Vivian Lamarque: doppia vittoria al premio Strega Poesia

Di chi parliamo?

Una poetessa che ha collezionato una serie di importanti riconoscimenti a partire dal Premio Viareggio Opera prima per la raccolta Teresino, sino a giungere nel 2018 al riconoscimento della Laurea Apollinari Poetica dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. La sua carriera conta 13 raccolte poetiche, tra cui “L’amore da vecchia” che quest’anno si aggiudica una doppia e importante vittoria alla prima edizione del Premio Strega Poesia e il Premio Strega Giovani Poesia. Per ulteriori dettagli sulla sua biografia si rimanda al sito del Premio: Vivian Lamarque.

Il libro vincitore

Il libro che fa aggiudicare questi due importanti riconoscimenti all’autrice è “L’amore da vecchia” in cui l’autrice “si affaccia alle immagini del sempre più frequente insorgere del ricordo e all’apparire anche di volti familiari”. Un viaggio insomma nelle memorie che, però, lasciano spazio per un viaggio poetico con l’immaginazione stessa. Aggiungerei, inoltre, che Lamarque riesce a tratteggiare caratteristiche botaniche, floreali e animali con un tocco leggiadro, presentandoci aspetti anche della nostra quotidianità, come il volo di una piccola ape, sempre inserendo uno squarcio di analisi riflessiva, ancora quell’ape che ritorna sul miele che ha prodotto, ora sulla nostra fetta di pane. La realtà presentata al lettore è familiare, lo dichiara Lamarque stessa, si affida alla sua autobiografia, le parole, come detto precedentemente, sono pesate con delicatezza, ma non lasciamoci ingannare, perché questa è una raccolta di coscienzioso ragionamento sulla provvisorietà della nostra esistenza, piccoli frammenti che lasciano nel lettore un istantaneo straniamento percettivo di ciò che si pensa di conoscere, ma che in realtà non abbiamo mai considerato abbastanza: un intento Pascoliano di parlare delle più piccole delle cose.
Se volete sapere le motivazioni che hanno portato alla sua vittoria lascio qui il link al commento del comitato scientifico del Premio Strega: Commento.

Poesia dal libro

Lasciamo che siano alcune delle sue poesie a parlare, ricordando che il volume si divide in diverse sezioni, qui ci concentriamo principalmente sulle prime che presentano proprio quanto detto in precedenza, ci aprono a un’analisi del mondo che ci circonda che difficilmente, anche in un contesto come la città di Torino, riusciamo a percepire. Tutte le Poesie che verranno qui riportate sono contenute dal volume: L’amore da Vecchia, Vivian Lamarque, Mondadori, 2022. Qui il link: L’amore da Vecchia.

Poesie con foglie

E’ l’agrifoglio il mio fidanzato
ha le foglie verdi meravigliose
ma quando punge con le sue spine
la neve bianca la neve esangue
diventa rossa come un sangue.

Poesie con foglie

E’ cosa equa nei cimiteri

E’ cosa equa nei cimiteri
togliere l’acqua ai fiori finti
e darla ai fiori veri.
L’acqua piovana ne colma
tutti i vasi fino all’orlo. Bevono
assetati fino all’ultima goccia, come
con la cannuccia, i fiori veri.
Non hanno sete invece i fiori finti.
Per questo è cosa equa sottrarla
a loro, ripartirla. Questo volentieri le fa
per ore tra i quieti viali dei cimiteri
toglie ai fiori finti e versa ai fiori veri.
(Oh su una tomba
una spina ha fatto una rosa!
Viene dall’Ade, è –
meravigliosa)

E’ cosa equa nei cimiteri

Commensale lieve o il velo rubato

Al mare una mattina stava
con in mano una fettina
di pane e sul bel pane
aveva un velo
un velo lieve di miele.
Viene l’alata e le si posa
vicina e fissa il miele
così seria a lungo.
Che fosse proprio il suo
quel velo d’oro
su quella fettina
di pane quella mattina?

Commensale lieve o il velo rubato

Non solo questo

Si deve aggiungere, che la raccolta non si esaurisce solo su questi temi legati a flora e fauna, si passa anche per affetti famigliari, per questioni legate principalmente alla morte, all’amore e per concludere delle riflessioni, per citare il paragrafo, di “Poesie sulla Poesia”. Un insieme molto variegato di temi, che tutti hanno in comune, ed è una marca distintiva dell’autrice, quella delicatezza e leggiadria tale da trasformare le parole, usiamo una metafora per richiamarci al volume, in piccole farfalle che svolazzando giungono sino all’orecchio del lettore.

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