Lavorare a ogni costo: quando fermarsi non è un’opzione

Ormai li conosciamo tutti. Non hai voglia di cucinare? Ordina su Glovo. Sei tornato tardi dal lavoro? Ordina su Glovo. Appuntamento romantico a cena ma la cucina non è il tuo forte? Ordina su Glovo. 

I cosiddetti riders sono diventati parte integrante delle nostre vite, rendendocele spesso molto più facili. Al di là della comodità, questo lavoro rappresenta uno dei volti più evidenti della trasformazione digitale del mercato e del modo in cui si lavora oggi. Non si tratta solo di “consegnare cibo”, ma di far parte di un meccanismo che incrocia innovazione, domanda crescente e bisogni quotidiani. Tuttavia, dietro ogni ordine consegnato si nascondono storie di precarietà, trattative complesse e promesse di tutele che spesso si scontrano con la realtà. In particolare, i lavoratori raccontano di trovarsi spesso soli ad affrontare le problematiche legate alla debole contrattazione collettiva e ai controversi rapporti di lavoro con le piattaforme. 

Crediti: Domani “Sindacati, leggi e multe: il modello Spagna che ha obbligato Glovo a contrattualizzare i riders”
https://www.editorialedomani.it/fatti/glovo-consegne-domicilio-riders-pagati-salario-minimo-spagna-italia-ymow3mb8

Nel 2019, con il decreto legge 101 — poi convertito in legge 128 — si è cercato di dare una forma più definita al settore, introducendo una serie di garanzie minime per chi lavora tramite applicazioni come Deliveroo, Just Eat o Glovo. Tra queste, un compenso minimo orario per chi rimane disponibile, indennità aggiuntive per il lavoro notturno o festivo, copertura INAIL per gli infortuni e l’obbligo di stipulare un contratto scritto. È stato istituito anche un Osservatorio presso il Ministero del Lavoro per monitorare l’applicazione delle norme e sono state introdotte alcune misure di sicurezza, tra cui l’uso obbligatorio di dispositivi di protezione. 

Sebbene si tratti di un primo tentativo di regolamentazione, la distanza tra norme e realtà resta ampia.

Il tempo di disponibilità — previsto come retribuito — spesso non viene riconosciuto, lasciando ampie fasce orarie non pagate. Gli algoritmi che gestiscono i turni e assegnano le consegne ai fattorini funzionano secondo logiche poco trasparenti, rendendo difficile ogni tipo di contestazione. La contrattazione collettiva esiste, ma fatica ad affermarsi in modo incisivo. E anche le tutele in caso di disoccupazione risultano spesso incerte o insufficienti. Inoltre, l’accesso a un welfare dignitoso appare ancora un miraggio. 

Crediti: ANSA, Daniel Dal Zennaro

In questo contesto controverso, l’annuncio di Glovo di voler introdurre un “Bonus caldo” per chi lavora durante le ore più afose dell’estate ha generato un acceso dibattito. La proposta prevedeva un aumento percentuale sul valore di ogni consegna in base alla temperatura: 2% tra i 32 e i 36 gradi, 4% fino ai 40 e 8% oltre. In pratica, parliamo di una manciata di centesimi — da cinque a venti — su ogni corsa minima da 2,50€, da erogare al termine della stagione estiva. 

Secondo l’azienda, il bonus avrebbe dovuto coprire le spese aggiuntive sostenute dai riders durante l’orario lavorativo, come acqua, sali minerali o protezione solare. Ma è bastato poco per far emergere quello che era il nodo centrale della questione: le reazioni sono state infatti quasi immediate.

Per Nidil-Cgil e altre organizzazioni sindacali, l’iniziativa rappresentava una pericolosa deriva — “trasformare un pericolo per la salute in un incentivo economico” — ignorando quanto previsto dall’articolo 28 del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, secondo cui l’attività lavorativa dovrebbe essere sospesa in caso di condizioni climatiche estreme. 

Crediti: Cgil “Rider: Cgil e NIdiL Cgil, Glovo ritira il ‘bonus caldo”
https://www.cgil.it/ufficio-stampa/rider-cgil-e-nidil-cgil-glovo-ritira-il-bonus-caldo-s2tgtkfj

La questione non riguarda solo la cifra — irrisoria se rapportata al rischio — ma il principio: è legittimo incentivare il lavoro in situazioni di pericolo oggettivo, come il caldo torrido? Molti parlano di un effettivo scivolamento verso una monetizzazione del rischio che ignora il benessere dei lavoratori. 

In risposta alle proteste e alle critiche, Glovo ha sospeso il bonus in attesa di un confronto con i sindacati. Nel frattempo, però, Deliveroo ha dichiarato di star valutando misure simili, a dimostrazione di come il tema sia tutt’altro che secondario. 

Al centro della discussione, infatti, non c’è solo il “quanto” si guadagna, ma il “come” si lavora: con quali garanzie, in quali condizioni, con quale rispetto per la dignità di chi si muove per strada, spesso invisibile e de-umanizzato. Servirebbe piuttosto un protocollo strutturato e condiviso tra le piattaforme, che preveda l’interruzione automatica del servizio in caso di condizioni meteorologiche avverse, assistenza medica periodica, trasparenza sugli algoritmi e percorsi formativi  per la prevenzione dei rischi. Solo così si potrà parlare di tutela concreta, non di palliativi temporanei.

Crediti: Bologna Cronaca, “Rider costretti a consegnare sotto l’alluvione. Nessuno li tutela?” https://www.bolognacronaca.it/news/cronaca/393577/rider-costretti-a-consegnare-sotto-l-alluvione-nessuno-li-tutela.html

La vicenda di Harshad — nome fittizio affibbiato al rider dai giornali — racconta molto più di quanto facciano i comunicati stampa. Bologna, 22 anni, il terrore di perdere il precarissimo posto di lavoro e i genitori malati ancora in Pakistan: per questo motivo, durante la violenta alluvione che si stava abbattendo sull’Emilia Romagna nell’autunno del 2024, aveva portato a termine, in una sera, ben 28 consegne in bici, nonostante l’acqua gli arrivasse ai polpacci. “Non potevo Fermarmi. Più consegne fai, più guadagni” raccontava, “ma sarebbe bello fermarsi quando le condizioni meteo lo richiedono”. Quelle 8 ore di consegne gli fruttarono 120€, senza alcuna mancia. Nessuna tutela, nessuna premura, nessun sistema che lo obbligasse a fermarsi. Solo lui e la sua bicicletta.

E allora forse la domanda da porsi è un’altra: quanto vale davvero la nostra comodità? E a quale prezzo, per chi ce la garantisce?

Susanna Fazzi

Fonti:

https://www.rainews.it/articoli/2025/07/rider-nellafa-piu-soldi-a-chi-lavora-col-caldo-la-proposta-di-glovo-apre-la-polemica-2fb14564-d3f5-4272-b238-ae8425e2f3e0.html

https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_ottobre_23/rider-bologna-alluvione-intervista-f2789305-7853-4223-86bd-ca91502e4xlk.shtml

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2025/07/03/glovo-ci-ripensa-stop-al-bonus-caldo_686ce1c1-172a-4cc7-82b8-590f5b9b0661.html

https://www.ilpost.it/2025/07/03/il-criticato-bonus-di-glovo-per-i-rider-che-aumenta-se-fanno-consegne-quando-fa-piu-caldo/

https://www.bolognacronaca.it/news/cronaca/393577/rider-costretti-a-consegnare-sotto-l-alluvione-nessuno-li-tutela.html

Lascia un commento