Leggere poesia è eresia: il genere dimenticato

“La poesia è oblio dell’anima nell’oggetto della sua contemplazione; la critica è oblio dell’anima nella poesia.”

Francesco De Sanctis

Eppure leggiamo in tanti

Molti di noi amano leggere, è un dato di fatto; lo possiamo verificare con facilità passando nei pressi dei luoghi comuni dell’Università. Siamo in tanti ad amare la lettura, così tanto che ci “mangeremmo” senza difficoltà mattoni non indifferenti, come un’Anna Karenina o un bel Murakami, nel giro di pochi giorni o, per i più affamati, nel giro di alcune ore; ma scommetto che tra noi fagocitori letterari — io compreso — c’è qualcuno che troverebbe complesso, se non impossibile, terminare una raccolta, o un antologia, o anche solo una singola poesia. Questo non significa letteralmente non finire di leggerla; significa invece soprattutto non leggerla realmente, bensì limitarsi a scorrere lettere in fila senza senso.

Concentriamoci

Cosa significa allora leggere poesia? È davvero un atto di eresia nei confronti dei grandi lettori di romanzi chilometrici? Poche parole non bastano più a colmare le lacune del lettore? Perché ne leggiamo sempre meno? Ora, in gergo: “metto le mani avanti”. Non sono un esperto, e queste domande servono a me quanto a voi, ma credo che leggere poesia non significhi solo apprezzare un contenuto, significa anche cogliere la bellezza stessa delle singole parole, della costruzione in versi, della struttura che essa stessa poesia, il vero bello della poesia. Siamo lettori distratti, superficiali, trattiamo le parole come sentimenti passeggeri, onde che seguono il nostro umore, dimenticando questo lato nascosto che è poesia, e ci accontentiamo della superficie. Il bello della poesia, invece, almeno per me, è il fattore matrioska. Una poesia è arte che contiene altra arte. Un contenuto che all’interno ha una struttura in versi, scolpita come marmo, la quale può a sua volta essere formata da figure retoriche e così via sempre più dentro la poesia, come una matrioska.

Non scoraggiarsi: insistere

La poesia non deve per forza spaventare ed essere pesante; il suo pregio, il suo sugo, al contrario, è la rapidità con cui si può scorrere nei più svariati momenti. Attenzione, però, questo scorrere non deve essere fine a se stesso. Questo è l’importante. Una poesia deve entrare nel profondo, deve girarci in testa con attenzione per poter darci nuovi punti di vista e spunti riflessivi, magari anche per giorni interi, e se non si riesce a giungere a capo del suo significato (o dei suoi significati), ecco che qui inizia il bello, perché se la rileggiamo dopo anni, magari troveremo la soluzione, o ne troveremo una nuova. Questo è il bello dell’infinito gioco poetico, questo è il bello della poesia.

“Non ho nulla da dire, lo sto dicendo, e questa è poesia.”

John Cage

Il piacere di conoscere…

Perché poi non vedere la poesia come uno specchio che apre la strada all’interno dei pensieri del poeta? Forse non c’è modo migliore per conoscere qualcuno se non grazie ad una poesia, come accade accade ad esempio in Poesia Americana II anche ni grandi classici, come Parini con il suo lato — passatemi il termine — sporcaccione verso le contadine (atteggiamenti che appare in varie odi), oppure ancora con il componimento Il Brindisi che denota il suo grande amore per il buon vino.

… e quello di incontrare

Poesia è anche incontrare con qualcuno di lontano sia nel tempo che nello spazio, in poche righe, ma buone per un viaggio nel tempo o per un teletrasporto che ci permette di conoscere nuove culture e tradizioni, strati sociali differenti e discriminazioni, attraverso urli e pianti, dolori e amori: le emozioni provate e conosciute da  alcuni grandi poeti d’America o del lontano Giappone. Trovate tutto questo rispettivamente in Poesia Americana I e in Jisei: Poesie dell’addio.

Leggete poesia

È un appello bizzarro, ma trovate un antologia, magari di seconda mano, e cercate di scorrere causalmente le sue pagine, di fissare una poesia anche con l’odore della carta vecchia, di cercarla come cercatori di diamanti, perché quelle sono le anime di quei poeti e, chissà, prima o poi ne troverete uno con un’anima affine alla vostra. Poesia è una ricerca, una ricerca di se stessi attraverso gli altri.

Matteo Bonino

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Avatar di frammenti di pensiero frammenti di pensiero ha detto:

    Mi sono reso conto, senza far alcuna polemica, in una famosa libreria di Lecce, la sezione Poesia era quasi nascosta, un piccolo scaffale e pochi libri. Invece tutte le nostre librerie dovrebbero dare lo stesso spazio per la poesia rispetto agli altri generi letterali per invogliare il lettore a comprare una antologia magari della Dickinson o di altri. Io nel mio piccolo scrivo poesie tramite le Storie di Instagram e i miei amici le leggono e sono contento di portare il pensiero anche li però hai ragione la poesia prevede un silenzio, un raccoglimento, un ascolto sincero di piccole ed esili parole e purtroppo non tutti colgono questa bellezza… Buona giornata 🙂

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