Nel mondo contemporaneo l’arte, nonostante la moltitudine di forme in cui può manifestarsi, appare spesso incapace di sorprendere.
Abbiamo assistito, nel corso della storia, all’evoluzione del concetto artistico, nel suo intento di imitare la realtà per poi rifletterla attraverso un proprio linguaggio. Lo sviluppo dell’arte ha successivamente subito un repentino cambio di rotta, trovandosi a definire l’interiorità del soggetto fino a rendersi parte concreta del suo esistere.
Da molti anni, ormai, i limiti della dimensione artistica sono stati abbattuti, permettendo al soggetto di vivere concretamente nel mondo dell’arte e di muoversi in esso quotidianamente.
Qualsiasi elemento mentale o reale è potenzialmente parte dell’universo artistico. Ciò avviene perchè la realtà dell’arte collima con quella materiale. Questa estrema evoluzione del concetto artistico implica l’estensione della riflessione intorno a questo oltre qualsiasi limite e comporta un’ incapacità di ragionamento sui possibili sviluppi di un ambito ormai privato da ogni confine.
Tali consapevolezze hanno accresciuto la mia curiosità verso l’opera di Sandro Lorenzini. Questo artista, conosciuto a livello mondiale, realizza i propri manufatti perché possano imporsi all’interno della realtà trasportando il soggetto in una dimensione ideale ed estatica.
La lavorazione degli oggetti non è affidata specificatamente a specialisti artigiani ma può anche essere delegata al campo industriale per la produzione in serie. Ciò comporta una visione democratica dell’arte dove questa risulta presente nella quotidianità di ogni individuo. In questa maniera ognuno ha la possibilità di risollevarsi attraverso una propria e personalissima ascesi spirituale, definita dall’eccezionale potenza del manufatto artistico.
La riflessione che compie Lorenzini è a mio avviso stupefacente e rivoluzionaria e segna l’inizio di una svolta artistica da tempo attesa: l’Arte è entrata concretamente nella vita quotidiana dello spettatore, egli l’ha attraversata e vissuta arricchendosi e riscoprendo la propria persona. Ora però il manufatto artistico si impone sul suo stesso creatore esigendo una propria dimensione speciale.
Le forme sono essenziali e sobrie. La loro integrità attira inesorabilmente il soggetto il quale si confronta con la realtà artistica come un Ulisse stregato dal canto delle sirene. L’arte si è imposta sulla realtà, ha silenziosamente costruito il proprio spazio e ora si staglia maestosa di fronte ai nostri occhi. Noi, abituati a vederla come un mezzo d’arricchimento siamo ora spaventati dalla sua potenza , ci scopriamo incapaci e timorosi di abbandonarci alla sua dimensione sacra ed estatica.
L’osservatore e l’artista non sono più demiurghi ma semplici mezzi che un mondo ormai slegato da ogni razionalità utilizza per imporsi nella concretezza. Ecco le forme essenziali di Sandro Lorenzini che si stagliano in dimensioni reali, che si impongono sulla vita di tutti i giorni, che non si mescolano alla realtà, non scendono a compromessi con essa. Autentiche, nitide ed incontaminate esse definiscono continuamente e inesorabilmente se stesse.
Così mi ritrovo sgomenta, atterrita ma allo stesso tempo estremamente affascinata di fronte a una simile manifestazione artistica. Fiduciosa mi affaccio su una realtà che si sta emancipando dalla mia e mi tende la mano per portarmi in un mondo sconosciuto.
Questo m’attira a sé inesorabilmente e io scelgo di abbandonarmi a lui incoscientemente ritornando “più libera e più pura sotto la sua carezza”.
Angela Calderan