La tomba delle lucciole (in giapponese Hotaru no Haka) è un film d’animazione realizzato nel 1988 da Isao Takahata – cofondatore dello Studio Ghibli insieme ad Hayao Miyazaki –, la cui fonte d’ispirazione è stata l’omonimo racconto semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, pubblicato nel 1967.
La tomba delle lucciole è un anime caratterizzato da dettagli crudi e a tratti disturbanti, in quanto non esita a mostrare le barbarie che connotano qualunque contesto bellico come immagini di cadaveri in stato di decomposizione e sequenze in cui non è lasciato alcuno spazio alla compassione reciproca tra gli esseri umani.
«La sera del 21 settembre 1945 io morii»
Con questa frase pronunciata da Seita ha inizio La tomba delle lucciole, in seguito alla quale si verifica un cambio di ambientazione. Seita è accasciato a terra, nell’atrio di una stazione ferroviaria; i passanti lo ignorano, mentre chi presta attenzione alla sua presenza lo guarda con ribrezzo. Da poco il Giappone si è arreso alle forze nemiche e la Seconda guerra mondiale si è conclusa, ma non tutti possono rallegrarsene. Tra questi c’è Seita, il quale, spirando, invoca per l’ultima volta il nome della sorellina Setsuko.
Uno degli inservienti della stazione, frugando nelle tasche del cadavere del ragazzo, trova una scatola di caramelle, un oggetto simbolico nell’intero film, e la getta in un prato lì vicino. Qui, in un onirico paesaggio notturno, gli spiriti di Seita e di Setsuko appaiono circondati da centinaia di lucciole e si ricongiungono. Un simile incipit fa già presagire quale sarà lo scioglimento del racconto, e infatti Takahata non sembra intenzionato a provocare nessun effetto sorpresa, bensì a mostrare la spietatezza a cui talvolta gli esseri umani sono spinti.
La scatola di caramelle Sakuma
La storia di Seita e di Setsuko viene raccontata ricorrendo alla tecnica dell’analessi, che occupa gran parte del film e ne costituisce, nei fatti, l’intreccio. In seguito al bombardamento di Kōbe, in cui la madre di Seita e Setsuko è rimasta irrimediabilmente ferita, i due fratelli si recano alla scuola della loro città, dove è stato istituito il luogo di raccolta. Lì Seita scopre, mediante una conoscente, che la madre ha uno stato di salute gravemente compromesso e si trova in ospedale. Dopo averle fatto visita e aver visto in quali condizioni versa, torna dalla sorellina e le dice che per il momento cercheranno ospitalità presso una zia di Nishinomiya, una cittadina vicina, visto che la loro casa è stata distrutta durante il raid aereo. Seita, quindi, pur essendo sconsolato, cerca di mostrarsi allegro e inizia a fare delle capovolte di fronte agli occhi pieni di lacrime della sorellina per distrarla. Il giorno successivo Seita, all’insaputa della sorella, prende parte alla cerimonia funebre della madre, la cui salma è mostrata con grade crudezza in uno sconvolgente stato di putrefazione. In seguito, il ragazzo va a Nishinomiya, dove è già stata condotta Setsuko, tenendole nascosta la morte della madre.
Qualche giorno dopo, mentre scava sotto le macerie in cerca di oggetti utilizzabili e di cibo commestibile, trova una scatola di caramelle Sakuma, che poi, al suo ritorno, dona alla sorellina. La guerra prosegue e le razioni di cibo diminuiscono, perciò la zia suggerisce a Seita di vendere i kimono della madre defunta, in quanto potrebbero essere scambiati con del cibo. Seita decide di seguire il suo consiglio e in cambio riceve del riso bianco, un prodotto molto prezioso al tempo, che la zia e i due fratelli dividono tra loro.
La zia inizia a mostrare un atteggiamento egoistico nei confronti di Seita e di Setsuko, i quali si sentono ingannati quando capiscono che preferirebbe destinare la sua metà di riso ai suoi familiari escludendo i nipoti, che di fatto, a parer suo, non stanno contribuendo affatto all’approvvigionamento dell’intero nucleo familiare. Da quel momento in avanti, Setsuko e Seita preparano e consumano i propri pasti separatamente dalla zia, e attendono una risposta alle loro lettere che non arriverà mai da parte del padre, il quale nel frattempo è morto in battaglia. Le loro provviste, tuttavia, non sono sufficienti per entrambi e soprattutto per Setsuko che, trovandosi in una fase cruciale della crescita, avrebbe bisogno di mangiare cibi più nutrienti. La bambina sovente si lamenta di avere fame, e le caramelle contenute nella scatolina regalatale dal fratello diventano la sua principale fonte di sostentamento. Quando finiscono, Seita decide di riempire la scatolina con dell’acqua, in modo tale che la bambina possa almeno assaporarne l’aroma e trarne un minimo di conforto. Durante il sonno, Setsuko sovente fa degli incubi e la zia è contrariata dalle sue urla, poiché arreca disturbo al riposo degli abitanti della casa. Perciò una notte, quando inizia a suonare l’allarme antiaereo, Seita e Setsuko si dirigono in una grotta presso cui solitamente cercano protezione e decidono di rimanervi a vivere, perché sanno che nella casa della zia la loro presenza non è più gradita.
«Perché le lucciole muoiono così presto?»
Un giorno Setsuko scava una buca dove intende seppellire delle lucciole morte e confessa di essere a conoscenza del decesso della madre da diverso tempo, in quanto è stata la zia a parlargliene. Commovente è l’immagine di Seita che per la prima volta si concede di essere debole. Di fronte al cadavere della madre e ai pericoli della guerra non ha mai versato una lacrima, eppure, quando ha la conferma dell’insensibilità della zia nei confronti dell’adorata sorellina, non riesce a soffocare il pianto. «Perché le lucciole devono morire così presto?», domanda Setsuko, in un’interrogazione drammatica sulla caducità dell’esistenza.
Seita e Setsuko tentano di chiedere aiuto al contadino che in precedenza ha venduto loro il riso, ma egli risponde che nei periodi di guerra le risorse scarseggiano per tutti e che non può soccorrerli; il contadino, tuttavia, pronuncia queste parole mentre mangia e beve davanti ai bambini, mostrando nei loro confronti un atteggiamento impietoso e crudele, non dissimile da quello della zia. Takahata raggiunge lo scopo di mostrare per l’ennesima volta la ferocia di cui sono capaci gli esseri umani quando Seita, per poter sfamare la sorellina sempre più deperita e ammalata, è costretto a rubare del cibo da un orto, e per questo viene malmenato.
In seguito, mentre Seita coglie l’occasione dei bombardamenti per commettere furti nelle case lasciate incustodite, le condizioni di salute di Setsuko peggiorano ulteriormente. Neppure l’acquisto di cibo da parte di Seita con i risparmi rimanenti è di ostacolo alla morte della bambina, la quale usa le sue ultime forze per ringraziare il fratello, che si è preso cura di lei fino al suo ultimo respiro, prima di perdere conoscenza per sempre.
La tomba delle lucciole vuole essere un monito contro gli abomini della guerra, che troppo spesso tendiamo a ignorare nella nostra quotidianità, e un invito a non distogliere l’attenzione dalle ingiustizie che, altrove, si svolgono ancora oggi. Ingiustizie a cui, forse, solo l’amore è in grado di resistere.
Vanessa Musso
Fonti:
https://www.cinematographe.it/recensioni/la-tomba-delle-lucciole-recensione
https://www.internazionale.it/opinione/matteo-bordone/2015/11/10/tomba-delle-lucciole-recensione
Crediti immagine di copertina: https://cinetecadibologna.it/programmazione/proiezione/la-tomba-delle-lucciole/
