Indipendentismo còrso, una storia incompiuta

La storia della Corsica è segnata da ormai oltre due secoli di conflitti: prima i genovesi e poi i francesi imposero la propria egemonia sull’isola, scontrandosi con l’aspirazione indipendentista dei còrsi. Uomo chiave delle vicende settecentesche e dell’identità nazionale còrsa fu Pasquale Paoli, generale e primo capo della Repubblica Corsa indipendente. Fu sotto il suo comando, nel 1755, che fu redatta e adottata una delle costituzioni più moderne e ispiratrici dell’epoca: la Costituzione paolina. Essa comprendeva la prima implementazione del suffragio femminile e si basava sui principi dell’Illuminismo. Precedente alla Costituzione americana e a quella francese, gettò le fondamenta per una nuova realtà giuridica, ispirata da una concezione di diritto comunitario e non più individualistico. La Francia, però, si impose sull’isola e la annesse nel 1770, arrestando così per quasi due secoli il tentativo di creare una Corsica indipendente.

Durante il XX secolo l’isola attraversò un periodo economicamente duro, tanto che metà della popolazione decise di emigrare in cerca di condizioni migliori e dopo la Seconda guerra mondiale sorse un nuovo motivo di attrito tra Francia e Corsica: prima e dopo l’indipendenza dell’Algeria, alcune migliaia di “pieds noirs” vennero rimpatriati sull’isola, ottenendo dal governo gran parte delle terre coltivabili, a scapito dei cittadini còrsi. In aggiunta all’isolamento politico e sociale, questo fu uno dei fattori che contribuì ad aumentare notevolmente il malcontento verso Parigi e che accese nuove fiamme indipendentiste all’interno della comunità còrsa.

Nel 1976, in seguito a violenti scontri tra le forze della polizia francese e attivisti armati indipendentisti, fu proclamata la nascita del Fronte di Liberazione Nazionale della Corsica (FLNC). Attraverso numerosi attentati, rapine e assalti a edifici pubblici e privati, si batterono per la liberazione nazionale, raggiungibile solamente attraverso l’uscita dalla Repubblica francese. Tuttavia agli inizi degli anni Novanta il gruppo si spaccò in due, a causa delle differenti visioni che coesistevano all’interno del Fronte. Iniziò dunque uno scontro fratricida tra le due fazioni, l’FLNC Canal-Historique, favorevole all’indipendenza, e l’FLNC Canal, che invece sosteneva l’opzione dell’autonomia senza fermare la lotta armata. Alla fine si contarono una quindicina di morti, segnando una delle fasi più violente della storia còrsa.

Crediti foto: Cnn https://edition.cnn.com/2014/06/25/world/corsica-armed-struggle/index.html

Nel 2014 il Fronte dichiarò la volontà di interrompere la lotta armata, per calmare la situazione e facilitare il dialogo con le autorità francesi; nel 2015 la lista nazionalista “Pe’ a Corsica” (che univa autonomi e separatisti) guadagnò il primo posto alle elezioni, raggiungendo il 35% dei voti, e nel 2017 venne nuovamente eletta, questa volta ottenendo la maggioranza assoluta all’Assemblea della Corsica. La forza della fazione indipendentista fu quindi confermata anche a livello politico e rinforzata dal supporto popolare, a evidenziare il fatto che il tema fu seguito con molto interesse e partecipazione dalla cittadinanza.

L’evento chiave che ci riconduce all’attualità avvenne però nel 1998: proprio in quell’anno il prefetto della Corsica, Claude Erignac, fu assassinato da un piccolo gruppo di separatisti vicini al FLNC, nel tentativo di riaccendere l’attenzione dell’opinione pubblica sull’indipendenza còrsa. I membri del commando vennero quindi arrestati e condannati all’ergastolo, tra cui Yvan Colonna, catturato dalla polizia solo nel 2003, dopo un periodo di latitanza sull’isola. Sarà proprio lui il protagonista delle più recenti proteste contro Parigi. Il 2 marzo 2022, infatti, fu aggredito da un compagno di cella, un ex jihadista in Afghanistan, che tentò di strangolarlo. Dopo due settimane morì in ospedale e le proteste cominciarono a divampare. La rabbia verso le autorità francesi fu incontenibile; il fatto che fosse stato possibile il suo omicidio nel carcere, mentre era sottoposto al DPS (Détenu particulièrement signalé), un regime di sorveglianza speciale per cui gli era stato negato il trasferimento in un carcere della Corsica, fu considerato inaccettabile.

Crediti foto: La Croix https://www.la-croix.com/France/Linnocence-dYvan-Colonna-these-toujours-defendue-manifestations-corses-2022-04-03-1201208424

Dopo gli scontri Macron fece un passo avanti e propose una soluzione che fino ad allora nessun leader francese aveva osato avanzare: il conferimento all’isola di uno statuto speciale, per riconoscere l’unicità insulare e linguistica, senza privarlo di un minimo controllo statale. Sarà necessario del tempo per capire se questa sia un’intenzione reale o solamente un modo per placare temporaneamente le proteste dei cittadini còrsi.

Fabrizio Mogni

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