“Questa storia si svolge molto tempo fa, quando la Sicilia era coperta di montagne, e i boschi popolati da orsi…”
Inizia più o meno così il recentissimo film diretto da Lorenzo Mattotti, che dopo sei anni di lunga gestazione arriva nelle nostre sale per portare l’adattamento dell’omonimo, popolarissimo, romanzo di Dino Buzzati pubblicato per la prima volta nel 1945. Il film, di produzione italo-francese, rimane molto fedele alla fonte, riuscendo comunque a dare un bel twist per quanto riguarda la narrazione, che è lasciata parzialmente in mano a un cantastorie e a sua figlia, che iniziano a raccontare la storia a un vecchio orso.
Il cast di doppiatori, francamente eccezionale nella resa emozionale e linguistica, aiuta molto questo film, che comunque ha la fortuna di reggersi sulle solidissime basi narrative del racconto di Buzzati, che nonostante le stranezze e numerose vicissitudini alquanto particolari, sono piene di umanità, o meglio, di orsitudine. Perfino i disegni, squadrati e dai colori vivacissimi, sembrano ricalcare le illustrazioni originali ad opera dello scrittore stesso, con quelle linee nette e i paesaggi particolareggiati.

La storia segue le vicende del re degli orsi, Leonzio, che perde il figlio Tonio per mano dei bracconieri, e conseguentemente decide di scendere a valle con tutti i suoi diecimila sudditi orsi. La discesa si trasformerà presto in invasione, per difendersi dagli attacchi dell’esercito del perfido arciduca, e tra mille peripezie Leonzio e Tonio riusciranno a ritrovarsi. La convivenza tra orsi e uomini procederà senza problemi, fino a che gli orsi non prenderanno dei vizi e delle cattive abitudini che li porteranno a perdere la loro identità orsina.
Questa storia senza tempo si rivela essere adatta a tutte le età, per i giovanissimi che la scoprono per la prima volta e per chi – come la sottoscritta – il libro lo lesse da bambino, ma lo tiene ancora nel cuore.
Anna Contesso