La denuncia di Angelica tra stalking, revenge porn e misoginia sistemica

Sono passati ben quattro anni dalla denuncia della cantautrice Angelica Schiatti e il processo è iniziato solo pochi mesi fa.
Nonostante sia stato attivato il codice rosso, la persecuzione di Morgan nei confronti di Angelica non è stata interrotta.
La vita di Angelica Schiatti è stata segnata dall’ossessione di Morgan nei suoi confronti, un’ossessione così intensa che nel 2021 avrebbe spinto Morgan ad assoldare due persone, tra cui un pregiudicato, per trovare la casa in cui viveva la cantautrice.
Dopo aver minacciato Angelica di diffondere dei video e foto intime, li ha inviati in una chat di gruppo.
Di fronte ad accuse e a prove tangibili, Morgan si ritiene innocente, povera vittima di “una società a cui piacciono i mostri”: se lo fosse, verrebbe apprezzato, sostiene.

Sentirsi abbandonati dalle istituzioni e vedere invece il carnefice proseguire la propria vita come se nulla fosse successo è più comune di quanto si possa immaginare. Sembrerebbe che in Italia sia molto difficile andare oltre la retorica del “bisogna denunciare”, considerando quanto vengano effettivamente ascoltate e tutelate le persone che decidono di porgere denuncia.
La misoginia non consiste solo nell’avversione verso le donne, come suggerisce l’etimologia del termine (μῖσος: odio, γυνή: donna).
Secondo Kate Manne, autrice di Down Girl: The Logic of Misoginyla misoginia è come il braccio della legge all’interno di un ordine sociale patriarcale. Il sessismo viene definito come un’ideologia patriarcale, ossia un insieme di credenze che giustificano e razionalizzano un ordine sociale patriarcale, mentre la misoginia è una proprietà del sistema sociale, definita da Manne anche come la reazione ostile che le donne devono affrontare nel navigare nel mondo sociale
L’autrice conia l’espressione “himpathy”, derivante dall’unione dei termini him e empathy. Kate Manne definisce l’himpathy come la compassione inappropriata o sproporzionata estesa ai perpetratori maschili di misoginia e violenza sessuale, a discapito delle loro vittime femminili, che spesso vengono ignorate nel processo. L’himpathy consiste nel preoccuparsi del promettente futuro del perpetratore e non della sofferenza di coloro che subiscono violenza.

La misoginia, secondo Kate Manne, non riguarda solo l’odio dichiarato verso le donne, bensì comprende pure tutti quegli atteggiamenti e norme sociali più sottili che mirano a controllare o punire le donne che non si conformano ai ruoli di genere tradizionali. La misoginia è molto più della violenza o del disprezzo aperto, poiché si manifesta in pratiche culturali e sociali che perpetuano la disuguaglianza di genere, come stereotipi, discriminazioni sul lavoro e altre restrizioni.
La teoria della filosofa australiana mette in luce come il patriarcato possa essere sostenuto oltre che dall’odio manifesto, anche dalle strutture e dalle mentalità che limitano le donne nella loro vita quotidiana e nelle loro opportunità.
Manne affronta il concetto di misoginia sistemica, che riguarda la presenza diffusa e strutturale di pratiche, norme e istituzioni che favoriscono il dominio maschile e la subordinazione delle donne nella società. Tale concetto evidenzia come la misoginia non sia un semplice odio personale; la misoginia sistemica è sostenuta da norme culturali radicate che promuovono stereotipi di genere dannosi e limitanti.
La presenza di disuguaglianze di potere può rendere più difficile per le donne denunciare la violenza, accedere a risorse di supporto e ottenere giustizia.  Queste disuguaglianze sono radicate nelle strutture sociali, politiche ed economiche e talvolta vengono sfruttate per giustificare o minimizzare la violenza perpetrata.

Non di rado chi è accusato di aver commesso violenza di genere rivendica la propria innocenza.
Su Instagram Morgan, firmandosi Morgangel, ha annunciato un serial musicale. Nel video che accompagna il post, Morgangel parla della “ferocia dell’attacco da lui subito” e di quanto sia “ingiusto ciò che si sta compiendo attorno alla sua persona”, quindi intende esprimersi attraverso la musica, “per far capire la sua anima”.

Marina Palumbieri

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