Un viso aperto al sorriso, capelli scuri portati corti, forse per praticità. Gli occhi sempre profondi, spesso nascosti dalla macchina fotografica. Lei è, o meglio, era Inge Morath, prima fotogiornalista donna ad entrare nella celebre agenzia Magnum Photos, alla quale è dedicata la mostra appena inaugurata al Filatoio di Caraglio – in provincia di Cuneo – aperta dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024.

Inge, un occhio fuori dal comune
Ma chi è Inge? Una semplice donna, nata a Graz (Austria) nel 1923. Anche se si fa presto a dire “semplice”. Studia Lingue a Berlino, lavorando prima come traduttrice, poi come giornalista e redattrice per Haute, pubblicazione di servizi di informazione di Monaco. Gli articoli di accompagnamento che scrive per alcuni scatti dell’amico fotografo Ernst Haas, la rendono nota nell’ambiente dell’informazione. Per questo, Robert Capa le chiede di unirsi alla Magnum Photos come redattrice e ricercatrice, anche se lei inizierà a fotografare dal 1951. La particolarità di Inge, rispetto a tanti altri colleghi, è sicuramente quella di avere spiccate sensibilità e bravura sia per quanto riguarda la parola scritta sia per l’immagine impressa. Queste doti le valgono, nel 1953, l’entrata ufficiale nella Magnum come fotografa, data a partire dalla quale inizia una serie di incarichi autonomi, lavorando però anche come assistente di Henri Cartier-Bresson, ed entrando poi nel 1955 come membro dell’agenzia. Non si possono non citare i numerosi viaggi compiuti da Morath: Italia (si può dire che a Venezia si è appassionata alla fotografia), Inghilterra, Stati Uniti, Cina, Unione Sovietica, Nord Africa, Medio Oriente. Di lei, il marito Arthur Miller – proprio quel Miller che era stato sposato con Marilyn Monroe – dirà: “Inge inizia a fare i bagagli non appena vede una valigia”. Passioni, quelle del viaggio e della fotografia, che si uniscono al suo interesse di conoscenza della cultura presso la quale è in visita. Un desiderio di comprensione dell’umano che la porta ad imparare sette lingue, tra cui il mandarino – che iniziò ad imparare nel 1972 in attesa di ricevere il visto per la Cina. Dopo il matrimonio con Miller nel 1962, si trasferisce prima a New York e poi a Roxbury, nel Connecticut, luogo di estrema pace, dove vivrà fino alla sua morte, nel 2002. Non prima però di vedersi assegnare il Großer Österreichischer Staatspreis nel 1984 – prima donna ad averlo ottenuto – e la laurea Honoris Causa in Belle Arti dall’Università del Connecticut.

Il Filatoio di Caraglio: una sede di valore
La mostra trova casa in un luogo suggestivo, per la sua storia e per gli attori, o meglio, le attrici, che ne hanno fatto parte. L’immobile secentesco è infatti un raro esempio di archeologia industriale, oltre a rappresentare notevoli pregi architettonici. È infatti il più antico complesso manifatturiero serico in Europa ad includere sia le operazioni di trattura sia di torcitura, importante innovazione piemontese che consentiva una maggiore qualità dell’organzino, un’impostazione che precorrerà il “sistema fabbrica”. Il Filatoio di Caraglio rappresenta perciò al meglio quello che fu l’imponente sistema piemontese di produzione di seta, una realtà che nel Settecento contava numerosi tentativi d’imitazione. Poco è conservato di queste fabbriche presenti nella campagna del basso Piemonte, per cui il Filatoio è divenuto un prezioso testimone della storia e dell’economia dell’intero territorio. La manodopera era rappresentata per la maggior parte da donne e come ha detto Davide De Luca, direttore di Artea, all’inaugurazione della mostra:
“L’obiettivo, oltre alla valorizzazione dell’artista donna, è anche quello di portare l’attenzione sul filatoio, luogo in cui la manodopera era principalmente femminile”.
Dall’articolo “Inge Morath: l’occhio e l’anima” di Rachele Crosetti su La Fedeltà (25/10/2023)

La mostra: L’occhio e l’anima di Inge Morath
La mostra è stata organizzata in occasione del centenario della nascita della fotogiornalista, e sarà visitabile da giovedì 19 ottobre 2023 a domenica 25 febbraio 2024 al Filatoio di Caraglio. Il titolo scelto è “Inge Morath. L’occhio e l’anima”, con oltre 200 opere presentate. L’esposizione, curata dai coniugi Brigitte Blüml-Kaindl e Kurt Kaindl – direttori di Fothof – e da Marco Minuz – di Suazes – è promossa e realizzata da Fondazione Artea e Regione Piemonte, in collaborazione con Suazes, Fotohof, Magnum Photos e Comune di Caraglio, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo della Fondazione CRC e della Fondazione CRT.
Il titolo scelto per la mostra riprende una frase emblematica di Inge: “La fotografia è un fenomeno strano. Ti fidi del tuo occhio, ma non puoi evitare di mettere a nudo la tua anima”. Un binomio inscindibile quello tra l’umano e la macchina fotografica: se infatti, scattare delle foto richiedeva una ventina di minuti, Morath ne passava altri 30 a parlare con le persone che voleva immortalare, per meglio comprendere i sentimenti di cui erano animati e catturarli con il suo obiettivo.
La mostra si compone di 15 sezioni tematiche che ripercorrono le esperienze di Inge Morath: passiamo da quella intitolata “Inge Morath 1923/2002”, in cui sono poste le fotografie che ritraggono la fotogiornalista in diversi momenti della sua vita, a quelle dedicate ai suoi viaggi (Venezia, Iran, Spagna, Regno Unito e Irlanda, Usa, Romania, Russia, Austria, Cina, Francia); infine ai ritratti delle maschere del disegnatore Saul Steinberg, ai numerosi ritratti di persone famose (Audrey Hepburn, Alberto Giacometti, Henri Moore, Marilyn Monroe, Pablo Neruda, Pablo Picasso e Igor Stravinskij). Infine, una speciale sezione è dedicata alle fotografie a colore. Per la prima volta in Italia viene mostrata una selezione di fotografie a colori di Morath, frutto della ricerca svolta all’interno della Fondazione a lei intitolata. All’epoca le fotografie in bianco e nero erano considerate opere d’arte, mentre quelle a colori erano associate alla dimensione commerciale della pubblicità. Questi scatti sono invece la dimostrazione della grande sensibilità che Inge ha dimostrato nel trasformare il reale in un attimo ricco di pathos.
Informazioni
Sede: Il Filatoio – via Matteotti, 40 – Caraglio (CN)
Orari: La mostra sarà aperta il giovedì e il venerdì dalle ore 15 alle 19, mentre il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 19.
Biglietti: I biglietti sono acquistabili in prevendita su ticket.it o presso la biglietteria del Filatoio. Intero 12 euro. Ridotto 9 euro. Gratuito per bambini fino a 6 anni, soci ICOM; persone con disabilità + 1 accompagnatore; possessori di “Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta” o di “Abbonamento Musei Formula Extra”; guide turistiche abilitate del territorio piemontese; giornalisti (con tesserino); residenti in Caraglio soltanto la domenica mattina. Sono previste tariffe agevolate per gruppi e scuole.
Rachele Crosetti
