L’identità frammentata: da “Uno, nessuno e centomila” alla digital footprint

Il tema della frammentazione dell’io, caro al Modernismo, non è solamente legato all’ambito artistico-letterario: negli ultimi anni, ha cominciato a interessare anche gli utenti del web. Con l’avvento dei social network, infatti, la costruzione della propria identità è diventata molto più semplice, mediata da alcune piattaforme; non è un fenomeno recentissimo, poiché si è diffuso con la nascita dei primi blog.

Uno, nessuno e centomila: siamo tutti dei Vitangelo Moscarda?

Il romanzo di Pirandello ha come protagonista un personaggio tormentato, che, nel corso della storia, diventa sempre più autoconsapevole: Moscarda comprende che la percezione altrui di se stesso non corrisponde alla propria. Il fatto gli provoca una vera e propria crisi di identità, che a sua volta genera una serie di fatti spiacevoli. La crisi di Vitangelo Moscarda nasce da un commento della moglie sul suo naso, che pende verso destra; il protagonista capisce di non avere una sola identità, ma di suscitare negli altri impressioni sempre diverse. Negli anni dell’avanguardia modernista, il concetto sembrava innovativo e rivoluzionario: l’io è frammentario, mutevole e frutto di una serie di impressioni.

L’uso delle piattaforme social e della rete, in generale, ha influenzato la percezione dell’identità: non è raro presentarsi in modo diverso dalla realtà, filtrando ciò che si vuole mostrare al pubblico, modificando il proprio aspetto fisico e mediando il contatto con gli altri utenti. È comune curare molto la propria immagine social, a cominciare dal tipo di contenuti che si decide di condividere; inoltre, la rete può essere un modo per affermare la propria appartenenza a un gruppo. Anche il modo di percepire le altre persone cambia, a causa del fatto appena illustrato: le vite altrui sembrano più soddisfacenti, poiché (spesso) ne sono mostrati solo i momenti migliori.

Una conseguenza dell’avere un’identità digitale è il fatto che possa sembrare distante da quella “analogica”: non solo il contatto con l’altro passa attraverso uno schermo, quasi una barriera, ma neppure è immediato. Ciò inevitabilmente porta a una comunicazione diversa, in cui è difficile cogliere il tono e le caratteristiche dell’interlocutore; in caso di discussioni accese, si leggono spesso commenti che dal vivo sarebbero più moderati. La comunicazione attraverso lo schermo si può considerare autentica? La rete è un’estensione della realtà o uno spazio a sé? Questi temi sono stati affrontati da Sherry Turkle, sociologa, psicologa e tecnologa statunitense.

La digital footprint e il peso della presenza online

Poiché lo spazio digitale sta acquisendo un’importanza sempre maggiore, è sorto il problema della digital footprint, l’immagine di sé che si lascia in rete. La “reputazione online” passa attraverso post, commenti e immagini ed è facilmente tracciabile da potenziali datori di lavoro o da perfetti sconosciuti. La digital footprint può anche essere uno strumento utile per presentarsi in modo professionale a clienti o collaboratori, purché sia controllata. Se l’idea di non comportarsi in modo scorretto o sgarbato è sempre buona, fino a che punto si dovrebbe prestare attenzione alla propria immagine? È giusto e necessario rappresentare i valori di un eventuale posto di lavoro anche nella vita privata, conformando il proprio aspetto anche alla rete?

Benché non sia una novità, la frammentazione dell’identità è un tema rilevante: negli ultimi decenni, plasmare la propria immagine e il proprio modo di essere è diventato sempre più accessibile. Tuttavia, riuscire ad autodefinirsi in relazione agli altri e al “sé” delle varie piattaforme social rimane una sfida. Come si dovrebbe considerare lo spazio digitale? È ancora possibile ricondurre la propria personalità, in rete e dal vivo, a una serie di caratteristiche comuni? Il distacco tra mondo”reale” e virtuale è destinato ad aumentare o a diminuire?

Giulia Marianna Dongiovanni

Crediti immagine di copertina: https://themindsjournal.com/readersblog/caption-this-16-october/

Lascia un commento