Le piante nell’era dei cambiamenti climatici

Le segnalazioni che ci giungono, in ambito naturalistico, rispetto all’ingombrante tema dei cambiamenti climatici riguardano per lo più danni agli animali e ai loro ecosistemi. Tuttavia, anche le piante risentono della crescente alterazione delle condizioni climatiche, ma le parole spese in merito sono rare.

I vegetali, proprio come gli animali, rispondono agli stress ambientali e l’accentuarsi del cambiamento climatico porta a reazioni sempre più accelerate: un esempio è la modificazione della fioritura legata all’aumento della temperatura. Un periodo di fioritura differente dal normale comporta il danneggiamento della pianta e di tutte quelle specie che dipendono da essa. Di seguito, illustriamo come lo stretto rapporto tra farfalle e fiori possa venire modificato con l’alterazione del periodo di fioritura.

Fiori e farfalle

Le piante più giovani, da un punto di vista evolutivo, si riproducono grazie alla presenza di organi specifici: i fiori. La fioritura non è un processo casuale, ma ben regolato da determinati fattori, come temperatura e lunghezza delle giornate, e rappresenta il processo di riproduzione. Tuttavia, le piante non hanno la possibilità di spostarsi e ricercare il partner per effettuare l’accoppiamento, per questo motivo utilizzano altri espedienti, come il vento e gli insetti.

Le farfalle sono vettori del polline, perciò sono considerate impollinatori. In realtà, la relazione che esiste tra le piante e questo insetto è molto più complessa. Il bruco, ovvero la farfalla prima della metamorfosi, si nutre delle foglie per accrescersi e raggiungere le dimensioni tali che gli permettano di diventare pupa. Lo sviluppo della pupa, o crisalide, è un processo molto delicato che porta il bruco a trasformarsi in farfalla all’interno di un involucro protettivo. Nel momento in cui avviene la metamorfosi, la farfalla si libera e inizia a sfarfallare alla ricerca del nettare. Passando di fiore in fiore, si carica di polline e lo trasporta. Il compito fondamentale della farfalla è di riprodursi: una volta trovato un esemplare del sesso opposto, avviene l’accoppiamento e successivamente, in seguito alla maturazione della uova, la deposizione di queste ultime sui germogli della pianta. Questo eterogeneo scenario è complicato ulteriormente dal fatto che le farfalle si nutrono e depongono su un solo tipo di pianta.

L’aumento delle temperature porta le piante a fiorire precocemente: la sfasatura del periodo di fioritura e di svernamento degli insetti (farfalle, in questo caso) impedisce la corretta distribuzione del polline e ne ostacola la riproduzione; inoltre, modifica il comportamento delle piante all’interno di complessi ecosistemi e per questo motivo assistiamo a graduali spostamenti delle specie vegetali verso le zone settentrionali, più fresche rispetto alle fasce meridionali, dove la mancanza di precipitazioni crea condizioni semidesertiche.

Sconosciute

La metamorfosi degli scenari a cui siamo normalmente abituati, con l’aggravarsi dei cambiamenti climatici, porterà inevitabilmente alla scomparsa o alla sostituzione di numerose specie vegetali. La nostra società, anche se non sembra rendersene conto, è molto legata alle piante: gli alberi contribuiscono alla fertilità del terreno e alla corretta esecuzione dei cicli biogeochimici, abbassano le temperature medie e contribuiscono al nostro sostentamento.

È naturale sviluppare maggiore empatia per gli animali perché – alcuni di più, alcuni di meno – sono in grado di trasmetterci le loro emozioni. Al contrario, le piante non hanno questa capacità, anche se rispondo a loro modo agli stessi stress che coinvolgono gli animali.
Ci viene difficile salvaguardare ciò che ci risulta estraneo e lontano dalla nostra comprensione, tuttavia uno sforzo collettivo mirato a comprendere queste sconosciute porterebbe una maggiore sensibilizzazione.

Noemi Ferro

Fonte immagine di copertina: Rainforest Alliance https://www.rainforest-alliance.org/issues/climate/

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