Le pagine social sono oggi costellate di opere d’arte meravigliose. Dal romanticismo all’impressionismo, dal neoclassicismo al futurismo, qualunque movimento ha trovato il suo spazio nei nostri schermi, permettendo alla cultura e all’arte di avvicinarsi al mondo di noi giovani. I social però sono innervati di contenuti per lo più superficiali, in cui il post di turno ha l’obiettivo di essere forte e catturare l’attenzione velocemente, senza dovercisi soffermare, per permettere di passare al contenuto successivo. E proprio in questa velocità si va a perdere gran parte del valore di ciò che ci si trova davanti(basta pensare al concept delle stories). Molto in voga sono oggi i dipinti di Salvador Dalì, Joan Mirò, René Magritte e Pablo Picasso. Attratti dall’atmosfera surreale e le figure assurde dei loro capolavori, chiunque ne riconosce l’inestimabile bellezza, forse però senza sapere l’intenzione dietro di essa.
Il surrealismo infatti, come la maggioranza dei movimenti artistici, è una reazione a un periodo storico e a una tradizione artistica ben precisa.
Il movimento nasce in Francia in seguito alla prima guerra mondiale, e il suo teorico principale fu André Breton.
Influenzato molto dalle recenti teorie freudiane, l’artista iniziò a porre l’attenzione su tutte quelle dimensioni che prima erano state trascurate. Il surrealismo voleva svelare il reale funzionamento del pensiero oltre ogni logica e ragione, oltre le regole dell’estetica, la cui voce poteva essere meglio rappresentata dall’inconscio e dalle manifestazioni di esso, ovvero il sogno.
Il manifesto del Surrealismo scritto da Breton nel 1924 mirava a tracciare queste linee guida, essenziali per i lavori non solo nell’ambito della pittura, ma anche coinvolgendo il cinema e la letteratura:
“Surrealismo, s.m. Automatismo psichico puro per mezzo del quale ci si propone di esprimere, o verbalmente, o per iscritto, o in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero, in assenza d’ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d’ogni preoccupazione estetica o morale.”
La dimensione onirica diventa filtro comune degli artisti di questo movimento, che tentano l’approccio alla dimensione non conscia attraverso i temi del sogno, dell’amore, della follia, della rivolta e della liberazione.
Carnevale di Arlecchino, Joan Mirò
La persistenza della memoria, Salvador Dalì
Il falso specchio, Renè Magritte
Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio, Salvador Dalì
Emma Battaglia