Dai libri ai programmi televisivi, fino ad approdare ai social network, le citazioni sono ormai parte integrante delle nostre vite. Ad esempio, molti scrittori le utilizzano in apertura dei propri libri per dare maggiore autorevolezza a ciò che si andrà a scrivere, oppure per attirare più lettori. In molti casi vengono condivise online frasi famose con lo scopo di mostrare agli altri utenti le proprie idee e i propri interessi, mentre altrettanto comuni sono le situazioni in cui queste vengono trasformate in messaggi motivazionali.
Ma, al giorno d’oggi, quanto è potente la citazione? Senza ombra di dubbio è uno strumento piuttosto flessibile, efficace a fornire autorità e in molti casi funzionale a supportare una propria posizione in merito a un dato argomento, soprattutto se di carattere sociale o politico. Tuttavia, se negli esempi riportati precedentemente è il contenuto delle citazioni a essere particolarmente rilevante, in quest’ultimo pare sia l’autore stesso della citazione a fare la differenza. D’altronde, porsi esplicitamente in continuazione con l’ideologia di una persona importante, non potrà che nobilitare maggiormente la propria tesi, rendendola più forte, più credibile e soprattutto più appetibile al pubblico.
In un mondo in cui la nostra vita è estremamente digitalizzata e il confine tra la verità e la menzogna si fa sempre più difficile da individuare, specialmente sul web, anche l’utilizzo delle citazioni può costituire un problema. In particolare, mi riferisco all’appropriazione indebita di intellettuali e autori, resi falsamente capostipiti di ideologie sociali o politiche che in realtà a loro non appartengono.
Prendiamo ad esempio il caso di Pasolini, spesso citato a sproposito dai partiti di destra. Che cultura e politica vadano spesso a braccetto non è mai stata una novità, ma senza dubbio stupisce vedere Pier Paolo Pasolini, personaggio controverso e in molti casi scomodo (e non dimentichiamo che fu sostenitore del Pci), posto dalla destra conservatrice come punto di riferimento. Sapendo che un uomo del suo calibro è piuttosto popolare, la soluzione più immediata per ottenere consensi è ridurre le sue complesse idee a semplici slogan, andando a travisare totalmente il significato originario di quelle dichiarazioni. L’esempio più immediato è quello dell’associazione ProVita & Famiglia, che da anni continua a condividere sul web la stessa citazione dello scrittore in merito all’aborto:
“Sono traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio.”
Basta documentarsi a dovere per scoprire che questo altro non è che un piccolo estratto di una riflessione ben più ampia, contenuta nei suoi Scritti corsari. In questa raccolta di articoli, Pasolini lancia un’aspra critica nei confronti della normalizzazione e diffusione dei rapporti eterosessuali a discapito dell’omosessualità, dove la possibilità di abortire è vista come un’azione politica, un tentativo di arginare sempre di più i “diversi”. Si tratta, dunque, di una posizione piuttosto diversa da quella conservatrice dell’attuale governo, incentrata ossessivamente sull’idea di “famiglia tradizionale”, un’idea che lo scrittore avrebbe senza dubbio rigettato (clicca qui per leggere il saggio completo).
Questa è soltanto una delle numerose situazioni nelle quali le idee di personalità note sono state ridotte a citazioni. Potremmo ancora ricordare il ministro della cultura Sangiuliano che, non molto tempo fa, affermò con convinzione che Dante Alighieri fosse il fondatore del pensiero di destra. Oppure, l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non perde mai l’occasione per citare J.R.R. Tolkien.
Sappiamo bene quanto sia inutile sforzarsi di trascinare artisti e intellettuali a destra o a sinistra, soprattutto quando il dibattito è ridotto a semplici citazioni. Tuttavia, specialmente nell’era dei social media, queste continue strumentalizzazioni per fini politici donano all’utente medio una concezione sfasata: Dante è di destra, Pasolini è conservatore… tutti quanti finiscono con l’essere incastonati in un’identità a cui non appartengono realmente. E chi non si informa a sufficienza cade nella trappola.
Monica Poletti
Crediti per l’immagine di copertina: Fondazione AIDA

