Gen Z, Millennials e la #VanLife: cosa significa vivere in un camper

Negli ultimi anni, grazie al contributo di piattaforme come Tik Tok e Instagram, la scelta di lasciare tutto e iniziare a vivere in camper è stata fortemente popolarizzata. Tra blog e account social dedicati, infatti, quella della vita su quattro ruote è una tendenza sempre più diffusa: le motivazioni per una decisione simile sono molteplici e non sempre hanno una stretta connessione con il reddito. E allora perché i Millennials e la Gen Z stanno iniziando a rivalutare questa opzione? E in Italia, come è possibile vivere in camper?

Un trend internazionale

Dall’America settentrionale e meridionale fino ai Paesi europei, un numero sempre più alto di giovani – tra i venti e quarant’anni – prende la decisione di lasciare la vita da appartamento, più stabile e sicura, nonché più socialmente accettata, in favore di una più itinerante, in un camper. Negli Stati Uniti la tendenza è la #VanLife, hashtag che nell’ultimo periodo ha spopolato su Tik Tok e che comprende sia coloro che decidono di trasferirsi in un van, sia coloro che, addirittura, decidono di aprirci aprire la loro attività.
Niente a che fare con l’etnia o credenze religiose: quella di oggi è una deliberata presa di posizione rispetto alla vita frenetica e costosissima del terzo millennio, una sorta di ribellione contro i dogmi che impongono cosa sia accettabile o meno.

La repentina impennata del mercato immobiliare ha ovviamente costituito un’ulteriore spinta per i più indecisi: in Italia il costo medio di una casa è 1686€/m2 che, moltiplicato per gli usuali ottanta metri quadrati di una casa con quattro locali, risulta in ben 134.880 euro spesi per comprare un alloggio nuovo, negli USA il costo raddoppia raggiungendo i 286.000 dollari. In confronto il costo di una “casa su quattro ruote”, sia in territorio domestico che oltreoceano, si attesta su circa 70.000 euro.
Infine la pandemia, che ha costretto in casa miliardi di persone, ha sancito definitivamente un netto cambiamento nei gusti della popolazione: a due anni dai primi lockdown si continuano a preferire abitazioni con giardino, in zone di campagna, così come vacanze con mete outdoors.

A rendere questo stile di vita così appetibile, inoltre, è la prospettiva di libertà che un camper promette: svegliarsi quando si vuole e dove si vuole, essere franchi dall’obbligazione di lavorare in un ufficio, poter vedere il mondo con i propri tempi. In tal senso, infatti, i social media hanno rivoluzionato lo stereotipo dei viaggiatori su quattro ruote, cosiddetti campers, attraverso una narrazione che ha trasformato questo provvedimento da qualcosa di deprecabile e irresponsabile in una scelta cool.

Quanto conviene?

Oltre all’effettivo prezzo di un van rispetto a quello molto più alto di un immobile, anche tutti gli altri costi della Van Life sono molto meno onerosi. La spesa media di chi vive in camper si attesta attorno ai 300 euro mensili. Oltre a questa bisogna tenere conto di revisione e bollo annuali, la cui somma tuttavia non raggiunge quella dei vari affitti, mutui, bollette e spese condominiali.

L’impennata del prezzo della benzina non è ovviamente una rosea prospettiva per i campers, ma a onor del vero la maggioranza di loro non effettua spostamenti troppo drastici: generalmente chi aderisce a questo stile di vita non si sposta troppo spesso e quando lo fa è per rimanere nei dintorni. Si tratta questa, di una scelta puramente pratica: non è così semplice trovare un luogo dove parcheggiare e contemporaneamente smaltire le acque nere e rifornirsi di acqua.

La Van Life è quindi foriera di una libertà anelata da molti, eppure anche il tanto agognato desiderio di non dover rendere conto a nessuno è un’arma a doppio taglio: solo chi è realmente disposto a rinunciare completamente a ogni comodità risulta adatto a questo stile di vita. Per quanto in un camper di fascia media sia possibile ricaricare, ad esempio, il proprio cellulare, lo stesso non si può dire per i computer. Una semplice constatazione che però lascia spazio a una considerazione più ampia: è molto più difficile che i campers intraprendano lavori da remoto, dovendo preferire ad essi impieghi stagionali.

Un fattore di inevitabile rilevanza nella scelta della Van Life è poi quello della sicurezza: benché siano moltissime i giovani che decidono di intraprendere questa vita – donne in particolare –, altrettante sono le storie di incidenti con malintenzionati. Irrompere in un van è molto più semplice che irrompere in un appartamento, specie quando il veicolo è fermo in zone, per quanto belle, più isolate.

La Van Life in Italia

In Italia la comunità di campers sta aumentando e vivere in una roulotte porta con sé una serie non indifferente di cavilli legali, prima tra tutti la residenza.

Poiché la legge non fornisce una risposta univoca alla questione, si deve ritenere che chi vive in camper deve essere equiparato a una persona senza fissa dimora. In tal caso basterà scegliere un domicilio virtuale, generalmente in una via pubblica del proprio Comune di nascita o presso la casa di amici o parenti. L’unico caso in cui sia possibile ottenere la residenza presso il proprio van è quello in cui il veicolo stesso sia parcheggiato e collegato presso un luogo specifico, con allaccio a tutti i servizi, tra cui fogne ed energia.

Parimenti, il camper, in quanto sì abitazione ma sempre e comunque veicolo, sarà sottoposto al Codice della Strada. Ciò, ad esempio, implica l’obbligo di sottoporlo a una revisione periodica, come accade per le comuni automobili. Il Codice nondimeno costituisce un’arma ingegnosa per chi non vuole una comunità di campers vicino a sé: a dispetto del progressivo sdoganamento dei pregiudizi che pendono su chi vive in roulotte, sono ancora in tanti a non essere d’accordo con questo stile di vita – e a voler imporre la propria opinione sugli altri.
Secondo il codice infatti ci si può avvalere del parcheggio abusivo – così da far allontanare chi sosta in camper – solo ed esclusivamente quando al veicolo sono apposti i cunei, oppure è aperta la veranda o il giardinetto. Eppure i cunei sono fondamentali per una maggiore stabilità del mezzo da fermo, ecco perché vengono messi quasi sempre e di conseguenza diventano uno strumento per sfrattare i viaggiatori su quattro ruote.

Rimane da vedere se la durata di questa tendenza si estenderà anche ai prossimi anni o se quello della Van Life sia un andamenti presto destinato a rimanere circoscritto sui social. Sicuramente l’apporto di piattaforme come Instagram e Tik Tok, nonché di chi per primo intraprende questo lifestyle alternativo, contribuisce e contribuirà ancora a demolire i pregiudizi per i campers: per chi lo è per scelta personale e per chi, soprattutto, per necessità economica.

Rebecca Isabel Siri

Credits immagini: pixabay.com; pexels.com

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Avatar di Gr33n Raindeer Fairy Qu33n ha detto:

    It’s a wonderful place 🙂 Very beautiful pictures. I believe that traveling the world with a van is a great thing and experiencing other cultures, meeting people, seeing different places, is truly an extraordinary thing. You have made an excellent choice. I did a bit of traveling with a Van a while back but I have some health issues so I couldn’t do it anymore but I hope to be able to do it again soon. Peace and serenity to you.

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