“Al Paradiso delle Signore” di Zola: la nascita dei grandi magazzini moderni

Se pensate che Zola sia uno scrittore dell’Ottocento con uno stile pesante e lento per il lettore moderno, Al paradiso delle signore vi farà ricredere. Questo romanzo, in originale Au Bonheur des Dames, è l’undicesimo del ciclo dei Rougon-Macquart e venne pubblicato nel 1883. Si tratta di una storia a lieto fine che però vi stupirà non tanto per le vicende dei protagonisti quanto per il fatto di essere un lucido sguardo sull’universo femminile e sul modo totalmente moderno di pensare il commercio.

Protagonista del romanzo è la giovane Denise, che a 22 anni è obbligata a lasciare il suo paesino d’origine, Valognes, dopo la morte improvvisa di entrambi i genitori, che gestivano una piccola merceria. Il fratello Jean ha trovato lavoro a Parigi e così, insieme al fratellino Pepè, i tre ragazzi approdano nella grande e caotica capitale francese. Denise cerca rifugio e lavoro dallo zio Bandu, merciaio specializzato in stoffe per abiti maschili ormai sull’orlo del fallimento. Come lui, anche tutti i piccoli negozianti del quartiere stanno lentamente fallendo a causa della concorrenza spietata del Paradiso delle Signore, un grande magazzino diventato popolare in poco tempo.

A gestirlo c’è Octave Mouret, un giovane imprenditore proveniente dal sud della Francia che gestisce il magazzino con logiche audacemente moderne e che scommette il tutto per tutto su una grande strategia vincente: offrire al pubblico femminile una grandissima quantità di merce a un prezzo irresistibile. La quantità ovviamente prevale sulla qualità, ma i prezzi così convenienti abbagliano le signore. Le storiche e piccole botteghe del quartiere non riescono a competere con un tale ribasso e una dopo l’altra chiudono, soffocate dal Paradiso delle signore, che pian piano conquista l’intero quartiere, basandosi su grandi capitali e un’organizzazione enorme.

Quando lo zio Bandu non può più permettersi di aiutare Denise, la giovane è costretta a farsi assumere al Paradiso delle Signore per poter continuare a badare ai fratelli. La sua bellezza semplice e l’ingenuità dovuta alle sue origini provinciali le fanno guadagnare fin da subito la simpatia dei colleghi maschi e l’avversione delle donne. Denise diventa commessa nel reparto dell’abbigliamento femminile, luogo spietato dove le commesse si azzuffano per aggiudicarsi le vendite e quindi le percentuali migliori e in cui viene derisa dalle colleghe per i suoi modi così distanti da quelli delle raffinate dame parigine che loro scimmiottano. Tuttavia, grazie alla sua intelligenza e alla sua inaspettata capacità di vendita, Denise riuscirà a ritagliarsi un posto di riguardo nel grande magazzino, arrivando anche a conquistare il cuore di Mouret.

Zola descrive con grande attenzione tutti i meccanismi che regolano la vita e la ferrea organizzazione del grande magazzino: da come le dame provino gli abiti e se li facciano consegnare a casa tramite apposite carrozze a come ogni reparto abbia organizzato i turni dei commessi e il calcolo delle percentuali di vendita. Il Paradiso delle Signore con 345mila dipendenti, i suoi edifici moderni, le vetrine studiate con cura, i percorsi tra i reparti pensati appositamente per stupire le clienti rompe tutte le vecchie leggi del commercio familiare e catapulta i protagonisti nel mondo moderno, quello dei grandi magazzini, del feticismo della merce, dell’abbondanza continua a costante di cose, insomma, nel mondo della società di massa e delle metropoli.

Il padrone era in tutta Parigi l’uomo che sapeva mettere meglio la vetrina; a modo suo a dire il vero; sconvolgendo tutte le tradizioni e fondando la scuola del grottesco e dell’enorme nella scienze delle mostre. Voleva che le stoffe sembrassero cadute a caso dai cartoni sventrati; e le voleva a monti, fiammeggianti dei colori più vivi, ravvivantisi l’una con l’altra. “Quando escono dal magazzino”, soleva dire, “i clienti devono aver male alla retina”.

In modo estremamente lungimirante, Zola ci racconta di come Mouret sia riuscito a trionfare sul vecchio mondo del commercio: l’uso di grandi capitali, un’ambizione personale fuori dal comune, la straordinaria capacità di ammaliare chi entra nel negozio con esposizioni pensate ad hoc per stupire e frastornare, l’intuizione sull’importanza fondamentale della pubblicità, degli sconti, degli omaggi alle clienti. Pagina dopo pagina le vicende di Denise diventano quasi delle vicende secondarie, mentre tutta la grandezza del Paradiso delle Signore pare diventare la protagonista indiscussa del romanzo, conquistando tutto lo spazio disponibile, esattamente come pian piano ingloba tutto il quartiere in cui è sorto, divorando i piccoli negozi a conduzione familiare.

La pubblicità era la sua più grande forza. Mouret spendeva perfino trecentomila franchi all’anno in cataloghi, annunci, cartelli. […] Sapeva bene Mouret che la donna è sempre vinta dalla pubblicità, e fatalmente accorre al rumore. Del resto le tendeva i tranelli più abili, studiandola da grande moralista. Aveva così scoperto che non sa resistere ai prezzi bassi e che, quando crede di fare un buon affare, compra anche senza averne bisogno; e su questa osservazione fondava il sistema di diminuire a poco a poco i prezzi della roba non venduta, preferendo venderla a scapito, tanto per rinnovare, come voleva sempre, le merci. Poi, penetrando più avanti ancora nel cuore delle donne, aveva pensato la resa, un capolavoro di seduzione gesuitica “Pigli, pigli, signora: se non le piace più, lo riporterà”. E la donna che resisteva trovava un’ultima scusa nel poter pentirsi di una sciocchezza fatta; comprava, e la sua coscienza stava zitta. La resa e i prezzi bassi erano ormai la regola classica del nuovo commercio”.

Leggendo Al Paradiso delle Signore vi ritroverete catapultati nel mondo quasi onirico e surreale del più famoso grande magazzino di Parigi, una vera e propria città dentro la città, con le sue regole e i suoi ritmi, e allo stesso tempo vi stupirete per la grandissima modernità contenuta in queste pagine.

Irene Rolando

Crediti immagine in evdienza: https://unsplash.com/it/foto/persona-che-tiene-appendiabiti-in-plastica-bianca-Ta3f1ZcCgWg?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash

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