Mara Cerri lavora nei territori liminali: il suo lavoro si inserisce nell’intersezione tra linguaggi diversi, tra cinema e letteratura, fumetto e teatro. Illustratrice e autrice di cinema d’animazione, il suo obiettivo è “ricercare corrispondenze tra parole e immagini”.

Ha collaborato con gli scrittori Andrea Bajani, Paolo Cognetti, Elena Ferrante, Nadia Terranova e con l’attrice e drammaturga Chiara Lagani della compagnia teatrale Fanny & Alexander per la quale ha realizzato anche i disegni dello spettacolo OZ.
Nel cinema d’animazione è coautrice con Magda Guidi di due cortometraggi: Via Curiel 8 (primo premio corto Italia, Torino Film Festival 2011 ) e Sogni al campo (selezione alla sezione Orizzonti della Biennale Cinema di Venezia 2020). Ha realizzato le animazioni per il documentario Ferrante Fever di Giacomo Durzi e Laura Buffoni, ha collaborato al film Samouni Road di Stefano Savona, con le animazioni di Simone Massi. Ha disegnato il manifesto del Salone del libro di Torino 2020.

Mara Cerri è stata intervistata nell’ultimo numero di FilmTV, all’interno di uno speciale dedicato alla regista Alice Rohrwacher, di cui ha realizzato il poster del film Lazzaro Felice e con cui condivide diverse traiettorie, suggestioni ed espressioni. Come l’amore per Anna Maria Ortese, di cui uno dei saggi dà il titolo al primo film di Rohrwacher, Corpo celeste, e da cui Cerri prende in prestito l’immagine de L’iguana per descrivere il suo stile illustrativo: «di spalle, mentre conta e riordina le sue “pietruzze”».
Dall’intervista a Cerri una dimensione fondamentale su cui si gioca il confronto e l’affinità tra le due artiste è quella del tempo: un tempo che scorre lento, che pone un freno all’urgenza e all’immediatezza che sembrano scandire i tempi artistici attuali. Tanto nel tempo dell’animazione tradizionale di Cerri, quanto nella dimensione filmica di Rohrwacher, l’immagine si scava il suo spazio nel tempo, lo dilata a suo piacimento, lo rende strumento e componente interna.
Un tempo in contrasto con le logiche di mercato attuali che si ergono sul principio dell’immediatezza. Cerri stessa ne parla in relazione al suo lavoro con l’animazione tradizionale: «Sembra che per questo tipo di animazione non ci sia posto, eppure è custode di un metodo di lavoro e di un modo di vivere il tempo tutto suo. Magari su una scena ci lavori mesi, si crea una stratificazione di tempo sopra la stessa immagine che porta a nuove intuizioni. E poi la materia pittorica vibra di una sua forza interna.»


Forza interna che riverbera nei colori delle opere di Cerri: illustrazioni che si collocano al di fuori del tempo, prendendosi il loro spazio, popolate di creature fantastiche e profondamente umane nella loro tensione verso una dimensione onirica e carica di mistero e di non detti.
Sofia Racco

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