Il nuovo semestre dell’anno accademico è già cominciato da alcune settimane, le giornate si stanno allungando e il caldo primaverile sembra forzare il proprio ingresso con vigore, segnalando l’arrivo – forse eccessivamente in anticipo – della stagione della rinascita. Questo risveglio della natura costituisce lo sfondo di un altro tipo di rinascita, quello segnato dal grido che risuona nell’aria: “Sorella, io ti credo”. Le manifestazioni femministe sono tornate a risvegliare piazze e corridoi.
In realtà, non si sono mai fermate, a fronte tuttora di una presenza di pratiche sessiste e ideologie patriarcali.
A scatenare più dissensi è l’ambito delle accuse di molestie e/o violenze sessuali, nel quale le testimonianze delle vittime sono spesso minimizzate e considerate infondate. Non è raro che si dubiti di una persona che afferma di aver subito una violenza e che si imponga nella società un forse che fa immediatamente vacillare la credibilità del suo vissuto.
In generale colui che viene dichiarato colpevole sembra essere per lo più “tutelato”, mentre la storia della donna approfittatrice e bugiarda risulta essere particolarmente diffusa.
Negli ultimi mesi un episodio che ha scatenato numerose proteste nel fronte femminista è avvenuto nella nostra Università e si lega alle accuse di presunte molestie verbali mosse da parte di due dottorande contro il professore del dipartimento di Filosofia Federico Vercellone; pare, inoltre, che testimonianze delle studentesse fossero maggiori e fossero cominciate già nel 2023 (La Repubblica), eppure i provvedimenti sono arrivati solo dopo mesi di profondo malcontento mostrato da parte dei collettivi universitari (Corriere Torino).
Dopo un mese di sospensione, il professore è tornato a svolgere il suo ruolo in cattedra. A partire dal febbraio 2025 Vercellone avrebbe dovuto riprendere a insegnare a Palazzo Nuovo. La notizia ha destato in molti le seguenti domande: le istituzioni che ruolo svolgono nei confronti delle donne? È assennato porre in secondo piano la sicurezza e la serenità delle studentesse?
All’inizio del secondo semestre, le grida, gli striscioni e le marce non hanno tardato a rivendicare nuovamente il diritto delle donne a essere credute e protette, tanto da spingere il collettivo transfemminista Mai Più Zitt3 a boicottare le lezioni del professore. Nel giorno d’inizio del corso tenuto dal professore (20 febbraio), l’aula era totalmente vuota: Vercellone ha deciso all’ultimo di tirarsi indietro, rinunciando alla cattedra.
Non si tratta di un caso isolato e, anzi, questi avvenimenti sono piuttosto frequenti quando le persone interessate sono note al pubblico e godono pertanto di un supporto di alto livello. Non può passare di mente il recente caso del filosofo Leonardo Caffo, condannato per lesioni ai danni dell’ex compagna, ma difeso e protetto fino all’ultimo da amici e colleghi appartenenti alla sfera di intellettuali italiani. Il 7 dicembre 2024 è stato invitato alla Fiera dell’editoria indipendente Più Libri Più Liberi, tre giorni prima del suo processo. Il dissenso è stato clamoroso, soprattutto dal momento che la direttrice della fiera, la scrittrice autoproclamatasi “intellettuale femminista” Chiara Valerio, aveva dedicato quell’edizione a Giulia Cecchettin e ha difeso il suo invito all’amico con la giustificazione della “presunzione d’innocenza”. Alla fine, quando le proteste si sono fatte sempre più rumorose, lo stesso Caffo ha deciso di non presentarsi alla fiera e successivamente, durante il processo, è stato dichiarato colpevole.
Anche in questo caso, giustizia è stata fatta dal basso. Laddove denunciare è sempre più difficile e le procedure nei confronti delle vittime di violenze e/o molestie per dimostrarsi tali sono lente e non sempre efficaci, le istituzioni sono considerate le principali responsabili, in quanto non tutelano a sufficienza, a tal punto che risulta “normale” invitare un uomo sotto accusa per violenze a una fiera dedicata a una vittima di femminicidio.
Appare necessario che il risveglio della natura che fiorisce in primavera sia accompagnato da quello delle coscienze, tante delle quali devono ancora prendere atto del fatto che molte donne sentono di doversi far giustizia da sole.
Monica Poletti
Immagine di copertina: Pinterest
Fonti:
Torino Cronaca: https://torinocronaca.it/news/cronaca/465845/molestie-all-universita-di-torino-proteste-contro-il-prof-e-lui-rinuncia-al-corso.html
