Torino Underground Cinefest 2022: alla ricerca di sé stessi

Arrivato alla sua nona edizione, il Torino Undergroung Cinefest è ormai un appuntamento fisso e più che mai atteso dagli amanti cinefili del territorio: un progetto che nasce con lo scopo di proporre ogni anno una rassegna di film indipendenti nella città che più delle altre ha il cinema nel cuore. Quest’anno l’evento si è svolto per ben 9 giorni, dal 27 settembre al 5 ottobre, nello storico Cine-Teatro Baretti, e ha visto un ricchissimo programma di rassegne cinematografiche provenienti da tutto il mondo. Tra le varie sezioni proposte: lungometraggi e cortometraggi, documentari, insane, Italian showcase e sperimentale… Artisti più o meno emergenti  hanno potuto mostrare al pubblico le loro diverse visioni del mondo e accoglierli nelle loro realtà. Anche noi redattrici, attraverso le quattro proiezioni a cui abbiamo assistito, abbiamo potuto addentrarci nelle storie presentateci, accompagnando i protagonisti dei diversi film, nella ricerca di sé stessi e della loro identità.

THE DREAM OF THE USELESS  (José Marques Carvalho Jr, 2021)

Come trovare la propria strada in un mondo che ne impone solo una? The Dream of the Useless è il modo per scoprire la risposta. Nell’area settentrionale di Rio de Janeiro, nei primi anni 2000, un gruppo di giovani, guidati dal regista del film, José Marques Carvalho Jr, decide di non piegarsi di fronte al futuro di delinquenza che il loro quartiere gli prometteva, scegliendo di dedicare il loro tempo alla creazione di video estremi e divertenti che avrebbero in seguito spopolato sul Web. La realizzazione dei video per loro non è solo divertimento, ma un modo per capire le proprie identità, i propri obiettivi, tenendo lontano il male che li circonda ogni giorno. Non sarà un percorso privo di ostacoli: come Buster Keaton, leggendario comico dal quale prendono ispirazione, i vari componenti del gruppo cadranno molte volte, allontanandosi così dalla loro meta. Il film però ci mostra come sia importante non tanto la caduta, quanto più il sapersi rialzare e cosa voglia dire lottare per realizzare il proprio sogno.

ANANDA (Stefano Deffenu, 2020)

Un viaggio alla ricerca di una leggendaria tribù di bambini nella giungla indiana si trasforma in un avventura mistica alla ricerca di sé stessi e dei pezzi di sé che si perdono quando una persona a noi cara ci viene strappata. Lo sguardo curioso del regista, Stefano Deffenu, che vuole trasmettere attraverso immagini amatoriali, piene di colori e immediate tutta l’internazionalità e sincerità del cinema, ci porta con questo documentario nel traffico dei tuc tuc, nei sorrisi dei bambini per strada, nelle montagne ascete dell’Himalaya, facendoci respirare lo spaesamento e il fascino che qualsiasi persona vive nell’essere viaggiatore in una terra lontana. Perché, come ha detto lui stesso, “In India qualsiasi cosa tu veda sembra affascinante“. Ma molto spesso il vero viaggio lo affrontiamo nella nostra anima. Ananda per l’indusimo è una parola che indica beatitudine in senso trascendentale: guidato dal ricordo del fratello defunto, ma anche da una voglia di scoprire, il regista forse non troverà questi “ananda” nel senso letterale, ma propria nella sua accezione spirituale.

LASCIAMI ANDARE (Roberto Carta, 2021)

Come il film citato qui sopra, anche il cortometraggio di Roberto Carta ha al centro la ricerca di sé stessi, della propria vocazione e di cosa siamo portati a fare per raggiungere i nostri obiettivi. Siamo nell’entroterra della Sardegna e qui il giovane Venanzio, come tutti i ventenni, cerca di capire la propria identità. Tutti i giovani hanno bisogno di avere maestri da seguire e per Venanzio, il gruppo di banditismo della zona assume proprio questo valore. Per farsi includere dal gruppo, però, il ragazzo dovrà gestire Antonello, membro della banda che, diventato latitante, sembra aver perso la testa: costretto all’isolamento, ogni giorno mette in guardia il giovane sull’imminente arrivo degli “uomini dello spazio”. Di fronte a questa responsabilità, Venanzio dovrà scegliere tra la realizzazione del proprio sogno e l’aiutare un giovane emarginato per la sua diversità.

FAMILY MOTTOES (Nagasawa Yoshiya, 2022)

Come nel cortometraggio precedente, il gruppo è fondamentale nel definire la propria identità, il senso di appartenenza. Utilizzando il contesto del dramma storico il regista giapponese Nagasawa Yoshiya cerca di rappresentare, con una storia dai tratti surreali, le gioie e i dolori di una famiglia allargata più che mai attuale. Marito e moglie ninja creano una famiglia accudendo alcuni ragazzini sperduti e insegnando loro a difendersi e a sopravvivere. La loro quiete verrà stravolta dall’arrivo di un vecchio vagabondo, che si rivelerà essere stato un perfido samurai responsabile della morte dei genitori di una delle figlie della coppia. Tra odio, azione ed esilaranti gag che hanno tenuto l’intera sala in risata per diversi minuti di seguito, un film apparentemente leggero si configura come metafora più profonda sulla società giapponese, in cui molto spesso la volontà e il desiderio individuale vengono fiaccati dal senso del dovere verso la collettività. Una storia in cui la forza dirompente dell’eroina protagonista vuole essere un omaggio d’amore alla moglie del regista.

Ci sentiamo di citare inoltre che ben due di questi film si sono aggiudicati dei premi del festival: Ananda per miglior montaggio e The dream of the useless per miglior regia, entrambi nella sezione documentari. Non ci resta che attendere con nostalgia, ma sopratutto curiosità, il prossimo anno per un’altra intrigante kermesse di cinema inusuale e indipendente.

Maël Bertotto & Rachele Gatto

Crediti immagini locandine:

  1. https://www.facebook.com/lasciamiandareshortmovie/
  2. mymovies.it
  3. https://tucfest.com/it/premiazioni-2022/
  4. tucfest.com


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