giulia-cecchettin-paraocchi-del-patriarcato/

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  1. Avatar di Paola Stella Paola Stella ha detto:

    🎀 In presenza di un delitto efferato, l’ergastolo ci sta ~ Nondimeno bisogna distinguere tra un Impagnatiello e un Turetta ~ Sono palesi le differenze tra i due soggetti, anche se resta la gravita’ del delitto ~ Credo che il Turetta potrebbe forse essere recuperato, come si evince da certi comportamenti tenuti in tribunale ~ Ma non so se lo sara’, poiche’ qui in Italia la psiche e’ ancora una cosa strana ~ Ritengo inoltre che un ergastolo vada assegnato con cautela, poiche’, assegnato ad un ventenne costituisce una pena di morte ~ L’avvocato del Turetta, Giovanni Caruso, ha esercitato una difesa di notevole livello, anche se non tutti lo hanno apprezzato ~ Il “crucifigge” delle masse a volte e’ cieco o strabico ~ Ed anche pericoloso.
    Buona serata!

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