Ogni fashionista aspetta la notte degli Oscar non solo per ammirare o criticare i sontuosi abiti indossati dalle star, ma anche per sapere chi si aggiudicherà la statuetta per i migliori costumi. Quest’anno il premio è stato assegnato a Holly Waddington, costumista di Povere creature!, pellicola che ha vinto per la miglior scenografia, il miglior trucco e acconciature, e che ha visto Emma Stone come migliore attrice protagonista.
Di origini inglesi, Waddington ha studiato Belle Arti alla Oxford University e fra i suoi lavori più importanti può vantare l’aver vestito Florence Pugh in Lady Macbeth ed Elle Fanning nella serie The Great.
La scelta dei costumi in Povere creature! non è affatto scontata per il periodo nel quale il film è collocato, ovvero l’Ottocento. Gli abiti della protagonista Bella Baxter sono vittoriani, ma con elementi molto moderni per l’epoca, come il latex, gli stivali con punta aperta e tagli contemporanei: è stata fatta questa scelta in quanto il personaggio è fuori da ogni convenzione sociale. L’abbigliamento di Bella presenta caratteristiche che permettono di individuare tre momenti ben distinti della sua storia: all’inizio indossa solo abiti morbidi e vezzosi da bambolina, poiché è appena stata creata e ha il cervello di una bambina, quindi mal sopporta i vestiti in cui si può sentire ingabbiata; in un secondo momento il suo abbigliamento diviene più romantico e colorato, a causa della scoperta e della ritrovata libertà, a cui concorre il suo incontro con il sesso; infine, nella sua ultima fase di evoluzione, Bella diventa consapevole ed empowered (“emancipata”), caratteristiche che si riflettono nel suo abbigliamento deciso e rigoroso.
Questo aspetto della suddivisione dei momenti del film seguendo il mutamento dei costumi è molto interessante, perché dimostra come gli abiti aiutino la narrazione: la scelta dei costumi è sempre studiata a pennello e ciò che indossa un determinato personaggio ci dà informazioni sullo stesso, sul suo ruolo, sulle sue aspirazioni…
Fonti: ciackclub.it, elle.com, telegraph.co.uk
Quindi quali sono le caratteristiche che fanno da leitmotiv allo stile non convenzionale di Bella Baxter? Uno dei suoi segni distintivi sono gli shorts che indossa dalla seconda fase in poi, decisamente insoliti per l’epoca; inoltre, non possono mancare le maniche a palloncino, uno dei simboli più riconoscibili dello stile vittoriano; grande assente all’appello è invece il corsetto, uno dei principali protagonisti del periodo, verso cui però Bella non prova interesse, siccome si tratta di un indumento che costringe, mentre lei è uno spirito libero (lo indosserà solo per il suo matrimonio).
Curiosi sono poi i nomi di alcuni capi di rilievo nel film, assegnati dalla costumista e dal suo team durante le riprese. Le bluse con rouches e fessura centrale diventano, per esempio, vagina blouse, per via della somiglianza con l’organo genitale femminile, invece il lungo impermeabile giallo pastello indossato dalla protagonista la prima volta in cui si reca al bordello è stato soprannominato condom coat, data la similarità con la forma di un preservativo. Richiami sessuali, dunque, che vanno di pari passo con alcuni aspetti della trama.
Abiti accuratamente scelti e costruiti in vista di una precisa significazione, grande attenzione al dettaglio, alla relazione con la trama e alla creazione di un immaginario immersivo: Waddington si è decisamente meritata l’Oscar per i migliori costumi.
Fonte foto di copertina: Il Messaggero
Alessandra Picciariello






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